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[IT] Il libro delle virtù - La Creazione

 
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Kalixtus
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MessagePosté le: Lun Juil 24, 2023 10:08 pm    Sujet du message: [IT] Il libro delle virtù - La Creazione Répondre en citant

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Kalixtus
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MessagePosté le: Lun Juil 24, 2023 10:10 pm    Sujet du message: Répondre en citant

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    Lo Specchio di Oane


    Preambolo

    Mio caro Specchio di Oane, specchio di me stesso, scelto tra gli Uomini per Dio, il Misterioso, per guidarli verso i verdi pascoli della vita, sei l'unica persona alla quale posso rivolgermi del profondo della mia solitudine.
    Prima che Dio non mi ponenne la Domanda, ero solo ed incompreso; lo sono ancora oggi, malgrado il rispetto di cui mi si cinge.
    Dio si è ritirato del mondo, lasciando gli Uomini vivere e prosperare a loro modo ed io stesso affronto il mio destino, quello che Lui ha scelto per me, quello di cui, da qualche parte, mi ha fatto prigioniero.
    E è in questo stato di sconforto quasi-assoluto che mi lasciò, unicamente guidato dall'amore, e che dovetti costruire di zero una Chiesa.
    Il mio bel specchio, che la clemenza degli anni mi permetta di porre per iscritto le mie riflessioni, i miei dubbi e la mia visione del mondo voluto da Dio.
    Oane.


    I) Frammenti oanensi

    Dio, il Nulla e la Creatura Senza Nome

    Ho riflesso molto tempo sul Nulla che esisteva prima di tutto, che esisteva con Dio e che esisteva in Dio; e sono arrivato alla conclusione che ciò poteva essere solamente la parte oscura di Dio, un poco come la terra, sudicia, grassa ed appiccicosa che ha creato, luogo dove tutto fermenta, marcisce e dove brulicano anche questi lombrichi che si torcono di un modo che riflettono, unicamente lei, la loro nefandezza.
    E è tuttavia da questo luogo sordido che vengono fuori i frutti più belli dal mondo e che dal nero Nulla nacquero i frutti belli delle virtù divine.
    Come se il Nulla stesso, fosse un caos e al tempo stesso putrido e fecondo, esattamente come la terra che calpestiamo.
    Bene e male, nero e bianco; è un pò come se del nero nascesse il bianco, e probabilmente dal bianco, il nero, in una specie di movimento infernale perpetuo che riprodurrebbe il caos primitivo.
    Ansi, da Dio stesso nacque, un tipo di rigetto malefico, la Creatura Senza Nome che non si può nominare precisamente perché si appellerebbe ugualmente Dio.
    Dio è il creatore del bene; Lo è anche del male.
    Come il Nulla è la parte oscura di Dio in Cielo, parimenti la Creatura Senza Nome lo è sulla terra.
    Ed io, Oane, solo tra gli Uomini, sono al centro di questo duo infernale dove Dio affronta Dio.

    Le tre sfere

    Il mondo è costituito di tre sfere, quella del bene, quella del male e quella dell'incerto.
    La sfera del bene è il Sole che ci riscalda e permette alle piante di crescere, quella del male è la luna, di un colore giallo malaticcio, pallido riflesso del sole la cui superficie appare screpolata come se mille vulcani sputassero continuamente del fuoco e quella dell'incerto è la terra.
    La terra, stessa, è divisa in queste tre entità: c'è il Cielo dove ha sede il bene, il suolo di terra e di fango dove ha sede il male, e la via di mezzo, il mondo degli uomini e dell'incerto.
    Su questa sfera dell'incerto vive l'uomo, creazione di Dio e specchio di questo.
    Inoltre, abbiamo tutti in noi, come Dio nostro Padre l'ha Egli stesso, una parte di male e di nefandezza e questa preesisteva alla Rivelazione.
    Preesisteva perché la Creatura Senza Nome è nata ed era diventata malsana molto prima che Dio la trasformasse in cosa invisibile capace di tentare gli Uomini impunemente.
    Ella era un uomo tra gli Uomini, e divisa come Dio, il mondo e la terra, in tre sfere, il bene, il male e la coscienza, argilla dell'incerto.
    Per certi Uomini, il bene li travolge, per altri il male trionfa ed infine, ci sono quelli che navinago in continuo tra uno dei due..

