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MessagePosté le: Sam Avr 06, 2019 10:26 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Révocation de Son Éminence Samuele Borgia



    Nous, Arduino Della Scala, à titre de Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus,
    Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV


      Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la révocation de Samuele Borgia [Samuele] du rang de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition.
      Cette décision est prise suite de sa démission.



    Ad Maiorem Dei Gloriam

    Donné à Rome le VI jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.




    Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
    Arduino Della Scala, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.



Code:
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[list][img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18][color=#FFCC00][b]Révocation de Son Éminence Samuele Borgia[/b][/color][/size]



[b]Nous, Arduino Della Scala, à titre de Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus,[/b]
[b]Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV [/b]


[list] [color=black]Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la révocation de [/color][b][color=#FFCC00]Samuele Borgia[/color][/b][color=black] [size=9][Samuele][/size] du rang de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition.
Cette décision est prise suite de sa démission.

[/color][/list]

[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]

Donné à Rome le VI jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.


[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

[i]Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
Arduino Della Scala, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.[/i][/list]
[/quote]

_________________

Cardinal-Bishop † Dean of the Sacred College of Cardinals † Grand Audiencier of the Holy See † Vice Chancellor of the Pontifical Chancellery † Archbishop of Strasbourg † Governor of the Patrimony of Titus † Prince of Viterbo † Marquis of Santa Marinella ♝Il cielo e la terra♗
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MessagePosté le: Ven Avr 12, 2019 11:33 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:
Citation:





    Reintegrazione di Beatrice Cybo-Malaspina "Beatricee"


    Noi, Arduino Della Scala, Cardinale Decano del Sacro Collegio, per volontà e decisione di Sua Santità Sisto IV, Sommo Pontefice e Papa della Chiesa Universale, dinnanzi all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti, Aristotele e Christos,


    Facciamo annuncio della reintegrazione di Beatrice Cybo-Malaspina [Beatricee] in seno alla Comunità dei Fedeli.
    Dopo aver ricevuto e studiato la sua lettera di abiura e pentimento, Sua Santità ha deciso che fosse giunto il momento per la Santa Chiesa di riaprire le proprie braccia a questa figlia penitente.
    Pertanto, il Santissimo Padre, Sisto IV, per la Sua Suprema Autorità Apostolica, ha deciso e ordinato, e attraverso questo editto perpetuo e definitivo, dichiara, statuisce e ordina la rimozione della scomunica apostolica comminata alla suddetta Beatrice e il suo pieno reintegro nei diritti di battezzata.
    Quale ultima penitenza e per redimere sé stessa innanzi all'Altissimo, Sua Santità ha prescritto per lei l'obbligo di confessarsi presso il Cardinale Italico Inquisitore e di frequentare i corsi di Pastorale presso un Seminario riconosciuto.
    Possa ella sempre vivere d'ora innanzi nella Luce dell'Altissimo e secondo gli insegnamenti della Sua Santa Chiesa.


    Ad Maiorem Dei Gloriam



    Fatto a Roma, l'XI giorno del IV mese dell'Anno di Grazia MCDLXVII, primo del pontificato di Sua Santità Sisto IV.



    In nome di Sua Santità, Papa Sisto IV,
    Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.



Citation:


DICHIARAZIONE DI ABIURA E PROFESSIONE DI FEDE DI Beatricee

Sua Santità, il Santissimo Padre Sisto IV, Sommo Pontefice, Suprema Autorità Terrena
Alla Congregazione della Santissima Inquisizione,
A chiunque leggerà o si farà leggere queste parole
Saluti

Io, Beatrice Cybo-Malaspina
Mi presento in questo giorno al mondo e all'universalità dei fedeli, riuniti nella Santa Chiesa Aristotelica Romana, come un penitente molto contrito e molto obbediente;
Non potendo più sopportare le tenebre in cui mi costringe il mio allontanamento dalla Vera Fede;
Consapevole delle mie passate azioni e della scomunica che da esse ho generato;
Desiderando fare ammenda per i miei innumerevoli errori e ritornare nella chiara purezza della Grazia Divina;

Affermo pubblicamente in questo giorno di avere abiurato le mie incongruenze ed erronee credenze che sono all'origine della mia condotta riprovevole e che esse sono solo errori che mi hanno portato alla colpa suprema dannando così la mia anima all'Inferno Lunare. Pertanto, desidero pentirmi dei miei errori, dei miei crimini e delle mie trasgressioni davanti all'Altissimo per mezzo della Sua Santissima Chiesa Aristotelica Romana.

Dichiaro e ammetto dinanzi a tutti:
Che non vi è altro profeta all’infuori di Aristotele e Christos;
che la simbiosi della loro Rivelazione costituisce il Messaggio Divino, perfetto e immutabile e che il loro messaggio è complementare ed indispensabile per la comprensione degli altri e della fede aristotelica;
Che la Santa Chiesa è stata istituita dal Messia Christos, Secondo Profeta del Creatore, e che Sua Santità il Papa, così come San Titus, è il Suo Venerabile Successore, posto a capo della Chiesa per volontà divina e incaricato di rappresentare Dio sulla terra come Suo Vicario;
Che la Santa Chiesa è stata costruita insieme agli Apostoli, i cui unici successori sono i vescovi e cardinali della Santa Chiesa Aristotelica così come Christos aveva previsto e voluto che fosse;
Che in virtù di questa successione apostolica esiste un’Unica, Vera, Santa e Universale Chiesa Aristotelica, unica detentrice del ministero divino, per la promozione, diffusione e applicazione della volontà divina. Che Essa è indivisibile e che nessun'altra chiesa possa pretendere di essere aristotelica o di essere l’Istituzione dell’Altissimo;
Che il Libro delle Virtù è la base del Dogma Aristotelico e della Santa Dottrina della Chiesa; che il Dogma è indiscutibile, inalienabile, indivisibile e imperituro;
Che la Salvezza delle Anime si ottiene solo attraverso una vita virtuosa, così come insegnata dal clero, e attraverso l’intercessione dei Sacramenti da esso celebrati;
Che il Diritto Canonico è la Santa Legge della Comunità Aristotelica ed è il prodotto diretto dalla Volontà Divina; che esso ordina e regola la Santa Chiesa e la Comunità dei Fedeli secondo il Dogma e che ogni aristotelico deve attenervisi per conformarsi alle Virtù.

Avendo pubblicamente riconosciuto i miei errori e peccati;
Affermando di avere piena coscienza delle loro conseguenze;
Poiché credo e professo la mia convinzione nella Verità della Rivelazione Divina e nella Santa Chiesa incaricata di vegliarLa e conservarLa:
Dichiaro di implorare Dio di perdonare le mie trasgressioni, la Santissima Inquisizione e la Santa Chiesa tutta di valutare la mia abiura e il mio sincero desiderio di far di nuovo parte della Comunità dei Fedeli Aristotelici ritrovando me stesso, da ora e per sempre, in grazia di Dio a Lui piacendo.Possa l'Altissimo guidare d’ora in poi tutti i miei passi e far scendere la Sua misericordia su di me.

Fatto a Modena il 13 Marzo 1467

L’umile penitente
Beatrice Cybo_Malaspina

Sotto la direzione di



Garante compassionevole della conformità della presente dichiarazione al Dogma, alla Dottrina e al Diritto Canonico,



Code:
[quote][quote]
[list] [img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18] [color=#FFCC00] [b]Reintegrazione di Beatrice Cybo-Malaspina "Beatricee"[/b] [/color] [/size]


[b] Noi, Arduino Della Scala, Cardinale Decano del Sacro Collegio, per volontà e decisione di Sua Santità Sisto IV, Sommo Pontefice e Papa della Chiesa Universale, dinnanzi all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti, Aristotele e Christos,[/b]


Facciamo annuncio  della reintegrazione di [b]Beatrice Cybo-Malaspina[/b][size=9][b][color=#FFCC00] [url=https://www.lesroyaumes.com/FichePersonnage.php?login=beatricee][Beatricee][/url][/color][/b][/size] in seno alla Comunità dei Fedeli.
Dopo aver ricevuto e studiato la sua lettera di abiura e pentimento, Sua Santità ha deciso che fosse giunto il momento per la Santa Chiesa di riaprire le proprie braccia a questa figlia penitente.
Pertanto, il Santissimo Padre, Sisto IV, per la Sua Suprema Autorità Apostolica, ha deciso e ordinato, e attraverso questo editto perpetuo e definitivo, dichiara, statuisce e ordina la rimozione della scomunica apostolica comminata alla suddetta Beatrice e il suo pieno reintegro nei diritti di battezzata.
Quale ultima penitenza e per redimere sé stessa innanzi all'Altissimo, Sua Santità ha prescritto per lei l'obbligo di confessarsi presso il Cardinale Italico Inquisitore e di frequentare i corsi di Pastorale presso un Seminario riconosciuto.
Possa ella sempre vivere d'ora innanzi nella Luce dell'Altissimo e secondo gli insegnamenti della Sua Santa Chiesa.


[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]



[i]Fatto a Roma, l'XI giorno del IV mese dell'Anno di Grazia MCDLXVII, primo del pontificato di Sua Santità Sisto IV.[/i]

[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

[i]In nome di Sua Santità, Papa Sisto IV,
Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.[/i][/list]
[/quote]

[quote]
[img]http://funkyimg.com/i/2SkG6.png[/img]
DICHIARAZIONE DI ABIURA E PROFESSIONE DI FEDE DI [color=black]Beatricee
[/color]
Sua Santità, il Santissimo Padre Sisto IV, Sommo Pontefice, Suprema Autorità Terrena
Alla Congregazione della Santissima Inquisizione,
A chiunque leggerà o si farà leggere queste parole
Saluti

Io, [color=black]Beatrice Cybo-Malaspina[/color]
Mi presento in questo giorno al mondo e all'universalità dei fedeli, riuniti nella Santa Chiesa Aristotelica Romana, come un penitente molto contrito e molto obbediente;
Non potendo più sopportare le tenebre in cui mi costringe il mio allontanamento dalla Vera Fede;
Consapevole delle mie passate azioni e della scomunica che da esse ho generato;
Desiderando fare ammenda per i miei innumerevoli errori e ritornare nella chiara purezza della Grazia Divina;

Affermo pubblicamente in questo giorno di avere abiurato le mie incongruenze ed erronee credenze che sono all'origine della mia condotta riprovevole e che esse sono solo errori che mi hanno portato alla colpa suprema dannando così la mia anima all'Inferno Lunare. Pertanto, desidero pentirmi dei miei errori, dei miei crimini e delle mie trasgressioni davanti all'Altissimo per mezzo della Sua Santissima Chiesa Aristotelica Romana.

Dichiaro e ammetto dinanzi a tutti:
Che non vi è altro profeta all’infuori di Aristotele e Christos;
che la simbiosi della loro Rivelazione costituisce il Messaggio Divino, perfetto e immutabile e che il loro messaggio è complementare ed indispensabile per la comprensione degli altri e della fede aristotelica;
Che la Santa Chiesa è stata istituita dal Messia Christos, Secondo Profeta del Creatore, e che Sua Santità il Papa, così come San Titus, è il Suo Venerabile Successore, posto a capo della Chiesa per volontà divina e incaricato di rappresentare Dio sulla terra come Suo Vicario;
Che la Santa Chiesa è stata costruita insieme agli Apostoli, i cui unici successori sono i vescovi e cardinali della Santa Chiesa Aristotelica così come Christos aveva previsto e voluto che fosse;
Che in virtù di questa successione apostolica esiste un’Unica, Vera, Santa e Universale Chiesa Aristotelica, unica detentrice del ministero divino, per la promozione, diffusione e applicazione della volontà divina. Che Essa è indivisibile e che nessun'altra chiesa possa pretendere di essere aristotelica o di essere l’Istituzione dell’Altissimo;
Che il Libro delle Virtù è la base del Dogma Aristotelico e della Santa Dottrina della Chiesa; che il Dogma è indiscutibile, inalienabile, indivisibile e imperituro;
Che la Salvezza delle Anime si ottiene solo attraverso una vita virtuosa, così come insegnata dal clero, e attraverso l’intercessione dei Sacramenti da esso celebrati;
Che il Diritto Canonico è la Santa Legge della Comunità Aristotelica ed è il prodotto diretto dalla Volontà Divina; che esso ordina e regola la Santa Chiesa e la Comunità dei Fedeli secondo il Dogma e che ogni aristotelico deve attenervisi per conformarsi alle Virtù.

Avendo pubblicamente riconosciuto i miei errori e peccati;
Affermando di avere piena coscienza delle loro conseguenze;
Poiché credo e professo la mia convinzione nella Verità della Rivelazione Divina e nella Santa Chiesa incaricata di vegliarLa e conservarLa:
Dichiaro di implorare Dio di perdonare le mie trasgressioni, la Santissima Inquisizione e la Santa Chiesa tutta di valutare la mia abiura e il mio sincero desiderio di far di nuovo parte della Comunità dei Fedeli Aristotelici ritrovando me stesso, da ora e per sempre, in grazia di Dio a Lui piacendo.Possa l'Altissimo guidare d’ora in poi tutti i miei passi e far scendere la Sua misericordia su di me.

Fatto a Modena  il 13 Marzo  1467

L’umile penitente
[i][b]Beatrice Cybo_Malaspina[/b][/i]

Sotto la direzione di
[img]https://i.postimg.cc/TPNmd674/firma-attanasio.png[/img]
[img]http://i67.tinypic.com/ddnmrr.png[/img]

Garante compassionevole della conformità della presente dichiarazione al Dogma, alla Dottrina e al Diritto Canonico,

[img]http://funkyimg.com/i/2SkFL.png[/img][img]http://funkyimg.com/i/2SkFU.png[/img][/quote][/quote]

_________________

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MessagePosté le: Ven Avr 12, 2019 11:35 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:
Citation:





    Reintegrazione di Cassorni Degli Angeli "Cassorni"


    Noi, Arduino Della Scala, Cardinale Decano del Sacro Collegio, per volontà e decisione di Sua Santità Sisto IV, Sommo Pontefice e Papa della Chiesa Universale, dinnanzi all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti, Aristotele e Christos,


    Facciamo annuncio della reintegrazione di Cassorni Degli Angeli [Cassorni] in seno alla Comunità dei Fedeli.
    Dopo aver ricevuto e studiato la sua lettera di abiura e pentimento, Sua Santità ha deciso che fosse giunto il momento per la Santa Chiesa di riaprire le proprie braccia a questa figlia penitente.
    Pertanto, il Santissimo Padre, Sisto IV, per la Sua Suprema Autorità Apostolica, ha deciso e ordinato, e attraverso questo editto perpetuo e definitivo, dichiara, statuisce e ordina la rimozione della scomunica apostolica comminata alla suddetta Cassorni e il suo pieno reintegro nei diritti di battezzata.
    Quale ultima penitenza e per redimere sé stessa innanzi all'Altissimo, Sua Santità ha prescritto per lei l'obbligo di confessarsi presso il Cardinale Italico Inquisitore, di frequentare i corsi di Pastorale presso un Seminario riconosciuto e di recarsi in pellegrinaggio attraversando tutto il Ducato di Modena e pregando in ogni chiesa facendo riferimento alla propria abiura.
    Possa ella sempre vivere d'ora innanzi nella Luce dell'Altissimo e secondo gli insegnamenti della Sua Santa Chiesa.


