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[IT] Il libro delle virtù - Parte principale
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Kalixtus
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MessagePosté le: Mer Juil 26, 2023 1:37 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    Capitolo XV
    La condanna e la crocifissione


    Potete ora capire, miei cari figliuoli, perchè sono in grado di raccontarvi ciò che accadde in seguito. Difatti mi trovavo in quello stesso luogo, esattamente dietro Christos e i miei occhi, le mie orecchie, tutti i miei sensi, erano decisamente all'erta, come succede nei momenti di grande pericolo.

    Arrivati nell'uffico del procuratore, lui ci guardò e chiese:
    "Chi di voi è colui che si fa chiamare Christos?"
    Entrambi rispondemmo all'unisono:
    "Sono io, romano!"

    Sì, figli miei, amavo Christos a tal punto che speravo di essere punito al suo posto, ecco perchè cercai di attirare i sospetti su di me... ma non ero all'altezza della mia pretesa: Pietro Ponzio non ebbe dubbi, dal momento che aveva davanti a se un uomo bello e grande, e un giovane ribelle.
    Fu così che si rivolse naturalmente al primo in questi termini:

    "Così tu sei quello che si fa chiamare il messia, la guida, lo specchio della divinità? E tu disturbi l'ordine della città?"

    "L'hai detto, buffone!" rispose di Christos.
    "Ascoltà" disse Pietro Ponzio "da quando sei arrivato a Gerusalemme le cose in città hanno cominciato ad andare male, il pane è raffermo, le verdure appassite, il pesce puzza, e la carne è nauseante. Tutto questo perchè ora la gente non vuole fare nient'altro che ascoltarti. Inoltre, indebolisci il potere di Roma e i nostri culti pagani, spacciando stupidaggini più grosse di te sull'amore, e tutte queste fesserie a cui nessuno crede! Ora, ho appena ricevuto una lamentela dal grande capo dei sacerdoti pagani, pare che tu ti sia abbeverato al suo otre. Questo è un bel problema!"

    Christos fece un gran sorriso prima di rispondere:
    "Sì, lo so. Il vostro impero si muove come la ruota di un mulino. Ogni meccanismo si trova nel posto appropriato per nascita, e puntualmente raggiunge lo scopo per cui è stato creato. E beneficiate di questo controllando la gente, e forzandola a lavorare per paghe indecenti. Ora, ecco che io, che porto la verità, sono di disturbo, non c'è da stupirsi... lo Conosco un tizio che lo dice molto bene: il primo che dice la verità, si farà ammazzare!"

    Pietro Ponzio disse allora: "Cosa, tu non approvi la schiavitù? Anche se viene applicata su altre tribù che ne fanno uso a loro volta?"

    "No" affermò Christos "la solidarietà ora deve varcare le mura della città! Siamo tutti umani, e in quanto tali creature di Dio. Per questo motivo fare lavorare un vagabondo in miniera per meno di 17 soldi è una vergogna, anche se viene da un'altra città. E farlo sudare per meno di 18 soldi, per uccidere un vitello, mucca, maiale, cucciolata, è uno scandalo!"

    Pietro Ponzio era pensieroso... dichiarò allora:
    "Christos, tu sarai bandito. Per ora sei rilasciato. Prossimo processo: Kramer contro Kramer. Ah, e non dimenticate di rilasciare Bar-Taba, oggi è il giorno dell'amnistia."

    Allora Christos si stupì dalla sentenza, e pronunciò queste parole:
    "Procuratore! Mi puoi bandire, ma in qualsiasi città mi troverò, mi comporterò esattamente allo stesso modo, e sarò lo stesso pericolo per tutti gli Imperi e le repubbliche che formano il mondo!"

    Ponzio si adirò, e gli rispose: "Dal momento che ti credi così saggio, e che mi hai fatto venire l'acidità di stomaco, sarai crocifisso come gli agitatori, e prima, dal momento che mi hai fatto perdere tempo e disturbato la digestione, sarai torturato. Non c'era bisogno di venirmi a cercare!"

    Poi Ponzio fece caso alla mia presenza, ed ebbe pietà di me e della mia giovane età, vedendomi in lacrime. Si rivolse a una delle sue guardie dicendogli:
    "Quanto a lui, levatemelo di torno, andate via!"

    Ma Christos mi afferrò per la manica, e fece in tempo a sussurrarmi all'orecchio:
    "Il mio corpo soffrirà mille torture, ma questo affinchè la vostra anima non le debba subire. Quando pregherete l'Altissimo, consacrate il pane e il vino dell'amicizia, simboli del mio corpo e del mio sangue, per non dimenticare mai il mio sacrificio per voi. Inoltre rendete anche omaggio a coloro che, nella loro virtù, saranno esempio ai vostri occhi dell'amore che è dovuto a Dio. In verità, non esiste omaggio più grande a Dio che amare senza nulla chiedere in cambio."