    L'incerto del bene e del male

    Ma, in verità, all'infuori della Creatura e dei suoi servitori abituali, rare sono le persone che sanno se le loro azioni sono buone o cattive.
    Ho conosciuto un uomo persuaso che il bene era ciò che faceva la sua felicità e che solo il denaro poteva aumentarlo.
    Perciò passò la maggior parte del suo tempo ad arricchirsi, a vendere la sua donna come schiava sessuale ad altri uomini per trarne ancora più denaro e più era ricco e più sembrava felice.
    E poi, lo lo vidi vinto dall'ozio ed ad ubriacarsi di noia perché il vino era diventato la sua sola sorgente di distrazione.
    Lo vidi diventare un uomo pieno di furore e di collera, e, nelle sue serate di ubriachezza, cercare infine di sacrificare il suo unico figlio a Dio.
    Allora, all'ultimo minuto, mentre il coltello del padre sacrificatore andava ad abbattersi sulla vittima e mentre un infanticidio andava a commettersi, non so che cosa, ma qualche cosa trattenne il suo gesto, come se d' improvviso, lo scoppio del bene e del male venissero ad accecarlo come un metallo brillante e a svegliare la sua coscienza.
    Il bene, il male, dov'è il confine?
    Questo uomo aveva voluto fare il bene i suoi atti generarono il male. .
    Aveva voluto fare il male il bene ne era uscito.
    Spesso, penso che volendo fare il bene, si arriva talvolta, involontariamente a fare il male.

    La morale

    È in ogni caso questo episodio che mi fece prendere coscienza, a me, Oane, che delle regole di vita dovevano essere fissate.
    Inventai la morale.
    Tutti i sentimenti sono piacevoli in loro stessi: l'amore, la perversione, l'odio. È per ciò del resto che si trasformano generalmente in atti. Solamente certi come il male, seducono ma al tempo stesso distruggono anche colui che li prova.
    Misi in una lista tutto ciò che mi sembrava potesse distruggere quelli che provavano il male e decretai delle leggi che formarono la base della morale: non rubare, non uccidere, rispettare suo padre e sua madre, non manifestare falsamente contro il suo vicino, non bramare il suo bene, agire con temperanza, rispettare la libertà altrui.
    Così, incitavo tutti ad avere le stesse regole come il proprio vicino ed ad avere i mezzi per distinguere più chiaramente dove era la frontiera tra il bene ed il male.
    Dalla morale e dai sette comandamenti che ne risultarono, conseguirono le prime leggi che ressero la comunità.
    Ero diventato al tempo stesso capo religioso e capo politico della mia comunità; tali responsabilità mi terrificavano e mi terrificano sempre letteralmente; è un peso enorme che Dio mi ha lasciato ritirandosi del mondo.

    Dio è Mistero

    Erano di tanto più spaventoso di quanto noi potessimo mai spiegarci Dio come è: tutto ciò supera le capacità della nostra intelligenza. La nostra sola ragione ci ha fatto capire che Dio esiste e che Lui possiede tutte le perfezioni. Essa non può andare più lontano di se stessa.
    Perché la nostra intelligenza "è finita", cioè come dire limitata; mentre Dio è "infinito."
    A causa della nostra imperfezione, non possiamo comprendere un essere tanto assoluto e perfetto quale Dio perché lo vediamo essenzialmente attraverso essa.
    È sovranamente al di sopra di tutto ciò che possiamo dire o prescrivere nel suo nome.
    Non possiamo che prosternarci solamente davanti a Lui e possiamo presentarci umilmente come i mortali che lo cercano, con le nostre speranze ed i nostri dubbi sapendo che sarà al nostro fianco, importano poco i nostri errori, le nostre incomprensioni e le nostre imprecisioni al suo argomento perché siamo i Suoi bambini legati a Lui per i legami della paternità e dell'amore.

    Il male può trionfare?

    Non ho visto mai il male prevalere sul bene.
    Il Nulla malefico è in Dio, ma Dio lo sa, perché sa tutto, ivi compreso di sé. Conosce la sua parte di nefandezza, ed egli la combatte con le sue azioni, per il bene che cerca di fare, e perché ci ha creati.
    Dio ha creato gli Uomini per lui.
    Siamo i garanti che Lui mai lascerà il male prevalere in Lui sul bene se sappiamo preservare l'amore che gli portiamo.
    L'amore non è solamente la nostra ragione di vivere, è anche quella di Dio.
    Senza amore Dio, il Buono, il Giusto non è niente, e la nefandezza della malinconia lo vincono e la sua parte cattiva potrebbe un giorno, se l'abbandoniamo, distruggere il mondo.
    Ma Dio ci ha creati anche affinché lo si aiuti a respingere male il lottando contro la sua emanazione su terra: la Creatura.
    Come il nostro amore l'aiuta a lottare in Cielo, parimenti il nostro combattimento sulla terra contro questa sostiene Dio che ci ha affidato l'immenso compito di assecondarlo nella lotta contro la parte oscura di sé e dell'universo.