    Ad Maiorem Dei Gloriam



    Fatto a Roma, l'XI giorno del IV mese dell'Anno di Grazia MCDLXVII, primo del pontificato di Sua Santità Sisto IV.



    In nome di Sua Santità, Papa Sisto IV,
    Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.



Citation:


DICHIARAZIONE DI ABIURA E PROFESSIONE DI FEDE DI Cassorni

Sua Santità, il Santissimo Padre Sisto IV, Sommo Pontefice, Suprema Autorità Terrena
Alla Congregazione della Santissima Inquisizione,
A chiunque leggerà o si farà leggere queste parole
Saluti

Io, Cassorni degli Angeli
Mi presento in questo giorno al mondo e all'universalità dei fedeli, riuniti nella Santa Chiesa Aristotelica Romana, come un penitente molto contrito e molto obbediente;
Non potendo più sopportare le tenebre in cui mi costringe il mio allontanamento dalla Vera Fede;
Consapevole delle mie passate azioni e della scomunica che da esse ho generato;
Desiderando fare ammenda per i miei innumerevoli errori e ritornare nella chiara purezza della Grazia Divina;

Affermo pubblicamente in questo giorno di avere abiurato le mie incongruenze ed erronee credenze che sono all'origine della mia condotta riprovevole e che esse sono solo errori che mi hanno portato alla colpa suprema dannando così la mia anima all'Inferno Lunare. Pertanto, desidero pentirmi dei miei errori, dei miei crimini e delle mie trasgressioni davanti all'Altissimo per mezzo della Sua Santissima Chiesa Aristotelica Romana.

Dichiaro e ammetto dinanzi a tutti:
Che non vi è altro profeta all’infuori di Aristotele e Christos;
che la simbiosi della loro Rivelazione costituisce il Messaggio Divino, perfetto e immutabile e che il loro messaggio è complementare ed indispensabile per la comprensione degli altri e della fede aristotelica;
Che la Santa Chiesa è stata istituita dal Messia Christos, Secondo Profeta del Creatore, e che Sua Santità il Papa, così come San Titus, è il Suo Venerabile Successore, posto a capo della Chiesa per volontà divina e incaricato di rappresentare Dio sulla terra come Suo Vicario;
Che la Santa Chiesa è stata costruita insieme agli Apostoli, i cui unici successori sono i vescovi e cardinali della Santa Chiesa Aristotelica così come Christos aveva previsto e voluto che fosse;
Che in virtù di questa successione apostolica esiste un’Unica, Vera, Santa e Universale Chiesa Aristotelica, unica detentrice del ministero divino, per la promozione, diffusione e applicazione della volontà divina. Che Essa è indivisibile e che nessun'altra chiesa possa pretendere di essere aristotelica o di essere l’Istituzione dell’Altissimo;
Che il Libro delle Virtù è la base del Dogma Aristotelico e della Santa Dottrina della Chiesa; che il Dogma è indiscutibile, inalienabile, indivisibile e imperituro;
Che la Salvezza delle Anime si ottiene solo attraverso una vita virtuosa, così come insegnata dal clero, e attraverso l’intercessione dei Sacramenti da esso celebrati;
Che il Diritto Canonico è la Santa Legge della Comunità Aristotelica ed è il prodotto diretto dalla Volontà Divina; che esso ordina e regola la Santa Chiesa e la Comunità dei Fedeli secondo il Dogma e che ogni aristotelico deve attenervisi per conformarsi alle Virtù.

Avendo pubblicamente riconosciuto i miei errori e peccati;
Affermando di avere piena coscienza delle loro conseguenze;
Poiché credo e professo la mia convinzione nella Verità della Rivelazione Divina e nella Santa Chiesa incaricata di vegliarLa e conservarLa:
Dichiaro di implorare Dio di perdonare le mie trasgressioni, la Santissima Inquisizione e la Santa Chiesa tutta di valutare la mia abiura e il mio sincero desiderio di far di nuovo parte della Comunità dei Fedeli Aristotelici ritrovando me stesso, da ora e per sempre, in grazia di Dio a Lui piacendo. Possa l'Altissimo guidare d’ora in poi tutti i miei passi e far scendere la Sua misericordia su di me.

Fatto a Modena il 20Marzo 1467

L’umile penitente

Cassorni degli Angeli

Sotto la direzione di



Garante compassionevole della conformità della presente dichiarazione al Dogma, alla Dottrina e al Diritto Canonico,




Code:
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[list] [img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18] [color=#FFCC00] [b]Reintegrazione di Cassorni Degli Angeli "Cassorni"[/b] [/color] [/size]


[b] Noi, Arduino Della Scala, Cardinale Decano del Sacro Collegio, per volontà e decisione di Sua Santità Sisto IV, Sommo Pontefice e Papa della Chiesa Universale, dinnanzi all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti, Aristotele e Christos,[/b]


Facciamo annuncio  della reintegrazione di [b]Cassorni Degli Angeli[/b][size=9][b][color=#FFCC00] [url=https://www.lesroyaumes.com/FichePersonnage.php?login=cassorni][Cassorni][/url][/color][/b][/size] in seno alla Comunità dei Fedeli.
Dopo aver ricevuto e studiato la sua lettera di abiura e pentimento, Sua Santità ha deciso che fosse giunto il momento per la Santa Chiesa di riaprire le proprie braccia a questa figlia penitente.
Pertanto, il Santissimo Padre, Sisto IV, per la Sua Suprema Autorità Apostolica, ha deciso e ordinato, e attraverso questo editto perpetuo e definitivo, dichiara, statuisce e ordina la rimozione della scomunica apostolica comminata alla suddetta Cassorni e il suo pieno reintegro nei diritti di battezzata.
Quale ultima penitenza e per redimere sé stessa innanzi all'Altissimo, Sua Santità ha prescritto per lei l'obbligo di confessarsi presso il Cardinale Italico Inquisitore, di frequentare i corsi di Pastorale presso un Seminario riconosciuto e di recarsi in pellegrinaggio attraversando tutto il Ducato di Modena e pregando in ogni chiesa facendo riferimento alla propria abiura.
Possa ella sempre vivere d'ora innanzi nella Luce dell'Altissimo e secondo gli insegnamenti della Sua Santa Chiesa.


[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]



[i]Fatto a Roma, l'XI giorno del IV mese dell'Anno di Grazia MCDLXVII, primo del pontificato di Sua Santità Sisto IV.[/i]

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[i]In nome di Sua Santità, Papa Sisto IV,
Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.[/i][/list]
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[img]http://funkyimg.com/i/2SkG6.png[/img]
DICHIARAZIONE DI ABIURA E PROFESSIONE DI FEDE DI Cassorni

Sua Santità, il Santissimo Padre Sisto IV, Sommo Pontefice, Suprema Autorità Terrena
Alla Congregazione della Santissima Inquisizione,
A chiunque leggerà o si farà leggere queste parole
Saluti

Io, Cassorni degli Angeli
Mi presento in questo giorno al mondo e all'universalità dei fedeli, riuniti nella Santa Chiesa Aristotelica Romana, come un penitente molto contrito e molto obbediente;
Non potendo più sopportare le tenebre in cui mi costringe il mio allontanamento dalla Vera Fede;
Consapevole delle mie passate azioni e della scomunica che da esse ho generato;
Desiderando fare ammenda per i miei innumerevoli errori e ritornare nella chiara purezza della Grazia Divina;

Affermo pubblicamente in questo giorno di avere abiurato le mie incongruenze ed erronee credenze che sono all'origine della mia condotta riprovevole e che esse sono solo errori che mi hanno portato alla colpa suprema dannando così la mia anima all'Inferno Lunare. Pertanto, desidero pentirmi dei miei errori, dei miei crimini e delle mie trasgressioni davanti all'Altissimo per mezzo della Sua Santissima Chiesa Aristotelica Romana.

Dichiaro e ammetto dinanzi a tutti:
Che non vi è altro profeta all’infuori di Aristotele e Christos;
che la simbiosi della loro Rivelazione costituisce il Messaggio Divino, perfetto e immutabile e che il loro messaggio è complementare ed indispensabile per la comprensione degli altri e della fede aristotelica;
Che la Santa Chiesa è stata istituita dal Messia Christos, Secondo Profeta del Creatore, e che Sua Santità il Papa, così come San Titus, è il Suo Venerabile Successore, posto a capo della Chiesa per volontà divina e incaricato di rappresentare Dio sulla terra come Suo Vicario;
Che la Santa Chiesa è stata costruita insieme agli Apostoli, i cui unici successori sono i vescovi e cardinali della Santa Chiesa Aristotelica così come Christos aveva previsto e voluto che fosse;
Che in virtù di questa successione apostolica esiste un’Unica, Vera, Santa e Universale Chiesa Aristotelica, unica detentrice del ministero divino, per la promozione, diffusione e applicazione della volontà divina. Che Essa è indivisibile e che nessun'altra chiesa possa pretendere di essere aristotelica o di essere l’Istituzione dell’Altissimo;
Che il Libro delle Virtù è la base del Dogma Aristotelico e della Santa Dottrina della Chiesa; che il Dogma è indiscutibile, inalienabile, indivisibile e imperituro;
Che la Salvezza delle Anime si ottiene solo attraverso una vita virtuosa, così come insegnata dal clero, e attraverso l’intercessione dei Sacramenti da esso celebrati;
Che il Diritto Canonico è la Santa Legge della Comunità Aristotelica ed è il prodotto diretto dalla Volontà Divina; che esso ordina e regola la Santa Chiesa e la Comunità dei Fedeli secondo il Dogma e che ogni aristotelico deve attenervisi per conformarsi alle Virtù.

Avendo pubblicamente riconosciuto i miei errori e peccati;
Affermando di avere piena coscienza delle loro conseguenze;
Poiché credo e professo la mia convinzione nella Verità della Rivelazione Divina e nella Santa Chiesa incaricata di vegliarLa e conservarLa:
Dichiaro di implorare Dio di perdonare le mie trasgressioni, la Santissima Inquisizione e la Santa Chiesa tutta di valutare la mia abiura e il mio sincero desiderio di far di nuovo parte della Comunità dei Fedeli Aristotelici ritrovando me stesso, da ora e per sempre, in grazia di Dio a Lui piacendo. Possa l'Altissimo guidare d’ora in poi tutti i miei passi e far scendere la Sua misericordia su di me.

Fatto a Modena il 20Marzo 1467

L’umile penitente

Cassorni degli Angeli

Sotto la direzione di
[img]https://i.postimg.cc/TPNmd674/firma-attanasio.png[/img]
[img]http://i67.tinypic.com/ddnmrr.png[/img]

Garante compassionevole della conformità della presente dichiarazione al Dogma, alla Dottrina e al Diritto Canonico,

[img]http://funkyimg.com/i/2SkFL.png[/img][img]http://funkyimg.com/i/2SkFU.png[/img][/quote][/quote]

_________________

Cardinal-Bishop † Dean of the Sacred College of Cardinals † Grand Audiencier of the Holy See † Vice Chancellor of the Pontifical Chancellery † Archbishop of Strasbourg † Governor of the Patrimony of Titus † Prince of Viterbo † Marquis of Santa Marinella ♝Il cielo e la terra♗
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MessagePosté le: Dim Avr 14, 2019 12:58 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Elevation of Cathelineau Botherel de Canihuel to the charge of Vice-Chancellor of the Congregation of the Holy Armies



    We, Arduino Della Scala, Cardinal Dean of the Sacred College, by the will and decision of His Holiness Sixtus IV, Supreme Pontiff and Pope of the Universal Church, before the Almighty and under the gaze of His Two Prophets, Aristotle and Christos,


      Have ruled and ordered, and by our present perpetual and final edict, say and order the elevation of Cathelineau Botherel de Canihuel [ Cathelineau. ] to the charge of Vice-Chancellor of the Congregation of the Holy Armies.


    Ad Majorem Dei Gloriam

    Roma, Anno Domini MCDLXVII, XIV Aprilis, Sixti IV Pontificatus Anno primo



    For the Sacred College of Cardinals, Arduino Della Scala,
    Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.



Code:
[quote]
[list][img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18][color=#FFCC00][b]Elevation of  Cathelineau Botherel de Canihuel to the charge of Vice-Chancellor of the Congregation of the Holy Armies[/b][/color][/size]



[b]We, Arduino Della Scala, Cardinal Dean of the Sacred College, by the will and decision of His Holiness Sixtus IV, Supreme Pontiff and Pope of the Universal Church, before the Almighty and under the gaze of His Two Prophets, Aristotle and Christos,[/b]


[list]Have ruled and ordered, and by our present perpetual and final edict, say and order the elevation of [b][color=#FFCC00]Cathelineau Botherel de Canihuel[/color][/b][color=black] [size=9][/color] [ Cathelineau. ][/size] to the charge of Vice-Chancellor of the Congregation of the Holy Armies.[/list]

[i][b]Ad Majorem Dei Gloriam[/b][/i]

Roma, Anno Domini MCDLXVII, XIV Aprilis, Sixti IV Pontificatus Anno primo

[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

 [i]For the Sacred College of Cardinals, Arduino Della Scala,
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.[/i][/list]
[/quote]

_________________

Cardinal-Bishop † Dean of the Sacred College of Cardinals † Grand Audiencier of the Holy See † Vice Chancellor of the Pontifical Chancellery † Archbishop of Strasbourg † Governor of the Patrimony of Titus † Prince of Viterbo † Marquis of Santa Marinella ♝Il cielo e la terra♗
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MessagePosté le: Mar Avr 16, 2019 10:08 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Élévation de Alexandra Pamela Cagliostro d'Altavilla au rang de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition



    Nous, Arduino Della Scala, à titre de Cardinalis Sacri Collegii Decanus,
    Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV,



      Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons l'élévation d'Alexandra Pamela Cagliostro d'Altavilla [ Pamelita ] à la fonction de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition.



