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[RP] Sancta Roma ~ Sainte-Rome

 
Poster un nouveau sujet   Répondre au sujet    L'Eglise Aristotelicienne Romaine The Roman and Aristotelic Church Index du Forum -> La place d'Aristote - Aristote's Square - Platz des Aristoteles - La Piazza di Aristotele -> Les faubourgs de Rome - The suburbs of Rome - Die Vororte von Rom - I Sobborghi di Roma
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Jul.



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MessagePosté le: Sam Juin 07, 2014 12:19 pm    Sujet du message: [RP] Sancta Roma ~ Sainte-Rome Répondre en citant

    {21 aggio, oma}

Una giornate come le altre sul cielo di Roma, vergato di bianco da qualche nuvola di passaggio e dai raggi del sole che riscaldavano quasi fosse già estate.
Per Giuliano però quel giorno era assai diverso dagli altri, dismessi finalmente i panni del "legato" gli era stato concesso in via straordinaria dalla madre di poter visitare la Basilica di San Tito per onorare sant'Arvaldo, la cui commemorazione ricadeva proprio quel giorno. Era il santo patrono della cancelleria pontificia che proprio per questo durante l'arco di quel dì sarebbe stata chiusa, lasciando così il piccolo de' Medici libero dai suoi compiti di ambasciatore presso la Santa Sede.

Il decenne salì quindi sulla carrozza. Per la prima volta non si sarebbe dovuto avviare verso Palazzo San Benedetto o qualche aulica cerimonia ufficiale, sarebbe stata solo un'informale scampagnata e nessuno per l'occasione avrebbe richiesto a lui di essere qualcosa di più di un semplice ragazzino, il che lo rincuorava assai. Quel tempo passato nella città Eterna lo aveva reso avvezzo ad ogni sorta di cerimoniale, di rito e trattamento, aveva imparato bene la sua piccola ma comunque difficile parte però nulla poteva cancellare il fatto che rimasse sempre e solo un ruolo che rivestiva quando doveva, non era lui ma semplicemente fingeva di essere qualcun altro. Protocolli ed etichette quindi non gli erano ancora entrati nel sangue e nella carne ma erano semplici abiti che indossava e rindossava quando gli era necessario.

Tra l'altro aveva cominciato a impratichirsi anche nel mostrarsi freddo e senza emozioni, ad accennare con il viso senza far travisare nulla di quello che gli tuonava nell'animo o nel cuore, nel fare sorrisi che non fossero veri sorrisi, a capire quale gesto, quale cenno bisognasse fare in una o nell'altra occasione, a imparare come una cosa o l'altra potesse influenzare il discorso. Ancora non aveva appreso l'abilità nel saper parlare: durante le sedute per la redazione del Concordato, infatti, aveva aperto bocca pochissimo ma, per lo meno, aveva avuto il gran privilegio di ascoltare e di vedere chi aveva invece moltissima esperienza in quell'arte. Sarebbe stato anche lui all'altezza di loro? Giuliano preferiva non porsi quella domanda che gli doleva più che essergli da stimolo.

Uno schiocco di frusta ai cavalli e la carrozza partì, seguita da due guardie a cavallo, verso la poco distante Via Papalis. Certo che la massa romana era quanto mai qualcosa di composito: si poteva osservare gente di ogni sorta dai bottegai intenti alla loro arte, ai mercantanti che urlavano nel tentativo di vendere le loro merci, dagli approfittatori con l'occhio allenato a capire chi avesse un borsello abbastanza pieno e la testa abbastanza vuota, ai venditori di reliquie vere o false che fossero (in effetti da come poté udire lo stesso mediceo erano in 5 o 6 coloro che dichiaravano di vendere l'unico vero coltello con cui era stato ucciso Sant'Enrico Lescurio), dai meri ladri dalle mani leste, ai pellegrini di ogni sorta e di ogni nazione, dagli ecclesiastici nei loro pregiati abiti talari, ai comuni pezzenti sempre speranzosi nella generosità di chi passava per strada (l'elemosina d'altronde estingueva il peccato come l'acqua fa col fuoco). Ogni tanto una carrozza svettava per via o magari qualche carriola trascinata da un asino oppure anche da qualche villico.

Era così Roma ai tempi dei Cesari? La domanda gli trapassò la mente senza nemmeno sapere da dove fosse venuta, sapeva solo che gli era caduta in grembo (e, a essere sinceri, non era la prima volta che succedeva). Non vi posò il pensiero, semplicemente come era apparsa il decenne la gettò via cercando di non prestagli attenzione (come aveva fatto anche tutte le altre volte). In cuor suo voleva evitare di sapere la risposta ma allo stesso tempo non aveva il coraggio di ammetterlo a sé stesso.