    II) Le beatitudini

    Ogni domenica, oramai, riunivo tutte le persone della mia comunità; era l'assemblea del popolo, quella dove si prendevano tutte le decisioni. Vi regolavamo tanto bene sia i problemi domestici, i conflitti di vicinato che la gestione della comunità e, in scambio, come dirigente della comunità, spiegavo loro i principi morali che dovevano reggere le nostre azioni per fare trionfare il bene e aiutare Dio nel suo combattimento.
    Fu così che io consegnai loro una serie di sentenze

      Benedetti siano da Dio i poveri in spirito,
      perché il Paradiso solare è per loro.
      Benedetti siano i caratteri pacifici,
      perché riceveranno la Vita Eterna in eredità.
      Benedetti siano quelli che sono nella pena,
      perché saranno consolati.
      Benedetti siano gli affamati e quelli che hanno sete di giustizia,
      perché saranno nutriti e si renderà loro giustizia.
      Benedetti siano i misericordiosi,
      perché otterranno misericordia.
      Benedetti siano i cuori innocenti,
      perché contempleranno Dio in tutto il suo splendore.
      Benedetti siano quelli che operano per la pace,
      perché saranno chiamati Figli di Dio.
      Benedico i perseguitati perché cercano la Verità,
      perché il Paradiso solare è per loro.
      Benedetti siate voi se vi si insulta, se vi si osteggia e se vi si calunnia in ogni modo a causa di Dio.
      Siate tutti nella gioia e l'esultanza, perché la vostra ricompensa sarà grande nei cieli.



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MessagePosté le: Lun Juil 24, 2023 10:13 pm    Sujet du message: Répondre en citant

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    Noam, il padre dell'onanismo


    1) In quale maniera l'eredità di Oane non fu perduta da tutti

    Dopo la distruzione di Oanilonia, i sopravvissuti si separarono in molteplici gruppi che ben presto non ebbero più nulla in comune tra loro. Quasi tutti abbandonarono anche la religione dei loro padri, poiché la caduta di Oanilonia aveva comportato anche quella della religione insegnata da Oane, e iniziarono a pregare più di un dio, inventando così il paganesimo.

    In realtà, per amor di verità, è necessario dire che solo Noam, il nipotino di Oane così come i suoi parenti e i suoi domestici, erano restati fedeli al suo pensiero, e Noam, d'altronde, fu colui che avrebbe dovuto salvare Lo Specchio di Onan dalle fiamme, opera di cui possediamo oggi, sfortunatamente, solo frammenti.
    Fu proprio a partire da questo piccolo e primitivo seme che la fede in un Dio unico fu mantenuta e poté così perpetuarsi il ramo più antico della nostra Chiesa, destinato ad essere più tardi una delle fonti dell'Aristotelismo.

    2) Noam rifletté sul disastro di Oanilonia e inventò i 3/8:

    Noam fu uno dei primi a concentrarsi sulle cause della caduta di Oanilonia e dovette redigere sull'argomento un'opera oggi perduta che servì come base a Sypouss quando mise per iscritto il Libro delle Virtù.
    Tuttavia, contrariamente a Sypouss, Noam era persuaso che l'accidia si fosse sviluppata soltanto a causa del fatto che si era creduto di non dover ridurre il tempo di lavoro degli uomini per adeguarlo al guadagno di tempo avuto grazie all'introduzione dell'uso delle macchine create dall'ingegno umano.
    La maggior parte dei maestri di mestieri, d'altronde, non facevano altro che ripetere ai propri compagni e apprendisti che bisognava lavorare di più per guadagnare sempre di più.
    L'unico risultato che si raggiunse fu un grande sfinimento morale di questi ultimi, un aumento del numero di suicidi, e infine una volontà di non obbedire più a nessuno, né ad altri uomini, né a Dio.
    Noam, d'altra parte, aveva sentito dire che questi umani recalcitranti si erano messi a venerare una grande sacerdotessa di nome Sheila che insegnava loro come il migliore momento della giornata fosse l'ora della conclusione del lavoro e che aveva redatto un'opera poetica in cui ella rimetteva in discussione la morale della sua epoca.
    "Tu mi avevi detto, al fine di darmi fiducia, che il lavoro conserva la salute, ho lavorato ogni giorno senza posa, sono stanca, omologata.
    Oane, non sei più aggiornato, parola mia, dovresti tornare velocemente a scuola, rivedere il tuo giudizio, credimi, sarebbe più prudente!"