    Ad Maiorem Dei Gloriam


    Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
    Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.




    Donné à Rome le XVI jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.



Code:

[quote]
[list][img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18][color=#FFCC00][b]Élévation de Alexandra Pamela Cagliostro d'Altavilla au rang de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition [/b][/color][/size]



[b]Nous, Arduino Della Scala, à titre de Cardinalis Sacri Collegii Decanus,
Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV,
[/b]


[list] [color=black]Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons l'élévation d'[/color][b][color=#FFCC00]Alexandra Pamela Cagliostro d'Altavilla[/color][/b][color=black] [size=9][ Pamelita ][/size]  à la fonction de Vice Chancelier de la Congrégation de la Sainte Inquisition.[/color][/list]


[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]


[i]Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
Arduino Della Scala, Cardinalis Sacri Collegii Decanus.[/i]

[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

 [i]Donné à Rome le XVI jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.[/i][/list]
[/quote]

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MessagePosté le: Sam Avr 20, 2019 8:26 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    Scioglimento dei voti sacerdotali di Samuele Borgia


    Noi, Arduino Della Scala, Decano del Sacro Collegio e Prelato Plenipotenziario, in sostituzione del Cardinale-presbitero e a nome dei Cardinali del Concistoro Pontificio Italofono, davanti all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti Aristotele e Christos, per grazia di Dio e del Santissimo Padre, Papa Sisto IV,


    Avendo riesaminato la richiesta di scioglimento dei voti sacerdotali presentata da padre Samuele Borgia [ Samuele ] nel Luglio dell'anno 1466, successivamente sopita e in seguito rinnovata nell'Aprile scorso;
    Viste le disposizioni canoniche e concistoriali in materia di scioglimento dei voti sacerdotali e di riduzione allo stato laicale e avendo dibattuto e votato sul caso;

    Abbiamo stabilito e ordinato, e con il nostro presente editto perpetuo e definitivo, diciamo, stabiliamo e ordiniamo lo scioglimento dei voti sacerdotali di Samuele Borgia.

    Egli ritorna dunque allo stato laicale e viene privato di qualsivoglia beneficio, diritto, carica e funzione connesso allo stato sacerdotale.
    Tale scioglimento viene attuato in via del tutto eccezionale ed in deroga alla vigente normativa concistoriale, cui Samuele Borgia ha integralmente mancato di attenersi.

    In segno di contrizione per non aver saputo mantenere fede ai propri voti sacerdotali e considerate anche le suddette mancanze e la fatuità delle motivazioni addotte, questo Concistoro ha stabilito per lui le seguenti penitenze:

    - interdizione al matrimonio per un periodo di diciotto mesi a partire dalla data di pubblicazione di questo editto;
    - obbligo di prestare confessione presso il Decano del Sacro Collegio almeno una volta al mese e per tutta la durata della suddetta interdizione;
    - obbligo di recarsi in preghiera presso la Basilica di Santa Caterina, per chiedere perdono all'Altissimo per aver lasciato il Suo servizio, almeno una volta al mese e per tutta la durata della suddetta interdizione;
    - obbligo di intraprendere il Pellegrinaggio di San Gennaro e di donare una somma non inferiore a 200 ducati a ciascuna Arcidiocesi sulla rotta dei pellegrini per espiare le proprie colpe.

    Rammentiamo infine che Samuele Borgia resta pienamente soggetto al vaglio della Giustizia della Chiesa per ogni azione compiuta durante il periodo in cui era chierico.

    Roma, XX.IV.MCDLXVII Sixti IV PP Anno I

    Arduino Eminentissimus ac Reverendissimus Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Episcopus Della Scala





Code:

[quote][list][img]https://s33.postimg.cc/iqv2ef80v/BJF72d_J.png[/img]
[i][color=green][size=18][b]Scioglimento dei voti sacerdotali di Samuele Borgia[/b][/size][/color]


[b]Noi, Arduino Della Scala, Decano del Sacro Collegio e Prelato Plenipotenziario, in sostituzione del Cardinale-presbitero e a nome dei Cardinali del Concistoro Pontificio Italofono, davanti all'Onnipotente e sotto lo sguardo dei Suoi Due Profeti Aristotele e Christos, per grazia di Dio e del Santissimo Padre, Papa Sisto IV,[/b]


Avendo riesaminato la richiesta di scioglimento dei voti sacerdotali presentata da padre Samuele Borgia [size=9][ Samuele ][/size] nel Luglio dell'anno 1466, successivamente sopita e in seguito rinnovata nell'Aprile scorso;
Viste le disposizioni canoniche e concistoriali in materia di scioglimento dei voti sacerdotali e di riduzione allo stato laicale e avendo dibattuto e votato sul caso;

Abbiamo stabilito e ordinato, e con il nostro presente editto perpetuo e definitivo, diciamo, stabiliamo e ordiniamo lo scioglimento dei voti sacerdotali di Samuele Borgia.

Egli ritorna dunque allo stato laicale e viene privato di qualsivoglia beneficio, diritto, carica e funzione connesso allo stato sacerdotale.
Tale scioglimento viene attuato in via del tutto eccezionale ed in deroga alla vigente normativa concistoriale, cui Samuele Borgia ha integralmente  mancato di attenersi.

In segno di contrizione per non aver saputo mantenere fede ai propri voti sacerdotali e considerate anche le suddette mancanze e la fatuità delle motivazioni addotte, questo Concistoro ha stabilito per lui le seguenti penitenze:

- interdizione al matrimonio per un periodo di diciotto mesi a partire dalla data di pubblicazione di questo editto;
- obbligo di prestare confessione presso il Decano del Sacro Collegio almeno una volta al mese e per tutta la durata della suddetta interdizione;
- obbligo di recarsi in preghiera presso la Basilica di Santa Caterina, per chiedere perdono all'Altissimo per aver lasciato il Suo servizio, almeno una volta al mese e per tutta la durata della suddetta interdizione;
- obbligo di intraprendere il [url=https://i.postimg.cc/V63NgXsx/GkS9NpV.png] Pellegrinaggio di San Gennaro[/url] e di donare una somma non inferiore a 200 ducati a ciascuna Arcidiocesi sulla rotta dei pellegrini per espiare le proprie colpe.

Rammentiamo infine che Samuele Borgia resta pienamente soggetto al vaglio della Giustizia della Chiesa per ogni azione compiuta durante il periodo in cui era chierico.

Roma, XX.IV.MCDLXVII Sixti IV PP Anno I

Arduino Eminentissimus ac Reverendissimus Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Episcopus Della Scala[/i]
[img]https://i.postimg.cc/65ypdDzk/firma-arduino-cardinale.png[/img]
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MessagePosté le: Sam Avr 20, 2019 6:58 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Elevation of Gianvitus Tarcisius De Reame to the charge of Chancellor of the Congregation of the Holy Office



    We, Arduino Della Scala, Cardinal Dean of the Sacred College, by the will and decision of His Holiness Sixtus IV, Supreme Pontiff and Pope of the Universal Church, before the Almighty and under the gaze of His Two Prophets, Aristotle and Christos,


      Have ruled and ordered, and by our present perpetual and final edict, say and order the elevation of Gianvitus Tarcisius De Reame [ Gianvitus ] to the charge of Chancellor of the Congregation of the Holy Office.


    Ad Majorem Dei Gloriam

    Roma, Anno Domini MCDLXVII, XX Aprilis, Sixti IV Pontificatus Anno primo



    For the Sacred College of Cardinals, Arduino Della Scala,
    Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.



Code:

[quote]
[list][img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18][color=#FFCC00][b]Elevation of Gianvitus Tarcisius De Reame to the charge of Chancellor of the Congregation of the Holy Office[/b][/color][/size]



[b]We, Arduino Della Scala, Cardinal Dean of the Sacred College, by the will and decision of His Holiness Sixtus IV, Supreme Pontiff and Pope of the Universal Church, before the Almighty and under the gaze of His Two Prophets, Aristotle and Christos,[/b]


[list]Have ruled and ordered, and by our present perpetual and final edict, say and order the elevation of [b][color=#FFCC00]Gianvitus Tarcisius De Reame[/color][/b][color=black] [size=9][/color] [ Gianvitus ][/size] to the charge of Chancellor of the Congregation of the Holy Office.[/list]

[i][b]Ad Majorem Dei Gloriam[/b][/i]

Roma, Anno Domini MCDLXVII, XX Aprilis, Sixti IV Pontificatus Anno primo

[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

 [i]For the Sacred College of Cardinals, Arduino Della Scala,
Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.[/i][/list]
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MessagePosté le: Sam Avr 27, 2019 12:36 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Révocation de Son Éminence Nicollielo



    Nous, Arduino Della Scala, à titre de Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus,
    Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV


      Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la révocation de Nicollielo [Nicollielo] du rang de Cardinal diacre du Consistoire lusophone en raison de son absence prolongée et injustifiée.



    Ad Maiorem Dei Gloriam

    Donné à Rome le XXVII jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.




    Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
    Arduino Della Scala, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.



Code:
[quote]
[list][img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18][color=#FFCC00][b]Révocation de Son Éminence Nicollielo[/b][/color][/size]



[b]Nous, Arduino Della Scala, à titre de Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus,[/b]
[b]Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard d'Aristote, par le grâce de Dieu et du Pape Sixtus IV [/b]


[list] [color=black]Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la révocation de [/color][b][color=#FFCC00]Nicollielo[/color][/b][color=black] [size=9][Nicollielo][/size] du rang de Cardinal diacre du Consistoire lusophone en raison de son absence prolongée et injustifiée.

[/color][/list]

[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]

Donné à Rome le XXVII jour du IV mois, de l'An de Grâce MCDLXVII.


[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

[i]Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
Arduino Della Scala, Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalis Decanus.[/i][/list]
[/quote]

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MessagePosté le: Jeu Mai 02, 2019 7:28 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Publication des Statuts de la Primatie de France



    Nous, Arduino Della Scala, à titre de Doyen du Sacré-Collège des Cardinaux,
    Au nom des Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard des Prophètes Aristote et Christos, par le grâce de Dieu et du Très-Saint Père, Pape Sixte IV,



      Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la publication des Statuts de la Primatie de France, approuvés par les évêques français et entérinés par le Sacré-Collège.

      Les Statuts précités sont donc pleinement conformes au Dogme et au Droit Canon et ont pleine valeur à partir du moment de cette publication.
      La nouvelle publication sera disponible dans les salles de l'Assemblée Épiscopale de France ainsi qu'en annexe à la suite de cette annonce.



    Ad Maiorem Dei Gloriam



    Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
    Arduino Della Scala, Doyen du Sacré-Collège des Cardinaux.




    Donné à Rome le II jour du V mois de l'An de Grâce MCDLXVII.




Citation:




    Statuts de la Primatie de France


    Conformément au Livre 2 Partie I du Codex Iuris Canonici de la Sainte Église Aristotélicienne, Universelle et Romaine, nommé « Regimini secularis ecclesiae », est établie la Primatie de France, reprenant et ayant autorité sur tous les archidiocèses, diocèses et paroisses présents en tout ou en partie sur les terres de France.
    La Primatie de France est dirigée par l'Assemblée Épiscopale de France en accord avec et dans les limites du Dogme, du Droit Canon et des décisions supérieures prises par la Curie Romaine et les autres Institutions de la Sainte Église.
    En tant que subdivision territoriale de la Sainte Église, la Primatie de la France est naturellement soumise à l'autorité doctrinale et pastorale du Saint-Siège et de ses institutions.


    Partie I. L'Assemblée Épiscopale de France


    I. Composition

    Article 1. L'Assemblée Épiscopale de France est composée de membres de droit, de membres consultants et de membres cooptés.

    Article 2 Les membres de droit ayant la parole et le droit de vote sont :
    • les (arch)evêques de France, c'est à dire ceux élus selon les procédures canoniques Res Parendo pour gouverner un diocèse ;
    • les (arch)évêques In Partibus ayant leur résidence principale (In Gratebus) sur le territoire de la Primatie de France ;
    • les (arch)évêques émérites ayant leur résidence principale (In Gratebus) sur le territoire de la Primatie de France ;
    • L'ensemble des cardinaux ayant leur résidence principale (In Gratebus) sur le territoire de la Primatie de France ;
    • les recteurs d'ordres religieux romains ayant leur résidence principale (In Gratebus) sur le territoire de la Primatie de France ;
    • les grands maîtres d'ordres militaires religieux ayant leur résidence principale (In Gratebus) sur le territoire de la Primatie de France ;
    • un délégué de la Nonciature Apostolique, nommé par ce dernier à cette fin, pourvu qu'il soit au moins ordonné ou avec rang d'évêque.


    Article 3 Les membres consultants ayant la parole mais pas le droit de vote sont :

    • L'ensemble des Cardinaux ayant leur résidence principale (In Gratebus) hors du territoire de la Primatie de France;
    • les administrateurs diocésains de France, c'est à dire les responsables de la gestion In Gratebus d'un diocèse désignés selon les procédures canoniques Res Parendo.
    • Un délégué des Saintes Armées, nommé par ces dernières à cette fin, pourvu qu'il soit au moins ordonné ou avec rang d'évêque.


    Article 4. Les membres cooptés, n'ayant que parole, sont nommés par l'Assemblée Épiscopale de France sur base de leurs qualités morales, intellectuelles et religieuses et sur proposition d'un membre de droit.


    II. Fonctionnement

    Article 5. Les décisions sont prises lors de consultations des membres de droit, soit par consensus soit par vote à la majorité simple des votants.

    Article 6. Tous les membres peuvent participer aux débats, mais seuls les membres de droit peuvent lancer une consultation et voter.

    Article 7. En cas de partage égal de voix, celle du Primat de France est prépondérante.

    Article 8. Le vote devra toujours comporter une possibilité de voter blanc ainsi qu’une possibilité de voter contre. Les votes blancs ne comptent donc pas.

    Article 9. Le vote a une durée ordinaire de cinq jours et doit toujours être précédé d'une période de débat d'un minimum de trois jours.

    Article 10. Le vote peut être lancé immédiatement et le délai de vote raccourci à trois jours en accord avec le Primat, sur sa décision ou dans les cas prévus dans les procédures d’urgence.

    Article 11. Les cas suivants autorisent la procédure d’urgence :
    • absence non déclarée du Primat et de ses Vices-Primats pendant deux semaines ;
    • conflit armé impliquant des paroisses françaises ;
    • tout débat sur un sujet qui appelle une réaction rapide de l'AEF sur décision motivée du Primat.
      N.B. par absence est entendue la non-participation aux débats de l’Assemblée Épiscopale de France ou la retraite spirituelle

    Article 12. Si 48 heures après le lancement d’un débat un consensus se dégage autour d’une décision, le Primat annonce la possibilité de consensus et laisse 48 heures supplémentaires de débat.