Un violento sobbalzo che scosse tutto il veicolo interruppe al fine ogni pensiero. La carrozza proseguì un poco per poi fermarsi. "Padrone" chiamò gentilmente il cocchiere, pareva ci fosse un fondo di preoccupazione nel suo parlare "credo che ci siamo scontrati con un altra carrozza". Giuliano decise di scendere, un paggio venne quindi ad aprirgli la scaletta pieghevole sul fondo dello sportello e lo aiutò con una mano a fare il breve tragitto. Un'altra carrozza, poco distante, se ne stava insolitamente piegata: la ruota era stata spezzato molto probabilmente dallo scontro appena avvenuto.



Citation:
HRP // Il GdR avviene tra il Jul. e Philipdikingsbridge, ma è aperto a tutti coloro che vogliono intervenire ovviamente in linea con la ruolata.
L'unica cosa che prego di fare prima di postare è quella di avvisarmi via pm in game, grazie in anticipo!

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Philipdikingsbridge



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MessagePosté le: Jeu Juin 19, 2014 6:05 pm    Sujet du message: Répondre en citant

La mattinata, alle quattro ante meridiem, era iniziata nel migliore dei modi possibile. Aveva ricevuto notizia che i campi intorno al podere che deteneva nel Regno avevano ricominciato a produrre.
Dopo i mesi invernali che avevano falcidiato la produzione e le messi finalmente sarebbe tornato a mietere grano e quindi a produrre, grazie ai mugnai che lo servivano, il pane per i poveri. E tanti ne erano morti a causa di quel problema durante il gelo.
In più si era ritrovato più in forma di quanto lo era stato la sera che si era coricato.
Il dolore della ferita alla gamba destra che si era procurato dopo la crociata in Francia, e che lo tormentava ogni giorno perchè, la spada di un soldato nemico, aveva toccato leggermente l'osso, sembrava che si fosse attenuato di parecchio.
Ringraziato il Signore con le lodi mattutine, era stato aiutato a vestirsi e, sorto il sole, era sceso nelle stalle del suo palazzo dove la carrozza già lo attendeva.
Direzione notaio! Aveva da sbrigare incombenze burocratiche prima di recarsi dal Papa.
Entrò nell'abitacolo e si assicurò di ricordare al suo cocchiere di andare piano perchè, la mattina, il suo stomaco mal sopportava i sobbalzi del selciato malmesso.

Ci fu un leggero vuoto alla sua testa che poi si ripercosse su tutto il corpo in un istante fulmineo. Quando si accorse che non era qualche prodigio mistico che lo stava innalzando al cielo ma che la carrozza prima si era capovolta e poi si era adagiata sul fianco, bestemmiò non poco e non si curò di preoccuparsi se qualcuno l'avesse udito visto il dolore alla spalla che quell'incidente inaspettato gli aveva procurato.

Il cocchiere era stato sbalzato lontano sulla strada e, picchiata la testa sul terreno, se ne stava disteso per lungo soccorso dai passanti.
Nessuno in un primo istante accorse verso di lui che a causa dei dolori e dell'età non più giovane, dovette gridare aiuto perchè non riusciva ad uscire dall'abitacolo.


Aiutatemi! Vi Prego! Sono bloccato nella carrozza!
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Jul.



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MessagePosté le: Sam Juil 05, 2014 8:08 pm    Sujet du message: Répondre en citant

"Aiutatemi! Vi Prego! Sono bloccato nella carrozza!"

La voce, maschile, roboante e piena di dolore, usciva fuori dalla carrozza inclinata che Giuliano si era ritrovato davanti. Preoccupato per quello che era successo ordinò subito ai suoi due paggi di andare ad aiutare che si trovasse all'interno del veicolo con cui avevano fatto l'incidente. Un uomo, solo allora il de' Medici lo notò, se ne stava svenuto sul suolo della strada, il piccolo ipotizzò che fosse il cocchiere che sbalzato era andato a sbattere contro il terreno svenendo. Nel frattempo, gente si attorniava con occhi ed orecchie curiose a quel luogo cercando di capire cosa succedesse, donne con anfore in testa, gente dai luoghi bastoni da pellegrini e artigiani con i carretti in mano o sacchi in spalla. Era un evento un nuovo e di certo non volevano perderselo, avrebbero poi commentato presso le loro dimore o qualche locanda, magari davanti a un bel bicchiere di vino, quel fatto in modo da cambiare le solite chiacchiere.

I paggi estrassero quindi un uomo che mostrava nel viso e nel corpo tutta la pesantezza dei suoi anni, i capelli scuri con leggere e striature di grigio e una barba altrettanto scura gli incoronava la mascelle. Pareva assai scosso da quello che gli era appena accaduto. Giuliano non poté non notare le vesti che portava, rosso porpora con eleganti e bianchissimi pizzi, la mozzetta scarlatta, una grande croce d'oro che gli scendeva dal collo. Non c'erano dubbi, si tratta di un Cardinale della Santa Chiesa. Realizzato chi aveva davanti, al decenne pareva quasi di aver commesso un sacrilegio. Con l'animo perturbato e pieno di timidezza si avvicinò quindi all'alto prelato, sostenuto da entrambi i paggi.