    Queste ultime parole furono gridate, perchè stavano conducendo Christos nella cella, mentre delle guardie mi afferrarono per gettarmi fuori.

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Kalixtus
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MessagePosté le: Mer Juil 26, 2023 1:38 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    Capitolo XVI
    La sua morte e la sua ascesa al paradiso


    Fu un momento orribile!!! Quando caddi per strada, le guardie cominciarono a calciarmi e picchiarmi, ma ero così arrabbiato per ciò che avevo appena visto che non sentii nè la durezza del lastricato nè le suole dei loro sandali. La fiducia di Christos mi diede un'illuminazione, e compresi finalmente l'enormità della Storia di questo uomo.

    Mi alzai, piangendo, e percorsi le strade della città, senza più sapere dove andare... Gli oziosi mi guardavano con curiosità, alcuni con compassione, altri divertiti. Poi, all'improvviso, udii il suono di una tromba romana... Istintivamente mi diressi in direzione del suono, e i miei passi mi portarono a un luogo molto ampio.

    La coorte dei legionari era riunita attorno a Christos, con Ponzio e il Gran sacerdote pagano in testa, a cavallo. Si dirigevano tutti, in un lento corteo, verso la collina dei condannati... Una folla sempre più numerosa, il cui clamore riempiva le strade e saliva verso il cielo, li seguiva.
    Nulla poteva fermare il convoglio, nemmeno le grida di Natchiachia e degli apostoli...

    Assieme a Christos venivano portati altri due, entrambi condannati per speculazione: i loro nomi erano Black e Decker. Questi criminali sarebbero stati squartati.

    La salita fu dolorosa e stancante, specialmente in quella giornata calda e triste. Il sole illuminava la natura e la città, coprendola con uno strato di inquietudine e tensione. Ma questo non impedì alla folla di riunirsi e di piangere per la morte di un uomo che avevano appena iniziato ad amare.

    Pietro Ponzio e il Gran Sacerdote pagano, che non erano stanchi, pochè erano a cavallo, raggiunsero a breve la cima della collina. Vedendo la folla accalcarsi, decisero che la punizione di Christos per aver disturbato l'ordine della città e per aver predicato contro le credenze degli empi sacerdoti, doveva essere esemplare.

    Christos fu frustato per più di un'ora dalle guardie, ma non un solo gridò uscì dalla sua bocca. Resistette alle loro peggiori frustate con un'aria calma e serena.

    Allora i torturatori lo presero in giro per la sua fede e insultarono Dio, sperando di scatenare la sua rabbia. Ma non rispose mai loro, anche quando lo legarono con delle corde che strinsero strette con un verricello, secondo i voleri del grande sacerdote.
    Christos rimase immobile come marmo davanti alla crudeltà di questi uomini, solo nella sua sofferenza e nel suo dolore, ma supportato dalla fede in Dio. Il suo volto non era mai stato bello come in quel momento. La sua angoscia era passata e restavano sui suoi lineamenti solo le espressioni di amore profondo e di una grande pace interiore.

    I romani e i pagani decisero allora di passare a una punizione più seria. Ordinarono dunque che la crocifissione avesse luogo.

    Inchiodarono Christos a una grande croce di legno, che poi issarono sulla cima della collina. E così Christos si trovò là in alto, dominando tutti gli altri esseri umani... Come un agnello, era stato sacrificato sull'altare dell'ordine stabilito, poichè aveva messo in discussione la società del tempo e i suoi falsi valori.

    Christos morì dopo ore di agonia... agonia durante la quale pregava l'Altissimo e guardava gli uomini amassati sotto al sole. Fu solamente quella sera, quando l'aria si rinfrescò e il cielo si scurì, che morì esalando l'ultimo respiro.

    Fu a quel punto che dal cielo un grande raggio di luce squarciò le nubi nere e minacciose e avvolse il corpo di Christos. E senza far sparire questo alone luminoso, dei tuoni rimbombarono nel cielo, e all'improvviso dei fulmini terrificanti calarono dal cielo, colpendo violentemente il suolo, come a volerlo punire per aver lasciato che questo crimine tremendo venisse perpetrato... In una terrificante esplosione della violenza degli elementi, fu il turno di una pioggia battente, che allontanò i romani dalla collina dei condannati e inzuppò il terreno, come per lavarlo dal sangue di Christos; questo sangue che si poteva vedere fluire giù dal pendio, mescolato al sangue al sudore e alle lacrime degli altri condannati.

    Ma dopo un istante la natura si calmò, la pioggià smise di cadere, i fulmini cessarono, i tuoni rimbomanti si fecero silenziosi e le nuvole sparirono, vinte da un raggio di luce sempre più grande che ora innondava la collina.

    Fu allora che vedemmo apparire, in questo alone benigno, una nube di angeli celestiali. Discesero tutti dal cielo con grazia, volando sopra alla collina. Raccolsero il corpo del messia, guida e specchio della divinità, e lo assunsero in cielo, portandolo con loro per unirsi al trono di Dio.

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