    Article 13. Si pendant les 48 heures supplémentaires aucun d'un membre de droit ne s’y oppose alors la décision est adoptée.

    Article 14. Si pendant les 48 heures supplémentaires un ou plusieurs membres de droit s’y opposent alors la décision doit suivre a procédure de vote.


    Partie II. Les Évêchés


    I. (Arch)Evêques

    Article 15. L'Assemblée Épiscopale de France nomme et révoque les (arch)evêques de France.

    Article 16. Les faits suivants sont des motifs de révocation :
    • absence de plus d'un mois sans justification ou annonce préalable
    • Ingérence dans les affaires d'un autre diocèse malgré les avertissements de ses supérieurs
    • indiscipline et obstination dans celle-ci, (l'Assemblée épiscopale de France pouvant être juge de ce point),
    • échec dans sa charge sur avis du primat après enquête de celui-ci, qui doit être présentée à l'Assemblée épiscopale de France.
    • Abandon de son diocèse sans avoir avertis le Primat.

      Article 16.1. La révocation a lieu tacitement si un nouvel (arch)évêque est nommé à la tête du même (arch)diocèse.

    Article 17. La procédure pour l'élection d'un nouvel (arch)evêque est ordinairement lancée lorsqu'un siège (archi)épiscopal devient vacant.

    Article 18. Les sièges (archi)épiscopaux deviennent vacants au décès, à la demission ou à la révocation de l'(arch)evêque compétent.

    Article 19. Le Primat annonce la vacance d'un siège (archi)épiscopal en place d'Aristote et lance un appel à candidature de cinq jours.

    Article 20. Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, un diplôme de licence ès théologie ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l’Assemblée Épiscopale de France.

    Article 21. Le Primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l’élection se déroule dans de bonnes conditions.

    Article 22. Lorsqu’un (archi)diocèse de France s'étend sur le territoire d'une autre primatie, l'Assemblée Épiscopale de France se doit de collaborer avec l'assemblée épiscopale concernée, tant lors de l'appel à candidature que du passage de l'élection.


    II. Administrateurs diocésains

    Article 23. L'Assemblée Épiscopale de France nomme pour une durée de 4 mois les administrateurs diocésains en Royaume de France sur proposition de l'(Arch)évêque en titre. Le dernier (Arch)évêque en charge du diocèse reste (Arch)évêque du diocèse jusqu'à nomination d'un (Arch)évêque en titre.

    L'administrateur diocésain est l'adjoint de l'(Arch)évêque en titre du (Arch)diocèse. A défaut d'(Arch)évêque en vie ou élu c'est le primat qui est responsable de l'administrateur diocésain

    Article 24. Les faits suivants sont des motifs de révocation :
    • absence de plus d'un mois sans justification ou annonce préalable
    • Ingérence dans dans le domaine spirituel malgré les avertissements de ses supérieurs
    • indiscipline et obstination dans celle-ci, (l'Assemblée épiscopale de France pouvant être juge de ce point),
    • échec dans sa charge sur avis du primat après enquête de celui-ci, qui doit être présentée à l'Assemblée épiscopale de France.


    Article 25. La procédure pour l'élection d'un administrateur diocésain est lancée à la demande de l'(arch)évêque ou de la Primatie afin de pourvoir la gestion ingratibus d'un (archi)diocèse n'ayant pas d'(arch)êvêque en charge de l'administration in gratibus.

    Article 26. Le Primat lance un appel à candidature de cinq jours, en précisant si le poste est sede plena ou sede vacante, c'est-à-dire respectivement s'il y a un (arch)evêque Res Parendo ou non.

    Article 27. Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, tout diplôme obtenu, leur statut de pasteur de la foi ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l’Assemblée Épiscopale de France.

    Article 28. Le Primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l’élection se déroule dans de bonnes conditions.




    Partie III. Le Primat de France


    Article 29. Le Primat représente la Primatie de France et préside l'Assemblée Épiscopale de France. Il doit garantir le respect des Statuts et des directives établies par l'Assemblée Épiscopale de France.

    Article 30. Le Primat est élu parmi les membres de droit de l’Assemblée Épiscopale de France pour un mandat renouvelable de 6 mois.

    Article 31 Tout candidat à la primatie devra fournir un curriculum vitæ complet et un programme. Il devra également être membre de droit depuis plus de trois mois.

    Article 32. Le Primat peut nommer jusqu'à trois vices-primats pour l'assister dans ses devoirs. Il peut les choisir et les révoquer comme bon lui semble.

    Article 33. En cas d’absence, le Primat est suppléé par un vice-primat selon l’ordre de priorité établi au moment de la nomination. Le vice-primat obtient alors tous les pouvoirs dévolus au Primat jusqu’au retour de celui-ci.

    Article 34. Le Primat et ses vices-primats veilleront à annoncer leurs absences afin de permettre le bon fonctionnement de l’Assemblée Épiscopale de France.

    Article 35. Le Primat dispose d’un mandat tacite et permanent lui conférant tous les pouvoirs dont dispose l’Assemblée Épiscopale de France. Il peut donc prendre des décrets de manière unilatérale. Ces décrets peuvent à leur tour être annulés par l’Assemblée Épiscopale de France, la procédure d’annulation ayant un effet suspensif.

    Article 36 Le Primat peut être destitué par l’Assemblée Épiscopale de France par une motion de censure suffisamment motivée.

    Article 37. En cas de décès ou de destitution du Primat, un vice-primat, selon l’ordre de priorité établi au moment de la nomination, est responsable de la transition vers une nouvelle élection primatiale.


    Partie IV. L'Assemblée du Clergé de France


    Article 38. L'Assemblée du Clergé de France est composée de :
    • tous les membres de l’Assemblée Épiscopale de France ;
    • tout autre clerc, ordonné ou non, de France ;
    • les administrateurs paroissiaux de France ;
    • les chanoines In Gratebus de France.


    Article 39. L'Assemblée du Clergé de France est un organe consultatif dépendant de l'Assemblée Épiscopale de France ayant pour but l'échange et le dialogue au sein du clergé français.

    Article 40. L'Assemblée du Clergé de France peut débattre des divers sujets concernant la Sainte Église en général ou la Primatie de France en particulier et proposer des solutions pour améliorer le fonctionnement de ce dernier.


    Débattu et voté par l'Assemblée Épiscopale de France sous le pontificat du Très Saint Père Sixte IV, le quinzième jour du mois d'avril, le lundi, de l'An de Grâce MCDLXVII.
    Sanctionné et entériné par le Sacré-Collège des Cardinaux, sous le pontificat du Très Saint Père Sixte IV, le vingt-septième jour du mois d'avril, le samedi, de l'An de Grâce MCDLXVII.
    Publié par Son Éminence Arduino Della Scala, Doyen du Sacré-Collège, le deuxième jour du mois de mai, le jeudi, de l'An de Grâce MCDLXVII.



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MessagePosté le: Sam Mai 11, 2019 6:27 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Réintegration de Tiffany de Quincy de Belle-Rivière


    Nous, Cardinaux de la Sainte Église Aristotélicienne rassemblés dans le Sacré-Collège, devant le Tout Puissant et sous le regard des prophètes Aristote et Christos,


    Avons statué et ordonné, et par notre présent édit perpétuel et définitif, disons, statuons et ordonnons la réintégration de Tiffany de Quincy de Belle-Rivière, dicte Thibali à la communauté des fidèles.
    Après avoir étudié sa repentance, débattu et voté, nous avons décidé que le moment était venu pour l'Église d'ouvrir à nouveau ses bras à la pénitente qui, en dernière pénitence,
    se confessera au Cardinal Grand Inquisiteur et priera une heure dans chaque église de son diocèse.
    Après cette dernière pénitence, son excommunication sera levée et elle redeviendra membre à part entière de la communauté aristotélicienne.


    Ad Maiorem Dei Gloriam



    Pour le Sacré-Collège des Cardinaux,
    Arduino Della Scala, Cardinal Doyen du Sacré Collège.




    Donné à Rome le XXV jour du VI mois de l'An de Grâce MCDLXVII.




Citation:
A Sa Sainteté le Très Sainct Père, souverain pontife, suprême autorité terrestre,
A la Congrégation de la Très Saincte Inquisition,
A quiconque lira ou se fera lire,
Salut.


Moi, Tiffany de Quincy de Belle-Rivière,dicte Thibali

Parait en ce jour à la face du monde et à l'universalité des fidèles réunis en la Très Sainte Eglise Aristotélicienne et Romaine contrite et repentante.

Ne pouvant supporter davantage les ténèbres dans lesquelles me maintient mon éloignement de la Vrai Foi
Consciente de mon acte lors de la prise de l'évêché de Besançon par ordre royal, lors de la guerre France -Empire,
Désireuse de racheter mon faux pas et d'entrer dans l'éclatante pureté de la Grâce Divine


Affirme publiquement en ce jour avoir confessé mon erreur m'ayant mené à la faute suprême vouant mon âme dans l'Enfer lunaire. Ainsi je souhaite me repentir de mes torts et transgressions devant le Très-Haut au travers de Sa Très Sainte Eglise Aristotélicienne et romaine.


Je déclare et reconnais devant tous :


Que l'Eglise a été instituée par le messie Christos, prophète du Créateur, et que Sa Sainteté le Pape est son successeur à la tête de l'Eglise et dans la charge de représenter Dieu sur Terre.
Que l'Eglise fut bâtie avec les apôtres dont les successeurs sont les évêques et les cardinaux de la Très Saincte Eglise aristotélicienne, ainsi que Christos avait prévu et voulu qu'il soit.
Qu'il n'existe, en vertu de cette succession apostolique, qu'une et universelle Eglise aristotélicienne seule détentrice du ministère divin, pour la promotion, la diffusion et l'application de la volonté divine. Qu'elle est indivisible, et qu'aucune autre église ne peut prétendre être aristotélicienne.
Que le Livre des Vertus est la base du dogme aristotélicien et de la saincte doctrine de l'Eglise; que le dogme est incontestable, inaliénable, indivisible et impérissable.

Que le Salut des âmes s'assure par une vie vertueuse ainsi qu'enseignée par le clergé, et par l'entremise de ses sacrements.


Attendu la reconnaissance publique de ma faute.
Attendu que j'affirme avoir pleinement conscience de leurs conséquences,
Attendu le rejet de cet acte dont j'ai fais preuve,
Attendu que je crois et professe ma conviction en la Vérité de la Révélation divine et en l'Eglise chargée de la garder :



Je déclare implorer Dieu de bien vouloir pardonner ma faute , et le tribunal de la Très Sainte Inquisition d'examiner ma confession et mon souhait sincère de refaire partie de la Communauté des Fidèles aristotéliciens et de me trouver, dès à présent et à jamais en état de grâce, si Dieu le veut.

Puisse le Très Haut me pardonner,

Rédigé à Rome le 17e d'Avril 1467.



Dicte Thibali



Pour la Sainte Inquisition Romaine

Estevan de Mortelane, Cardinal-Chancelier de la Sainte inquisition






_________________

Cardinal-Bishop † Dean of the Sacred College of Cardinals † Grand Audiencier of the Holy See † Vice Chancellor of the Pontifical Chancellery † Archbishop of Strasbourg † Governor of the Patrimony of Titus † Prince of Viterbo † Marquis of Santa Marinella ♝Il cielo e la terra♗
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Sixtus
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MessagePosté le: Sam Mai 11, 2019 7:16 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    ........

    Regimini secularis Ecclesiæ
    Constitution Apostolique « Pour le gouvernement de l’Église séculière ».



    Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam





    Livre 2 : L'épiscopat, le sacerdoce et les circonscriptions religieuses


    2.1 : L'Apostolat


    Liminaires

    Au vu des nombreuses différences territoriales qui régissent la péninsule italique et les terres d'Irlande, certaines dispositions y sont appliquées différemment ou d'autres s'appliquent en plus. Ces dispositions sont incluses dans les canons indiquées par le terme « proprius loci » et ne s’appliquent que dans les territoires susmentionnés.


    Partie I: Les provinces et les diocèses


    Article 1: Le diocèse est une circonscription religieuse dont les fidèles sont confiés à un évêque, héritier de la tradition épiscopale en tant que successeur des apôtres, pour qu'il en soit le guide religieux avec l’aide et la coopération de ses clercs.

    Article 2: Le diocèse est subdivisé en paroisses dont le nombre varie selon les diocèses.

    Article 3: Les diocèses sont regroupés en province ecclésiastique sous l’autorité d’un archevêque métropolitain.

    Article 4: Les provinces ecclésiastiques voisines sont regroupées en primatie et placées sous l'autorité d'un primat afin d’améliorer leur gestion.

      Article 4.1: Une primatie est dirigée par une assemblée épiscopale reprenant au minimum les les évêques relevant de celle-ci, et a comme pouvoir la nomination et la révocation des evêques de son territoire.

      Article 4.1 proprius loci : Une primatie est dirigée par une assemblée épiscopale reprenant au minimum les archevêques métropolitains relevant de celle-ci, et a comme pouvoir la nomination et la révocation des archevêques métropolitains de son territoire.

      Article 4.2: Chaque primatie est dotée de statuts qui lui sont propres, approuvés par la Curie.

      Article 4.3: Les zones linguistiques ne pouvant prétendre au statut de primatie sont érigées en vice-primatie et rattachée à une primatie existante ou dirigée directement par la Curie.

      Article 4.4: La Curie peut également rattacher une province religieuse à une Primatie proche, ou réunir plusieurs provinces religieuses en une seule Primatie.

      Article 4.5: La Curie peut diviser une Primatie en plusieurs vice-primaties afin d'en faciliter le fonctionnement. Ces vice-primaties peuvent fonctionner comme des primaties selon les limites fixées par la Curie.



    Partie II: L’épiscopat

    Lorsqu’on emploie le terme « évêque », il évoque, sans distinctions, tout détenteur d’un pouvoir épiscopal, qu’il soit évêque ou archevêque.

    Article 1: Au sein de l’Église, après le Souverain Pontife et les cardinaux, viennent les évêques.

    Article 2: L’evêque est un clerc choisi par le Pape, ou par ses pairs avec le consentement du Pape, pour diriger un diocèse, et révocable discrétionnairement par ces mêmes personnes.

    Article 2 proprius loci : L’archevêque métropolitain est un clerc choisi par le Pape, ou par ses pairs avec le consentement du Pape, pour diriger un archidiocèse métropolitain, et révocable discrétionnairement par ces mêmes personnes.