    Così Noam decise di dividere la giornata in tre parti uguali: otto ore per il sonno, otto ore per il lavoro e otto ore per lo svago.
    E allo scopo di diversificare i piaceri degli Uomini, inventò un nuovo gioco per distrarli, il Yannick Noam, la primordiale versione del nostro Gioco di Pallacorda.

    3) Fondazione di un rito noamiano

    Se la messa fu inventata al seguito dell'ultimo pasto di Cristo, alcuni elementi non nacquero tuttavia tutti all'epoca di quest'ultimo.
    In effetti, noi possediamo ancora, a Costantinopoli, un frammento della messa noamiana che era così composta:
    il sacerdote cominciava il suo sermone con un'invocazione a Dio, al fine di indurre la sua protezione sui fedeli, poi leggeva e commentava un passo di un testo sacro di cui ignoriamo l'origine, un peccato che non ci sia pervenuto e che fu, forse, una delle fonti di lavoro dell'eccellente Sypouss, poi la cerimonia si concludeva con la benedizione della folla da parte del prete, in nome di tutta la potenza divina, poi egli augurava loro una buona settimana.
    Ancora oggi, questo rito è sempre compiuto, talvolta in alcune chiese di Costantinopoli, sotto il nome di "piccolo rito" per le messe ordinarie, ma non sapremmo dire con certezza che sia così anche per i Chierici dell'Occidente.

    4) Il sogno di Noam

    Un giorno che era addormentato, Noam fece uno strano sogno: vide un albero, o piuttosto il suo sguardo seguiva un tronco d'albero interminabile che sembrava salire dritto verso il Cielo, quando, all'improvviso, rompendo questa linea immutabile, decine di migliaia di rami incrociati e inestricabili apparirono, confondendo in modo considerevole la sua vista.
    Ebbe paura, si credette perduto nel mezzo dell'Inferno lunare e si risvegliò in un bagno di sudore, o almeno lo credette, perché, in effetti, stava ancora sognando... Un angelo gli era ora apparso e, per calmarlo, gli raccontò il suo sogno: "Ciò che hai visto, Noam, è il destino della tua Chiesa... il tronco la rappresenta, e quello che tu hai interpretato come rami, sono, in realtà, le radici di quest'albero, che affondano nella terra e che si riuniscono in un tutto unico, e che alla fine formano questo magnifico albero. La tua Chiesa sarà uguale, Noam, forte e brillante, perché migliaia di radici verranno a nutrirla: tu ne sei una, ma, dappertutto, nel mondo, anche presso i pagani, le genti rifletteranno, penseranno e apporteranno, grazie ai profeti che Dio invierà agli Uomini per guidarli verso di Lui, la loro pietra all'edificio, perché questi profeti sapranno conservare quello che, di tutte le scienze pagane, è utile a tutti, in modo che la tua Chiesa, Noam, saprà far nascere l'unità della diversità - E pluribus, unum ("e di tanti, uno") -.

    Non sappiamo come si concluse la vita di Noam, né chi, dopo di lui, venne, ma una cosa è certa, ed è che grazie a Noam e ai pensatori di cui egli aveva avuto la visione, Aristotele prima di tutto, Cristo in seguito, e la nostra Chiesa ancora oggi, grazie ai contributi numerosi che essa continua a ricevere, una Chiesa Aristotelica è potuta nascere e ha potuto continuare a vivere sino ad oggi, provando la superiorità di Dio su tutte le altre religioni che hanno finito per spegnersi, in mancanza di credenti.



    Tradotto dal Teologo Geremia, a partire dalla traduzione greca del testo siriaco, traduzione trovata in occasione del sacco di Costantinopoli nel 1204 da parte dei Crociati, e tradotto in latino da Lorenzo Valla, un vicino del defunto papa Nicola V di cui il Fratello Geremia ha scoperto l'esistenza, nascosto su uno scaffale della biblioteca vaticana.

    Traduzione:Micchan
    Revisione:Hipazia



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