"Eminentissimo" disse facendo un profondo inchino come aveva imparato a fare, un leggero tocco di labbra all'anello del chierico. "Il mio è stato un atto imperdonabile ma chiedo comunque umilmente il perdono di Vostra Eminenza. Ovviamente la mia carrozza sarà a vostra completa disposizione fino a che ne avrete bisogno e qualunque cosa necessitate non avete che da chiedere". Disse quella parole senza fermarsi, senza una pausa, il timore aveva cinto d'assedio il suo cuore, gli occhi bassi che non reggevano davanti alla vista del disastro che aveva combinato.

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Philipdikingsbridge



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MessagePosté le: Jeu Juil 10, 2014 4:30 pm    Sujet du message: Répondre en citant

L'alto prelato fu estratto, non senza fatica, dall'abitacolo della carrozza e malconcio e dolorante si appoggio ai suoi soccorritori prima di realizzare di aver scampato il pericolo.
Cercò con i suoi occhi indagatori, che avevano visto inquisiti e crociate durante la loro vita, la causa di quella sciagura!
La sua carrozza, costatagli un occhio della testa, era gravemente danneggiata e la sua ferita alla gamba gli doleva come non mai, rendendo necessario accomodare il suo peso sull'asse spezzato delle ruote che ora giravano sollevate da terra e completamente deformi.

Quando un giovane, ben vestito e dai modi compunti, gli si avvicinò con tutta la contrizione nella voce, capì che era stata la sua medesima carrozza a far capitare quell'incidente.
Solo la sua calma incrollabile gli fece dire:


Messere, se oggi si fosse versato sangue purpureo su questo selciato, avreste compromesso quello che di buono i vostri cari hanno realizzato con voi, a quanto vedo!
Avreste avuto troppi grattacapi con la guardia pontificia!
Siete una persona di alto lignaggio si nota dai vostri modi e dal vostro portamento e per questo sono propenso a dissuadere la mia parte negativa nel perseguire quest'atto ma, scegliete con cura i vostri cocchieri, non vorrei dovermi guardare titubante ogni qual volta che esco per la strada! Ho partecipato a ben diversi e cruenti eventi nella mia esistenza, rimanendone illeso, per potermi permettere di perire in tal insulso modo.
Ma, sbaglio o non siete romano?


E nel mentre proferiva quella domanda disse appresso:

Datemi una mano ad alzarmi di nuovo! E portatemi dal mio cerusico! Voglio vedere se sono intatto! I miei affari sono saltati oramai!
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Jul.



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MessagePosté le: Mer Juil 16, 2014 1:39 am    Sujet du message: Répondre en citant

Ogni parola del cardinale era come un mattone in testa o per lo meno fu quella la sensazione che provò nel suo cuore, gli occhi perpetuamente volti verso le pietre sporche della strada ai suoi piedi. La Via Papalis era una delle principali vie romane e per questo aveva l'immenso privilegio di essere lastricata anche se il maggior lavoro risaliva ancora a epoche antiche, come si poteva ben vedere, mentre il resto era di un raffazzonato impressionante. La maggior parte delle viuzze o delle strade più periferiche erano solo terra compressa dai passi e dalle ruote che la solavano ogni giorno con giusto qualche ciuffo di erba, magari ingiallita, qua e là, ogni tanto un casuale sasso che tornava alla luce.

"...Ma, sbaglio o non siete romano?"

Non si era aspettato quella domanda, credeva che il porporato avrebbe continuato ancora a rimproverarlo come era giusto che fosse ma invece, così all'improvviso, gli aveva posto quella domanda. Preso alla sprovvista, il giovane rimase come a boccheggiare senza riuscire ad emettere nemmeno l'ombra di un suono, solo silente aria. Ma l'anziano chierico non aveva nessuna intenzione di perdere tempo ad aspettare che quel piccoletto riuscisse a trovare la voce smarrita chissà dove.

"Datemi una mano ad alzarmi di nuovo! E portatemi dal mio cerusico! Voglio vedere se sono intatto! I miei affari sono saltati oramai!"

Giuliano offrì a lui il braccio, come gli era stato insegnato di fare, e il cardinale gli si appoggiò sganciandosi dalla presa dei due paggi. Era molto pesante e aiutarlo nel camminare gli dava un sacco di problemi ma gli parve quella fosse una giusta espiazione all'atto che aveva fatto. Aiutò quindi l'Eminenza ad attraversare gli scalini pieghevoli della sua carrozza e a farlo comodamente sedere su uno dei due lunghi sedili in velluto rosso porpora.

"Sono fiorentino, Illustrissimo" disse quindi come si trovasse ancora in strada nel momento preciso in cui l'anziano gli aveva fatto la fatidica domanda. Quanto stupido doveva apparire in quel momento. "Il mio nome è Giuliano di Lorenzo Ottaviano de' Medici" concluse quindi sperando in qualche modo di poter salvare il salvabile della di lui persona agli occhi del sant'uomo. "Se ci direte ove si trova il vostro palazzo, vi scorteremo con immenso piacere e il più rapidamente possibile, ve lo assicuro, Piissimo".

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