      Article 2.1 proprius loci : L’evêque est un clerc choisi par le Pape, ou par son archevêque métropolitain avec le consentement du Pape, pour diriger un diocèse, et révocable discrétionnairement par ces mêmes personnes.


    Article 3: Il ne peut y avoir qu'un seul évêque en fonction à la tête d’un diocèse.

    Article 4: On distingue deux dignités épiscopales : les évêques en fonction et les évêques honoraires.

    Article 5: Un évêque en fonction est soit archevêque métropolitain, soit archevêque suffragant, soit évêque suffragant selon le statut du diocèse auquel il est lié. Ces distinctions ne sont pas des distinctions de nature mais d'honneur.

    Article 6: L’évêque gouverne son diocèse dans les limites édictées par son assemblée épiscopale, le Droit Canon de l’Église et les doctrines et prescriptions édictées par Elle.

      Article 6.1: L’évêque nomme et révoque les membres de son conseil diocésain.

      Article 6.2: L’évêque pourvoit Res Parendo à la vacance des cures, nomme et révoque les curés des paroisses et supervise l'administration In Gratebus des cures sous sa juridiction.

        Article 6.2.1 proprius loci : L’archevêque métropolitain pourvoit à la vacance des sièges apostoliques Res Parendo et In Gratebus, nomme et révoque les évêques des diocèses de sa province ecclésiastique sous sa juridiction.


      Article 6.3: L’évêque nomme et révoque les chapelains des chapelles nobiliaires sous sa juridiction à la demande de la noblesse ou à discrétion.

      Article 6.3 proprius loci : L’archevêque métropolitain nomme et révoque les chapelains des chapelles nobiliaires sous sa juridiction à la demande de la noblesse ou à discrétion.

      Article 6.4: L’évêque nomme et révoque les aumôniers des organisations laïques et militaires, excepté les Ordres militaires et religieux reconnus par Rome, enregistrées auprès de son diocèse.

      Article 6.4 proprius loci : L’archevêque métropolitain nomme et révoque les aumôniers des organisations laïques et militaires, excepté les Ordres militaires et religieux reconnus par Rome, enregistrées auprès de son diocèse.

      Article 6.5: L’évêque est en droit de proposer des avis d’excommunication, de défroquage, ou d’annulation de sacrement auprès du Consistoire Pontificale compétent.

      Article 6.5 proprius loci : L’archevêque métropolitain est en droit de proposer des avis d’excommunication, de défroquage, ou d’annulation de sacrement auprès du Consistoire Pontificale compétent.

      Article 6.6: L’évêque est en droit d’ajouter des règles restrictives à l’octrois des sacrements sous acceptation de la congrégation du Saint Office.

      Article 6.6 proprius loci : L’archevêque métropolitain est en droit d’ajouter des règles restrictives à l’octrois des sacrements sous acceptation de la Congrégation du Saint Office.

    Article 7: Les évêques émérites sont des évêques honoraires ayant assumé leur charge d’évêque de façon correcte et régulière pour 8 mois, ils portent ce titre de droit pour 8 mois. Ils intègrent l’assemblée épiscopale de la primatie en laquelle ils résident mais ils n’ont plus d’autorité au sein de leur diocèse.

    Article 8: Les évêques in partibus sont des évêques honoraires nommés par le Souverain Pontife ou par le Sacré Collège en son nom sur proposition éventuelle d’une l’assemblée épiscopale. Ils intègrent l’assemblée épiscopale de la primatie en laquelle ils résident.

    Article 9: Les évêques Sine Cura sont des évêques honoraires nommés directement par le Souverain Pontife pour l'assister. Ils intègrent l’assemblée épiscopale de la primatie en laquelle ils résident.

    Article 10: La dignité épiscopale est octroyée à certains clercs de statut élevé, comme les recteurs d'ordre religieux, les grand-maîtres d'ordres militaires et religieux, les abbés de monastère In Gratebus et les préfets de congrégations.



    Partie III: Les charges épiscopales et diocésaines


    Article 1: Archevêque métropolitain – le quadriptyque causal:

    La cause matérielle = Il doit être ordonné et être titulaire d'une licence en théologie reconnue.
    La cause efficiente = Il est nommé directement par le Pape ou élu par l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux de ses pairs avec l’accord du Pape.
    La cause finale = Il est membre à part entière des assemblées épiscopales dont une des paroisses au moins est sous sa juridiction. Il dirige une Province ecclésiastique et généralement un diocèse.

    Article 1 proprius loci : Archevêque métropolitain – le quadriptyque causal:

    La cause matérielle = Il doit être ordonné et être titulaire d'une licence en théologie reconnue.
    La cause efficiente = Il est nommé directement par le Pape ou élu par l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux de ses pairs avec l’accord du Pape.
    La cause finale = Il est membre à part entière des assemblées épiscopales dont une des paroisses au moins est sous sa juridiction. Il dirige une Province ecclésiastique et généralement un diocèse. Il nomme et révoque les évêques des diocèses de sa province ecclésiastique.

    Article 2: Evêque et archevêque suffragant – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être ordonné et être titulaire d'une licence en théologie reconnue.
    La cause efficiente = Il est nommé directement par le Pape ou élu par l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux de ses pairs avec l’accord du Pape.
    La cause finale = Il est membre à part entière des assemblées épiscopales dont une des paroisses au moins est sous sa juridiction, sauf si les statuts internes de ces assemblées en restreignent l'accès au seuls métropolitains. Il dirige un diocèse.

    Article 2 proprius loci : Evêque et archevêque suffragant – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être ordonné et être titulaire d'une licence en théologie reconnue.
    La cause efficiente = Il est nommé directement par le Pape ou par l’archevêque métropolitain dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux de ses pairs avec l’accord du Pape.
    La cause finale = Il est membre à part entière des assemblées épiscopales dont une des paroisses au moins est sous sa juridiction, sauf si les statuts internes de ces assemblées en restreignent l'accès au seuls métropolitains. Il dirige un diocèse.

    Article 3: Évêque Primat – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit avoir été évêque de façon correcte et régulière plus de 3 mois.
    La cause efficiente = Il est élu par l’assemblée épiscopale qui dirige sa primatie pour un terme de 6 mois.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux archevêques ou à défaut evêques de sa primatie.
    La cause finale = L’évêque Primat est, au nom de son assemblée, le supérieur hiérarchique direct de tous les évêques dépendant de sa primatie.

      Article 3.1: Dans l’hypothèse où le primat prend ses décisions seul, l’assemblée épiscopal a la faculté de le dénoncer a posteriori, et de substituer à la décrétale du primat la sienne propre, sur demande d’un de ses membres.

      Article 3.2: Le primat garde ses responsabilités au niveau de sa province ou de son diocèse.

    Article 4: Évêque Vice-Primat – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être évêque au moment de sa nomination
    La cause efficiente = Il est désigné par l'évêque primat selon les statuts de sa primatie.
    La cause formelle = Il est intronisé par le primat.
    La cause finale = Il seconde le Primat

      Article 4.1 : L’évêque vice-primat, en cas d'absence ou d'incapacité du Primat, le supplée avec tous les pouvoirs juridiques et de représentation, siège ou vote jusqu'à résolution de l'incapacité du Primat.

      Article 4.2: Le vice-primat garde ses responsabilités au niveau de sa province ou de son diocèse.

    Article 5: Évêque émérite – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être avoir été évêque (autre qu’émérite) de façon correcte et régulière pour 8 mois.
    La cause efficiente = Il l’est pour une période de 8 mois.
    La cause formelle = Il est confirmé par l’assemblée épiscopale dont il faisait partie.
    La cause finale = Il est membre de droit de l’assemblée épiscopale où se trouve sa résidence principale.

      Article 5.1: Le titre d’émérite est un titre transitoire et honorifique, il a pour but de permettre la transition lors d’une mutation ou d’un déménagement.

    Article 6: Évêque In Partibus – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être un prêtre particulièrement méritant et exemplaire, et avoir participé à l'édification de l’Église.
    La cause efficiente = Il est nommé par la Curie ou le pape, mais il peut être proposé par une assemblée épiscopale.
    La cause formelle = Il est intronisé par le primat de l'assemblée épiscopale dont il dépend.
    La cause finale = Il est membre à part entière de l’assemblée épiscopale où se trouve sa résidence principale.

      Article 6.1: Seule la mort ou la Curie peut retirer ou changer le titre d’In Partibus. Si l'évêque In Partibus prend la direction d’un diocèse ou un archidiocèse sur lequel son autorité épiscopale est effective le titre est automatiquement suspendu.

    Article 7: Évêque Sine Cura – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être ordonné et être titulaire d'une licence en théologie reconnue.
    La cause efficiente = Il est nommé directement par le Pape.
    La cause formelle = Il est intronisé par deux de ses pairs avec l’accord du Pape.
    La cause finale = Il est membre de droit de l’assemblée épiscopale où se trouve sa résidence principale.

      Article 7.1: Seule la mort ou la Curie peut retirer ou changer le titre Sine Cura. Le titre n'est affecté par la prise de la direction d’un diocèse ou un archidiocèse sur lequel son autorité épiscopale est effective.

    Article 8: Le Vicaire Général – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être prêtre. A défaut de Premier Archidiacre, il ne peut y avoir qu'un vicaire général par province ecclésiastique.
    La cause efficiente = Il est nommé par son archevêque métropolitain.
    La cause formelle = Il est intronisé par son archevêque métropolitain.
    La cause finale = Il a la charge d’aider et de suppléer son archevêque dans la gestion de la province.

      Article 8.1: Le médaillon d’Aristote est d’or et de sinople.

    Article 9: Le Premier Archidiacre – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être fidèle de l’église. A défaut de Vicaire Général, il ne peut y avoir qu’un Premier Archidiacre par province ecclésiastique.
    La cause efficiente = Il est nommé par son archevêque métropolitain.
    La cause formelle = Il est intronisé par son archevêque métropolitain.
    La cause finale = Il a la charge d’aider et de suppléer son archevêque dans la gestion de la province.

      Article 9.1: Le médaillon d’Aristote est d’argent et de sinople.

    Article 10: Le Vicaire diocésain – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être prêtre. A défaut d’Archidiacre, il ne peut y avoir qu'un vicaire diocésain par diocèse ou archidiocèse.
    La cause efficiente = Il est nommé par son évêque.
    La cause formelle = Il est intronisé par l'évêque qui le nomme.
    La cause finale = Il a la charge d’aider et suppléer son évêque dans la gestion du diocèse.

      Article 10.1: Le médaillon d’Aristote est d’or et de sinople.

    Article 11: L’Archidiacre – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être fidèle de l’Eglise. A défaut de Vicaire Diocésain, il ne peut y avoir qu'un archidiacre par diocèse ou archidiocèse.
    La cause efficiente = Il est nommé par son évêque.
    La cause formelle = Il est intronisé par l'évêque qui le nomme.
    La cause finale = Il a la charge d’aider et suppléer son évêque dans la gestion du diocèse.

      Article 11.1: Le médaillon d’Aristote est d’argent et de sinople.

    Article 12: L'Archiprêtre – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être ordonné.
    La cause efficiente = Il est nommé par l’assemblée épiscopale dont son diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par son archevêque métropolitain ou par son primat.
    La cause finale = Il a la charge d’aider à la gestion du diocèse en l'absence d'un évêque Res Parendo.

    Article 12 proprius loci : L'Archiprêtre – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être ordonné.
    La cause efficiente = Il est nommé par son archevêque métropolitain ou à défaut par l’assemblée épiscopale dont son diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par son archevêque métropolitain ou par son primat.
    La cause finale = Il a la charge d’aider à la gestion du diocèse en l'absence d'un évêque Res Parendo.

    Article 13: Le Chanoine – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être fidèle de l’Eglise.
    La cause efficiente = Il est nommé par l'évêque de son diocèse.
    La cause formelle = Il est intronisé par l'évêque de son diocèse.
    La cause finale = Il a la charge d’aider son évêque In Gratebus dans la gestion du diocèse ou de la province.

      Article 13.1: Les actions des Chanoines sont toujours soumises au Droit Canon et à l'autorité des institutions ecclésiastiques compétentes dans la matière qui leur est assignée.


    Article 14: L'Administrateur diocésain ou apostolique – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être fidèle et théologien de l’Église aristotélicienne [niveau VI voie de l’Église].
    La cause efficiente = Il est nommé par le Pape à la demande de l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.
    La cause finale = Il a la mission principale d'assurer la gestion In Gratebus du diocèse et de servir de relais visible entre les fidèles et l'Eglise.

    Article 14 proprius loci : L'Administrateur diocésain ou apostolique – le quadriptyque causal :

    La cause matérielle = Il doit être fidèle et théologien de l’Église aristotélicienne [niveau VI voie de l’Église].
    La cause efficiente = Il est nommé par le Pape à la demande de l’archevêque métropolitain dont le diocèse dépend.
    La cause formelle = Il est intronisé par l’archevêque métropolitain dont le diocèse dépend.
    La cause finale = Il a la mission principale d'assurer la gestion In Gratebus du diocèse et de servir de relais visible entre les fidèles et l'Eglise.

      Article 14.1: L'Administrateur diocésain sede plena, c'est-à-dire en présence d'un évêque qui ne peut pas assurer la gestion In Gratebus du diocèse, est placé sous l'autorité de l’évêque Res Parendo responsable du diocèse.

      Article 14.2 : L'Administrateur diocésain sede vacante, c'est-à-dire en l'absence d'un évêque désigné, est placé sous l'autorité de de l’assemblée épiscopale dont le diocèse dépend.

      Article 14.2 proprius loci : L'Administrateur diocésain sede vacante,c'est-à-dire en l'absence d'un évêque désigné, est placé sous l'autorité de l’archevêque métropolitain dont le diocèse dépend.

      Article 14.3: L'Administrateur diocésain n'est pas considéré comme un clerc et n'a pas charge d'âme. Il n'est donc investit d'aucune autorité religieuse ou spirituelle.

      n.b. : L'Administrateur diocésain peut administrer les sacrements seulement s'il est titulaire d'une autre charge qui lui permet.

      Article 14.4: L'Administrateur diocésain peut cumuler sa charge avec d'autres fonctions cléricales.




    Texte canonique sur le Clergé Séculier,
    Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, l'onzième jour du mois de mai, le samedi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.




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MessagePosté le: Mer Mai 15, 2019 8:45 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    ........

    In medio stat Virtus
    Constitution Apostolique « La Vertu se tient au milieu ».





    Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam




    Livre 4 : La Justice d’Église




    Partie I : Des généralités et des compétences


    Généralités

    Article 1 : La Justice d’Église est administrée par la Congrégation de la Sainte Inquisition, dicastère romain administré par deux Cardinaux Chanceliers également appelés Grand Inquisiteur Majeur et Grand Inquisiteur.

    Article 2 : La Justice d’Église est une composante générale de la justice des royaumes et répond donc également aux impératifs moraux de celle-ci, [« La Charte du Juge »], en tenant compte toutefois de sa place et de sa mission.

    Compétences

    Article 3 : La Justice d’Église est compétente dans toutes les violations du Dogme, des doctrines et du Droit Canon de l’Église Aristotélicienne, Universelle et Romaine. Elle se prononce sur l’orthodoxie des actes qu’elle est amenée à juger.

    Article 4 : La compétence de la Justice d’Église s’étend aussi loin que porte l’ombre d’Aristote et peut s’exercer sur l’ensemble des paroisses des Terres connues.

    Article 5 : Tout individu peut, sauf dispositions contraires approuvées par les autorités compétentes, être plaignant, prévenu ou témoin.

    Article 6 : Dans l’articulation des sources du droit, la Justice d'Église puise ses sources, dans l'ordre, chaque source citée prévalant sur la suivante :
    - Du Dogme Aristotélicien,
    - Des Doctrines,
    - Du Droit Canon,
    - Des accords, traités ou concordats validés par les autorités compétentes de l’Église,
    - De la coutume jurisprudentielle,
    - De l’usage.

    Juridictions et ressort

    Article 7 : La Justice d’Église comprend une Justice Ordinaire et une Justice d’Exception, dite aussi « Extraordinaire ».

    Article 8 : La Justice d’Église compte six tribunaux :
    - L’Officialité Archiépiscopale ou Nationale,
    - La Pénitencerie Apostolique,
    - Le Tribunal de l'Inquisition,
    - Le Tribunal de la Rote Romaine,
    - Le Tribunal de la Signature Apostolique,
    - Le Tribunal Pontifical.

    Article 9 : La Justice Ordinaire est rendue en premier ressort, pour le fidèle, par l’Officialité Archiépiscopale ou Nationale; pour les clercs, par la Pénitencerie Apostolique. La Justice Ordinaire est rendue en deuxième ressort pour les fidèles et les clercs par la Rote Romaine.

    Article 10 : La Justice d'Exception est rendue en premier ressort par le Tribunal d’Inquisition et en deuxième ressort par le Tribunal Suprême de la Signature Apostolique.

    Article 11 : Les cardinaux, quels que soient leur nature ou statut, dépendent exclusivement, pour la Justice Ordinaire en première et unique instance, du Tribunal Pontifical ; pour la Justice d'Exception, en première et unique instance, du Tribunal Suprême de la Signature Apostolique.



    Texte canonique sur la Justice d'Église,
    Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le quinzième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.






Code:
[quote][list]
[color=transparent]........[/color][img]https://i.imgur.com/V674Ku5.png[/img]

[color=#FFCC33][size=24][i][b]In medio stat Virtus[/b][/i][/size]
[i]Constitution Apostolique « La Vertu se tient au milieu ». [/i][/color]




[b][size=16]Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam[/size][/b]




[size=18]Livre 4 : La Justice d’Église[/size]




[b][size=14]Partie I : Des généralités et des compétences [/size][/b]


[i][b]Généralités [/b][/i]

[b]Article 1 : [/b] La Justice d’Église est administrée par la Congrégation de la Sainte Inquisition, dicastère romain administré par deux Cardinaux Chanceliers également appelés Grand Inquisiteur Majeur  et Grand Inquisiteur.

[b]Article 2 : [/b] La Justice d’Église est une composante générale de la justice des royaumes et répond donc également aux impératifs moraux de celle-ci, [« La Charte du Juge »], en tenant compte toutefois de sa place et de sa mission.

[i][b] Compétences [/b][/i]

[b]Article 3 : [/b] La Justice d’Église est compétente dans toutes les violations du Dogme, des doctrines et du Droit Canon de l’Église Aristotélicienne, Universelle et Romaine. Elle se prononce sur l’orthodoxie des actes qu’elle est amenée à juger.

[b]Article 4 : [/b] La compétence de la Justice d’Église s’étend aussi loin que porte l’ombre d’Aristote et peut s’exercer sur l’ensemble des paroisses des Terres connues.

[b]Article 5 : [/b] Tout individu peut, sauf dispositions contraires approuvées par les autorités compétentes, être plaignant, prévenu ou témoin.

[b]Article 6 : [/b] Dans l’articulation des sources du droit, la Justice d'Église puise ses sources, dans l'ordre, chaque source citée prévalant sur la suivante :
- Du Dogme Aristotélicien,
- Des Doctrines,
- Du Droit Canon,
- Des accords, traités ou concordats validés par les autorités compétentes de l’Église,
- De la coutume jurisprudentielle,
- De l’usage.

[i][b]Juridictions et ressort[/b][/i]

[b]Article 7 :[/b] La Justice d’Église comprend une Justice Ordinaire et une Justice d’Exception, dite aussi « Extraordinaire ».

[b]Article 8 :[/b] La Justice d’Église compte six tribunaux :
- L’Officialité Archiépiscopale ou Nationale,
- La Pénitencerie Apostolique,
- Le Tribunal de l'Inquisition,
- Le Tribunal de la Rote Romaine,
- Le Tribunal de la Signature Apostolique,
- Le Tribunal Pontifical.

[b]Article 9 :[/b] La Justice Ordinaire est rendue en premier ressort, pour le fidèle, par l’Officialité Archiépiscopale ou Nationale; pour les clercs, par la Pénitencerie Apostolique. La Justice Ordinaire est rendue en deuxième ressort pour les fidèles et les clercs par la Rote Romaine.

[b]Article 10 :[/b] La Justice d'Exception est rendue en premier ressort par le Tribunal d’Inquisition et en deuxième ressort par le Tribunal Suprême de la Signature Apostolique.

[b]Article 11 :[/b] Les cardinaux, quels que soient leur nature ou statut, dépendent exclusivement, pour la Justice Ordinaire en première et unique instance, du Tribunal Pontifical ; pour la Justice d'Exception, en première et unique instance, du Tribunal Suprême de la Signature Apostolique.



[i]Texte canonique sur la Justice d'Église,
Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le quinzième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.[/i]

[/list]
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Sixtus
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MessagePosté le: Mer Mai 15, 2019 8:46 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:

    ........

    In medio stat Virtus
    Constitution Apostolique « La Vertu se tient au milieu ».
    - Suite -





    Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam




    Livre 4 : La Justice d’Église



    Partie II : De la Justice Ordinaire


      La Justice Ordinaire est l'une des deux composantes de la Justice d'Eglise. Elle se connait pour les cas, délits et infractions administratifs, canoniques et disciplinaires. La Justice Ordinaire est rendues par quatre Cours différentes selon la nature et la charge de la personne incriminée. Ainsi, la Justice Ordinaire est rendue en premier ressort, pour le fidèle, par l’Officialité Archiépiscopale ou Nationale, et pour les clercs par la Pénitencerie Apostolique. La Justice Ordinaire est rendue en deuxième ressort pour les fidèles et les clercs par la Rote Romaine (Can 4-I-9). La Justice Ordinaire est rendue en unique ressort pour les cardinaux par le Tribunal Pontifical (Can 4-I-11).


    Section A : Des Officialités Archiépiscopales et Nationaux


    Généralités

    Article 1 : Il existe une Officialité Archiépiscopale par province ecclésiastique. La mise en place de l’Officialité relève du pouvoir discrétionnaire de l’archevêque métropolitain nonobstant tout concordat ou accords particuliers validés par la Curie.

    Article 2 : Il existe une Officialité Nationale par zone linguistique. La mise en place de l’Officialité relève du pouvoir discrétionnaire de la Curie. Elle supplée à tout défaut d’officialité archiépiscopale de la zone linguistique.

    Composition

    Article 3 : Les Officialités Archiépiscopales sont composées :
    - de l’Archevêque Métropolitain de la province ecclésiastique;
    - d'un Procureur Archiépiscopal. Le Procureur peut être suppléé par un prélat de la province si les circonstances l’exigent, notamment s’il est partie du procès.

      Article 3.1 : La présidence de l'Officialité Archiépiscopale est assurée par l’archevêque métropolitain de la province ecclésiastique. Si l’archevêque métropolitain est partie du procès l’affaire doit être renvoyée devant l’officialité nationale.

      Article 3.2 : Le Procureur Archiépiscopal est nommé à titre viager par l’archevêque métropolitain de la province ecclésiastique dont dépend l’Officialité avec l'aval de la Congrégation de la Sainte Inquisition. Il peut être révoqué par un cardinal inquisiteur sur demande circonstanciée du president de l’officialité ou directement par un cardinal inquisiteur ou les cardinaux grands-inquisiteurs pour des raisons adéquates.

        Article 3.2.1 : Pour être nommé procureur archiépiscopal, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.

      Article 3.3: Dans le cas où l’Officialité Archiépiscopal ne pourrait siéger au complet, il appartient au président, soit de renvoyer l’affaire devant l’Officialité Nationale, soit dans le cas d’une absence de procureur archiépiscopal, de faire mandater un procureur général ecclésiastique ou un missus inquisitionis agissant comme tel, par la Congrégation de la Sainte Inquisition, afin de le suppléer.

        Article 3.3.1 : Si une Officialité Archiépiscopale est temporairement incapable d'exercer ses fonctions, elle peut être déclarée inactive par le Cardinal Inquisiteur ou le Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique. Tous les cas relevant de sa compétence sont ensuite transférés automatiquement à l'Officialité Nationale compétente.

    Article 4 : Les Officialités Nationaux sont composées :
    - du Cardinal Inquisiteur ou du Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique;
    - d'un Procureur National. Le Procureur peut être suppléé par un prélat de la zone linguistique si les circonstances l’exigent, notamment s’il est partie du procès.

      Article 4.1 : La présidence de l'Officialité Nationale est assurée par le Cardinal Inquisiteur ou le Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique. S'ils sont indisponibles ou partie du procès la présidence est assurée par un autre cardinal de la zone linguistique.

      Article 4.2 : Le Procureur National est nommé à titre viager par le cardinal inquisiteur ou le préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique ou à defaut par les cardinaux grands-inquisiteurs. Il peut être révoqué par un cardinal inquisiteur ou par les cardinaux grands-inquisiteurs pour des raisons adéquates.

        Article 4.2.1 : Pour être nommé procureur national, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.


      Article 4.3 : En l'absence d'une Officialité Nationale pour la zone linguistique ou si l'Officialité Nationale est temporairement incapable d'exercer ses fonctions, tous les cas relevant de la zone linguistique sont immédiatement soumis au jugement de la Rote Romaine.

    Article 5 : Le Vidame compétent pour la province ecclésiastique dans laquelle résident les accusés est chargé de veiller à l’application de la peine, sauf dispositions contraires du jugement.


    Compétence territoriale

    Article 6 : L’Officialité Archiépiscopale est compétente pour les actes commis dans les paroisses de la province ecclésiastique sur lequel elle a autorité, ou par des paroissiens résidant dans le dit province. En cas de litige, la Congrégation de la Sainte Inquisition attribue la procédure au tribunal le plus apte.

    Article 7 : L’Officialité Nationale est compétente pour les actes commis dans les paroisses de la zone linguistique sur lequel elle a autorité, ou par des paroissiens résidant dans le dit zone linguistique, pourvu que l'officialité archiépiscopale compétente est soit incapable de traiter le cas soit déclarée inactive.

    Saisine

    Article 8 : Toute plainte ou demande auprès de l’Officialité doit être déposée entre les mains du procureur compétent ou de ses services.

    Article 9 : La saisine de l’Officialité est assurée par le procureur compétent, qui peut saisir l’officialité de son propre chef, mandaté par un responsable de la Congrégation de la Sainte Inquisition, par le Consistoire Pontifical ou par un Cardinal, ou ou sur demande d'un fidèle.

    Cas particuliers

    Article 10 : Un consistoire pontifical peut, en l'accord avec les cardinaux grands-inquisiteurs, promulguer des règles spécifiques aux officialités Nationales de sa zone géodogmatique uniquement dans le cas des dissolutions de mariages et dans les limites fixées par le droit canon.


    Section B : De la Pénitencerie Apostolique


    Généralités

    Article 1 : La Pénitencerie Apostolique est le tribunal ecclésiastique de première instance compétent dans le jugement des clercs de l’Église Aristotélicienne et Romaine. Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

    Article 2 : Les appels des jugements de la Pénitencerie Apostolique sont traités par la Rote Romaine.

    Composition

    Article 3 : Le Tribunal de la Pénitencerie Apostolique est composé
    - d'un juge, dit « Pénitencier ».
    - du Commissionnaire qui mène l’accusation.

    Article 4 : La présidence du Tribunal de la Pénitencerie Apostolique est assurée par un Pénitencier, nommé et révoqué par les cardinaux grands-inquisiteurs. Si le Pénitencier est partie du procès ou en cas d'obstacle linguistique, il est récusé et remplacé par un autre Pénitencier ou à defaut par l'un des cardinaux grands-inquisiteurs.

    Article 5 : Les Pénitenciers délibèrent dans les cas qui leur sont assignés et se voient chargés, avec le Commissionnaire, de la tenue des archives et de l'acheminement des copies à la Congrégation de la Sainte Inquisition ainsi qu'au Consistoire Pontifical concerné. Ils sont nommés par les cardinaux grands-inquisiteurs sur proposition éventuelle du Grand Pénitencier. Ils forment le Collège des Juges-Pénitenciers, dont le[/i] primus inter pares est dit Grand Pénitencier . Ils sont récusés et remplacés s’ils sont parties du procès.

    [i]n.b. : les cardinaux grands-inquisiteurs nomment autant de Pénitenciers au sein du Collège des Juges-Pénitenciers qu'ils jugent nécessaire au bon fonctionnement de la Pénitencerie Apostolique. Cependant, un nombre minimum de deux Pénitenciers s'avère indispensable à la bonne tenue du tribunal de la Pénitencerie Apostolique.


      Article 5.1 : Pour être nommé pénitencier, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.

    Article 6 : Le Commissionnaire est nommé à titre viager par le Grand Pénitencier et révoqué pour des raisons adéquates. Il mène l’accusation sur base des preuves et témoignages qui lui ont été fournis contre le clerc incriminé.

      Article 6.1 : Pour être nommé commissionnaire, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.

    Compétences

    Article 7 : La Pénitencerie Apostolique est compétente pour les actes délictueux ou illicites commis dans les diocèses de l’aristotélisme par les clercs de l’Église.

    Saisine

    Article 8 : Toute plainte ou demande auprès de la Pénitencerie Apostolique doit être déposée au bureau du Commissionnaire de la Pénitencerie Apostolique.

    Article 9 : La saisine de la Pénitencerie Apostolique est assurée par le Commissionnaire chargé du dossier, celui-ci pouvant saisir le tribunal par mandat d’un responsable de la Congrégation de la Sainte Inquisition, par le Consistoire Pontifical ou par un Cardinal ou sur demande d'un fidèle.


    Section C : De la Rote Romaine

    Généralités

    Article 1 : La Rote Romaine est le tribunal ecclésiastique de seconde et dernière instance pour les Officialités et la Pénitencerie Apostolique. Elle est donc compétente dans le jugement des fidèles et des clercs de l’Église Aristotélicienne et Romaine. Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

    Composition

    Article 2 : Le Tribunal de la Rote Romaine est composé :
    - de deux juges, dits « Auditeurs », parmi lesquels le Doyen du Tribunal de la Rote Romaine.
    - du Rapporteur qui mène l’accusation.

    Article 3 : La présidence du Tribunal de la Rote Romaine est assurée par le Doyen de la Rote Romaine, nommé et révoqué par les cardinaux grands-inquisiteurs. Si le Doyen est partie du procès ou en cas d'obstacle linguistique, il est récusé et remplacé par le Premier Auditeur ou à defaut par l'un des cardinaux grands-inquisiteurs.

    n.b. : Le "Premier Auditeur" est le primus inter pares du collège des auditeurs nommé par les cardinaux grands-inquisiteurs. Il fait office de "vice-doyen" de la Rote Romaine et pallie aux éventuelles absences du Doyen.

    Article 4 : Les Auditeurs assistent le président du Tribunal, délibèrent avec lui et sont chargés, avec le Rapporteur, de la tenue des archives et de l'acheminement des copies à la Congrégation de la Sainte Inquisition ainsi qu'au Consistoire Pontifical concerné. Les Auditeurs sont nommés par les cardinaux grands-inquisiteurs sur proposition éventuelle du Doyen de la Rote Romaine. Ils forment le Collège des Auditeurs. Si l’un des Auditeurs est partie du procès, il est récusé et remplacé par un autre.

    n.b. : les cardinaux grands-inquisiteurs nomment autant d'Auditeurs au sein du Collège des Auditeurs qu'ils jugent nécessaire au bon fonctionnement de la Rote Romaine. Cependant, considérant qu'un Auditeur assiste systématiquement le Doyen de la Rote Romaine lors de la tenue d'un tribunal, un nombre minimum de deux auditeurs s'avère indispensable à la bonne tenue du tribunal de la Rote Romaine.

    Article 5 : Le Rapporteur est nommé à titre viager par le Doyen de la Rote Romaine et révoqué par lui. Il est nécessairement prêtre. Il mène l’accusation sur la base des preuves et témoignages qui lui ont été fournis contre le fidèle ou le clerc incriminé.

    Compétences

    Article 6 : La Rote Romaine possède une compétence universelle. Elle se connaît en deuxième instance pour les cas jugés en première instance par les Officialités et la Pénitencerie Apostolique.

    Article 6.1 : La Rote Romaine se connaît en première et unique
    instance pour les cas qui lui sont soumis en l'absence d'une Officialité Nationale.

    Article 7 : La Rote Romaine possède le droit de confirmer, modifier ou annuler les sentences prononcées pour les cas jugés en première instance par les Officialités et la Pénitencerie Apostolique.

    Saisine

    Article 8 : Toute interjection d’appel auprès du Tribunal de la Rote Romaine doit être déposée au bureau principal de la Rote Romaine.

    Article 9 : La saisine du Tribunal de la Rote Romaine est assurée par le Doyen du Tribunal ou un "Auditeur" en charge de l'affaire.

    Dispositions particulières

    Article 10 : La confirmation du jugement et de la sentence prononcés en première instance entraîne une peine de surcroît laissée à l’appréciation des Auditeurs du Tribunal.


    Section D : Du Tribunal Pontifical

    Généralités

    Article 1 : Le Tribunal Pontifical est le tribunal ecclésiastique de première et unique instance pour des causes impliquant, en qualité d'accusé, un ou plusieurs cardinaux Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

    Composition

    Article 2 : Le Tribunal Pontifical est ordinairement présidé par le Souverain Pontife, assisté de quatre cardinaux choisis par leurs pairs.

      Article 2.1 : Si le président désigné est indisponible ou partie du procès, il est récusé et remplacé, en succession, par le Doyen du Sacré-Collège, le Vice-Doyen du Sacré-Collège, le Grand Inquisiteur Majeur ou le Grand Inquisiteur.

    Article 3 : L’instruction du procès est assurée par un des membres du tribunal pontifical désigné à cet effet par le président. Ce cardinal instructeur réunit les preuves, interroge les parties et les témoins, recueille les aveux.

    Article 4 : L’accusation est menée collégialement par le tribunal pontifical. Il entend, à huis clos, la plaidoirie de la défense.

    Article 5 : L’intégralité du dossier d’instruction doit être communiquée à la défense dès lors qu’elle en fait la demande.

    Article 6 : Les jugements sont rendus, après délibération, par le Souverain Pontife, ou par le président désigné. Les délibérations sont soumises au principe de la majorité.

    Article 7 : Les jugements du tribunal pontifical ne sont pas susceptibles d’appel. Seul le Pape peut suspendre, annuler ou modifier le jugements en tout ou en partie.

    Saisine

    Article 8 : La saisine du Tribunal Pontifical est assurée par le Souverain Pontife ou par la demande conjointe d'au moins trois cardinaux, issus de deux zone géodogmatiques distinctes.



    Texte canonique sur la Justice d'Église,
    Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le quinzième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.







Code:
[quote][list]
[color=transparent]........[/color][img]https://i.imgur.com/V674Ku5.png[/img]

[color=#FFCC33][size=24][i][b]In medio stat Virtus[/b][/i][/size]
[i]Constitution Apostolique « La Vertu se tient au milieu ».
- Suite -[/i][/color]




[b][size=16]Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam[/size][/b]




[size=18]Livre 4 : La Justice d’Église[/size]



[b][size=14]Partie II : De la Justice Ordinaire[/size][/b]


[list][i]La Justice Ordinaire est l'une des deux composantes de la Justice d'Eglise. Elle se connait pour les cas, délits et infractions administratifs, canoniques et disciplinaires. La Justice Ordinaire est rendues par quatre Cours différentes selon la nature et la charge de la personne incriminée. Ainsi, la Justice Ordinaire est rendue en premier ressort, pour le fidèle, par l’Officialité Archiépiscopale ou Nationale, et pour les clercs par la Pénitencerie Apostolique. La Justice Ordinaire est rendue en deuxième ressort pour les fidèles et les clercs par la Rote Romaine (Can 4-I-9). La Justice Ordinaire est rendue en unique ressort pour les cardinaux par le Tribunal Pontifical (Can 4-I-11).[/i][/list]

[size=13][b][u]Section A[/u] : Des Officialités Archiépiscopales et Nationaux[/b][/size] 


[i][b] Généralités [/b][/i]

[b]Article 1 : [/b]Il existe une Officialité Archiépiscopale par province ecclésiastique. La mise en place de l’Officialité relève du pouvoir discrétionnaire de l’archevêque métropolitain nonobstant tout concordat ou accords particuliers validés par la Curie.

[b]Article 2 : [/b]Il existe une Officialité Nationale par zone linguistique. La mise en place de l’Officialité relève du pouvoir discrétionnaire de la Curie. Elle supplée à tout défaut d’officialité archiépiscopale de la zone linguistique.

[i][b] Composition [/b][/i]

[b]Article 3 : [/b]Les Officialités Archiépiscopales sont composées :
- de l’Archevêque Métropolitain de la province ecclésiastique;
- d'un Procureur Archiépiscopal. Le Procureur peut être suppléé par un prélat de la province si les circonstances l’exigent, notamment s’il est partie du procès.

[list][b]Article 3.1 : [/b]La présidence de l'Officialité Archiépiscopale est assurée par l’archevêque métropolitain de la province ecclésiastique. Si l’archevêque métropolitain est partie du procès l’affaire doit être renvoyée devant l’officialité nationale.

[b]Article 3.2 : [/b]Le Procureur Archiépiscopal est nommé à titre viager par l’archevêque métropolitain de la province ecclésiastique dont dépend l’Officialité avec l'aval de la Congrégation de la Sainte Inquisition. Il peut être révoqué par un cardinal inquisiteur sur demande circonstanciée du president de l’officialité ou directement par un cardinal inquisiteur ou les cardinaux grands-inquisiteurs pour des raisons adéquates.

[list][b]Article 3.2.1 : [/b]Pour être nommé procureur archiépiscopal, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.[/list]
[b]Article 3.3: [/b]Dans le cas où l’Officialité Archiépiscopal ne pourrait siéger au complet, il appartient au président, soit de renvoyer l’affaire devant l’Officialité Nationale, soit dans le cas d’une absence de procureur archiépiscopal, de faire mandater un procureur général ecclésiastique ou un missus inquisitionis agissant comme tel, par la Congrégation de la Sainte Inquisition, afin de le suppléer.

[list][b]Article 3.3.1 : [/b]Si une Officialité Archiépiscopale est temporairement incapable d'exercer ses fonctions, elle peut être déclarée inactive par le Cardinal Inquisiteur ou le Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique. Tous les cas relevant de sa compétence sont ensuite transférés automatiquement à l'Officialité Nationale compétente.[/list][/list]
[b]Article 4 : [/b]Les Officialités Nationaux sont composées :
- du Cardinal Inquisiteur ou du Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique;
- d'un Procureur National. Le Procureur peut être suppléé par un prélat de la zone linguistique si les circonstances l’exigent, notamment s’il est partie du procès.

[list][b]Article 4.1 : [/b]La présidence de l'Officialité Nationale est assurée par le Cardinal Inquisiteur ou le Préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique. S'ils sont indisponibles ou partie du procès la présidence est assurée par un autre cardinal de la zone linguistique.

[b]Article 4.2 : [/b]Le Procureur National est nommé à titre viager par le cardinal inquisiteur ou le préfet de l'Inquisition compétent pour la zone linguistique ou à defaut par les cardinaux grands-inquisiteurs. Il peut être révoqué par un cardinal inquisiteur ou par les cardinaux grands-inquisiteurs pour des raisons adéquates.

[list][b]Article 4.2.1 : [/b]Pour être nommé procureur national, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.[/list]

[b]Article 4.3 : [/b]En l'absence d'une Officialité Nationale pour la zone linguistique ou si l'Officialité Nationale est temporairement incapable d'exercer ses fonctions, tous les cas relevant de la zone linguistique sont immédiatement soumis au jugement de la Rote Romaine.[/list]
[b]Article 5 : [/b]Le Vidame compétent pour la province ecclésiastique dans laquelle résident les accusés est chargé de veiller à l’application de la peine, sauf dispositions contraires du jugement.


[i][b] Compétence territoriale [/b][/i]

[b]Article 6 : [/b]L’Officialité Archiépiscopale est compétente pour les actes commis dans les paroisses de la province ecclésiastique sur lequel elle a autorité, ou par des paroissiens résidant dans le dit province. En cas de litige, la Congrégation de la Sainte Inquisition attribue la procédure au tribunal le plus apte.

[b]Article 7 : [/b]L’Officialité Nationale est compétente pour les actes commis dans les paroisses de la zone linguistique sur lequel elle a autorité, ou par des paroissiens résidant dans le dit zone linguistique, pourvu que l'officialité archiépiscopale compétente est soit incapable de traiter le cas soit déclarée inactive.

[i][b] Saisine[/b][/i]

[b]Article 8 : [/b] Toute plainte ou demande auprès de l’Officialité doit être déposée entre les mains du procureur compétent ou de ses services.

[b]Article 9 : [/b] La saisine de l’Officialité est assurée par le procureur compétent, qui peut saisir l’officialité de son propre chef, mandaté par un responsable de la Congrégation de la Sainte Inquisition, par le Consistoire Pontifical ou par un Cardinal, ou ou sur demande d'un fidèle.

[i][b] Cas particuliers[/b][/i]

[b]Article 10 : [/b] Un consistoire pontifical peut, en l'accord avec les cardinaux grands-inquisiteurs, promulguer des règles spécifiques aux officialités Nationales de sa zone géodogmatique uniquement dans le cas des dissolutions de mariages et dans les limites fixées par le droit canon.

 
[size=13][b][u]Section B[/u] : De la Pénitencerie Apostolique[/b][/size] 


[b][i]Généralités[/i][/b]

[b]Article 1 :[/b] La Pénitencerie Apostolique est le tribunal ecclésiastique de première instance compétent dans le jugement des clercs de l’Église Aristotélicienne et Romaine. Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

[b]Article 2 :[/b] Les appels des jugements de la Pénitencerie Apostolique sont traités par la Rote Romaine.

[i][b]Composition[/b][/i]

[b]Article 3 :[/b] Le Tribunal de la Pénitencerie Apostolique est composé
- d'un juge, dit « Pénitencier ».
- du Commissionnaire qui mène l’accusation.

[b]Article 4 :[/b] La présidence du Tribunal de la Pénitencerie Apostolique est assurée par un Pénitencier, nommé et révoqué par les cardinaux grands-inquisiteurs. Si le Pénitencier est partie du procès ou en cas d'obstacle linguistique, il est récusé et remplacé par un autre Pénitencier ou à defaut par l'un des cardinaux grands-inquisiteurs.

[b]Article 5 :[/b] Les Pénitenciers délibèrent dans les cas qui leur sont assignés et se voient chargés, avec le Commissionnaire, de la tenue des archives et de l'acheminement des copies à la Congrégation de la Sainte Inquisition ainsi qu'au Consistoire Pontifical concerné. Ils sont nommés par les cardinaux grands-inquisiteurs sur proposition éventuelle du Grand Pénitencier. Ils forment le Collège des Juges-Pénitenciers, dont le[/i] primus inter pares [i] est dit Grand Pénitencier . Ils sont récusés et remplacés s’ils sont parties du procès.

[size=9][i]n.b. : les cardinaux grands-inquisiteurs nomment autant de Pénitenciers au sein du Collège des Juges-Pénitenciers qu'ils jugent nécessaire au bon fonctionnement de la Pénitencerie Apostolique. Cependant, un nombre minimum de deux Pénitenciers s'avère indispensable à la bonne tenue du tribunal de la Pénitencerie Apostolique. [/i][/size]

[list][b]Article 5.1 : [/b]Pour être nommé pénitencier, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.[/list]
[b]Article 6 :[/b] Le Commissionnaire est nommé à titre viager par le Grand Pénitencier et révoqué pour des raisons adéquates. Il mène l’accusation sur base des preuves et témoignages qui lui ont été fournis contre le clerc incriminé.

[list][b]Article 6.1 : [/b]Pour être nommé commissionnaire, il faut au moins être titulaire d'une licence de justice ordinaire reconnue.[/list]
[i][b]Compétences[/b][/i]

[b]Article 7 :[/b] La Pénitencerie Apostolique est compétente pour les actes délictueux ou illicites commis dans les diocèses de l’aristotélisme par les clercs de l’Église.

[i][b]Saisine[/b][/i]

[b]Article 8 :[/b] Toute plainte ou demande auprès de la Pénitencerie Apostolique doit être déposée au bureau du Commissionnaire de la Pénitencerie Apostolique.

[b]Article 9 :[/b] La saisine de la Pénitencerie Apostolique est assurée par le Commissionnaire chargé du dossier, celui-ci pouvant saisir le tribunal par mandat d’un responsable de la Congrégation de la Sainte Inquisition, par le Consistoire Pontifical ou par un Cardinal ou sur demande d'un fidèle.


[size=13][b][u]Section C[/u] : De la Rote Romaine[/b][/size] 

[b][i]Généralités[/i][/b]

[b]Article 1 :[/b] La Rote Romaine  est le tribunal ecclésiastique de seconde et dernière instance pour les Officialités et la Pénitencerie Apostolique. Elle est donc compétente dans le jugement des fidèles et des clercs de l’Église Aristotélicienne et Romaine. Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

[i][b]Composition[/b][/i]

[b]Article 2 :[/b] Le Tribunal de la Rote Romaine est composé :
- de deux juges, dits « Auditeurs », parmi lesquels le Doyen du Tribunal de la Rote Romaine.
- du Rapporteur qui mène l’accusation.

[b]Article 3 :[/b] La présidence du Tribunal de la Rote Romaine est assurée par le Doyen de la Rote Romaine, nommé et révoqué par les cardinaux grands-inquisiteurs. Si le Doyen est partie du procès ou en cas d'obstacle linguistique, il est récusé et remplacé par le Premier Auditeur ou à defaut par l'un des cardinaux grands-inquisiteurs.

[size=9][i]n.b. : Le "Premier Auditeur" est le[/i] primus inter pares [i]du collège des auditeurs nommé par les cardinaux grands-inquisiteurs. Il fait office de "vice-doyen" de la Rote Romaine et pallie aux éventuelles absences du Doyen. [/i][/size]

[b]Article 4 :[/b] Les Auditeurs assistent le président du Tribunal, délibèrent avec lui et sont chargés, avec le Rapporteur, de la tenue des archives et de l'acheminement des copies à la Congrégation de la Sainte Inquisition ainsi qu'au Consistoire Pontifical concerné. Les Auditeurs sont nommés par les cardinaux grands-inquisiteurs sur proposition éventuelle du Doyen de la Rote Romaine. Ils forment le Collège des Auditeurs. Si l’un des Auditeurs est partie du procès, il est récusé et remplacé par un autre.

[i][size=9]n.b. : les cardinaux grands-inquisiteurs nomment autant d'Auditeurs au sein du Collège des Auditeurs qu'ils jugent nécessaire au bon fonctionnement de la Rote Romaine. Cependant, considérant qu'un Auditeur assiste systématiquement le Doyen de la Rote Romaine lors de la tenue d'un tribunal, un nombre minimum de deux auditeurs s'avère indispensable à la bonne tenue du tribunal de la Rote Romaine.[/size][/i]

[b]Article 5 :[/b] Le Rapporteur est nommé à titre viager par le Doyen de la Rote Romaine et révoqué par lui. Il est nécessairement prêtre. Il mène l’accusation sur la base des preuves et témoignages qui lui ont été fournis contre le fidèle ou le clerc incriminé.

[i][b]Compétences[/b][/i]

[b]Article 6 :[/b] La Rote Romaine possède une compétence universelle. Elle se connaît en deuxième instance pour les cas jugés en première instance par les Officialités et la Pénitencerie Apostolique.

[b]Article 6.1 :[/b] La Rote Romaine se connaît en première et unique instance pour les cas qui lui sont soumis en l'absence d'une Officialité Nationale.

[b]Article 7 :[/b] La Rote Romaine possède le droit de confirmer, modifier ou annuler les sentences prononcées pour les cas jugés en première instance par les Officialités et la Pénitencerie Apostolique.

[i][b]Saisine[/b][/i]

[b]Article 8 :[/b] Toute interjection d’appel auprès du Tribunal de la Rote Romaine doit être déposée au bureau principal de la Rote Romaine.

[b]Article 9 :[/b] La saisine du Tribunal de la Rote Romaine est assurée par le Doyen du Tribunal ou un "Auditeur" en charge de l'affaire.

[i][b]Dispositions particulières [/b][/i]

[b]Article 10 :[/b] La confirmation du jugement et de la sentence prononcés en première instance entraîne une peine de surcroît laissée à l’appréciation des Auditeurs du Tribunal.   


[size=13][b][u]Section D[/u] : Du Tribunal Pontifical[/b][/size] 

[b][i]Généralités[/i][/b]

[b]Article 1 :[/b] Le Tribunal Pontifical est le tribunal ecclésiastique de première et unique instance pour des causes impliquant, en qualité d'accusé, un ou plusieurs cardinaux Elle dépend de la Congrégation de la Sainte Inquisition.

[i][b]Composition[/b][/i]

[b]Article 2 : [/b]Le Tribunal Pontifical est ordinairement présidé par le Souverain Pontife, assisté de quatre cardinaux choisis par leurs pairs.

[list][i]Article 2.1 :[/i] Si le président désigné est indisponible ou partie du procès, il est récusé et remplacé, en succession, par le Doyen du Sacré-Collège, le Vice-Doyen du Sacré-Collège, le Grand Inquisiteur Majeur ou le Grand Inquisiteur. [/list]
[b]Article 3 : [/b]L’instruction du procès est assurée par un des membres du tribunal pontifical désigné à cet effet par le président. Ce cardinal instructeur réunit les preuves, interroge les parties et les témoins, recueille les aveux.

[b]Article 4 : [/b] L’accusation est menée collégialement par le tribunal pontifical. Il entend, à huis clos, la plaidoirie de la défense.

[b]Article 5 : [/b] L’intégralité du dossier d’instruction doit être communiquée à la défense dès lors qu’elle en fait la demande.

[b]Article 6 : [/b] Les jugements sont rendus, après délibération, par le Souverain Pontife, ou par le président désigné. Les délibérations sont soumises au principe de la majorité.

[b]Article 7 : [/b] Les jugements du tribunal pontifical ne sont pas susceptibles d’appel. Seul le Pape peut suspendre, annuler ou modifier le jugements en tout ou en partie.

[i][b]Saisine[/b][/i]

[b]Article 8 :[/b] La saisine du Tribunal Pontifical est assurée par le Souverain Pontife ou par la demande conjointe d'au moins trois cardinaux, issus de deux zone géodogmatiques distinctes.



[i]Texte canonique sur la Justice d'Église,
Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le quinzième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.[/i]

[/list]
[/quote][img]https://i.imgur.com/PIMp5uo.png[/img]

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Sixtus
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MessagePosté le: Mer Mai 22, 2019 9:56 am    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:



    Brettonum Fidelium Curae
    Dispositions pour la réorganisation de la Province de Bretagne




    Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam



    Ayant à cœur le bien-être et le soin des âmes de nos fidèles Bretons, il Nous semblait nécessaire d'intervenir, conformément au Mandat Sacré que Nous a été confié par le Très-Haut le jour où Il Nous a nommés Pasteur de l'Église Universelle et Successeur du Saint-Apôtre Titus, afin de rétablir le bon ordre dans les rangs du clergé breton. À cette fin, les dernières nominations étant contraires aux dispositions canoniques et statutaires en la matière, Nous reconnaissons et déclarons la vacance des sièges épiscopaux de Rennes, déjà élevé au rang de métropolitaine, et de Nantes. À la tête de ces deux illustres et anciens évêchés, qui ont grandement contribué à la propagation de la Vraie Foi depuis l'époque des sept saints fondateurs, Nous désignons, de par notre Autorité Apostolique qui Nous vient du Tout-Puissan, Monseigneur Angus de Montfort-Beaumont d'Autevielle, comme archevêque métropolitain de Rennes, et Monseigneur Iaudas Ercole Rimaldi, comme évêque suffragant de Nantes; à partir de ce jour, ils sont entièrement chargés de diriger leurs respectifs évêchés et sont pleinement responsables selon les dispositions canoniques et statutaires applicables à la Primatie de Bretagne. Afin de préserver l'intégrité de la Succession Apostolique et de ne pas nuire à l'oeuvre d'évangélisation de la Sainte Église, Nous gardons tous les effets, y compris la célébration des sacrements et tout acte administratif, de leur précédente élévation épiscopale, que Nous déclarons illicite, nul et non avenu ex nunc. En outre, afin qu'il y ait des règles claires et entièrement en conformité avec les dispositions canoniques actuelles, Nous disons, statuons et ordonnons les amendements suivants aux Statuts de la Primatie de Bretagne en dérogation à la procédure ordinaire établie par la loi canonique. Les nouveaux statuts ainsi modifiés seront librement modifiables selon la procédure ordinaire.


    Citation:

      De la Primatie

      Article 9. Le Primat représente la Primatie de Bretagne et préside l'Assemblée Épiscopale de Bretagne. Il doit garantir le respect des Statuts et des directives établies par l'Assemblée Épiscopale de Bretagne.

      Article 10. Le Primat est élu parmi les membres de droit de l’Assemblée Épiscopale de Bretagne pour un mandat renouvelable de six mois.

        Article 10.1. Le Vice-Primat, ou à défaut le Primat sortant, lance un appel à candidature de cinq jours; tout candidat devra fournir un curriculum vitæ complet et un programme via message privé.

        Article 10.2. À la fin des cinq jours d'appel, les candidatures sont présentées à l'Assemblée Épiscopale de Bretagne et sont discutées pour au moins cinq jours.

        Article 10.3. Une fois le débat est terminé, l'élection a lieu selon le scrutin normal.


      Article 11. Le Primat peut nommer un Vice-Primat pour l'assister dans ses devoirs. Il peut le choisir et révoquer comme bon lui semble.

      Article 12. En cas d’absence, le Primat est suppléé par le vice-primat. Le vice-primat obtient alors tous les pouvoirs dévolus au Primat jusqu’au retour de celui-ci.


      De la nomination et de la révocation des évêques bretons


      Article 17. Le Primat annonce la vacance de la siège (archi)épiscopal de Rennes, ou de celle épiscopal de Nantes, au sein de l'Assemblée Épiscopale de Bretagne, en place d'Aristote et en gargote bretonne, et lance un appel à candidature de sept jours afin de pourvoir à ces charges.

      Article 18. Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, un diplôme de licence ès théologie reconnu par la Préfecture à l'Enseignement Aristotélicien ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l'Assemblée Épiscopale de Bretagne.

      Article 19. Le primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l'élection se déroule dans de bonnes conditions.

      Article 20. Les sièges (archi)épiscopaux deviennent vacants au décès, à la demission ou à la révocation de l'(arch)evêque compétent.


      De la nomination et de la révocation des administrateurs diocésains


      Article 23. L'Assemblée Épiscopale de Bretagne nomme pour une durée de 4 mois les administrateurs diocésains sur proposition de l'(arch)évêque en titre.
      L'administrateur diocésain est l'adjoint de l'(Arch)évêque en titre du (Arch)diocèse. A défaut d'(Arch)évêque en vie ou élu c'est le primat qui est responsable de l'administrateur diocésain.

      Article 24. La procédure pour l'élection d'un administrateur diocésain est lancée à la demande de l'(arch)évêque ou de la Primatie afin de pourvoir la gestion In Gratibus d'un (archi)diocèse n'ayant pas d'(arch)êvêque en charge de l'administration In Gratibus.

      Article 25. Le Primat lance un appel à candidature de cinq jours, en précisant si le poste est sede plena ou sede vacante, c'est-à-dire respectivement s'il y a un (arch)evêque Res Parendo ou non.

      Article 26. Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, tout diplôme obtenu, leur statut de pasteur de la foi ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l’Assemblée Épiscopale de Bretagne.

      Article 27. Le Primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l’élection se déroule dans de bonnes conditions.






    Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le vingt-deuxième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.





Code:
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[img]https://i.imgur.com/V674Ku5.png[/img]

[color=#FFCC33][i][b][size=25]Brettonum Fidelium Curae[/size] [/b][/i][i]
[size=12][b]Dispositions pour la réorganisation de la Province de Bretagne[/b][/size][/i][/color]



[b][size=16]Sixtus Episcopus, Servus Servorum Dei, Ad perpetuam rei memoriam [/size][/b]



Ayant à cœur le bien-être et le soin des âmes de nos fidèles Bretons, il Nous semblait nécessaire d'intervenir, conformément au Mandat Sacré que Nous a été confié par le Très-Haut le jour où Il Nous a nommés Pasteur de l'Église Universelle et Successeur du Saint-Apôtre Titus, afin de rétablir le bon ordre dans les rangs du clergé breton. À cette fin, les dernières nominations étant contraires aux dispositions canoniques et statutaires en la matière, Nous reconnaissons et déclarons la vacance des sièges épiscopaux de Rennes, déjà élevé au rang de métropolitaine, et de Nantes. À la tête de ces deux illustres et anciens évêchés, qui ont grandement contribué à la propagation de la Vraie Foi depuis l'époque des sept saints fondateurs, Nous désignons, de par notre Autorité Apostolique qui Nous vient du Tout-Puissan, Monseigneur Angus de Montfort-Beaumont d'Autevielle, comme archevêque métropolitain de Rennes, et Monseigneur Iaudas Ercole Rimaldi, comme évêque suffragant de Nantes; à partir de ce jour, ils sont entièrement chargés de diriger leurs respectifs évêchés et sont pleinement responsables selon les dispositions canoniques et statutaires applicables à la Primatie de Bretagne. Afin de préserver l'intégrité de la Succession Apostolique et de ne pas nuire à l'oeuvre d'évangélisation de la Sainte Église, Nous gardons tous les effets, y compris la célébration des sacrements et tout acte administratif, de leur précédente élévation épiscopale, que Nous déclarons illicite, nul et non avenu [i]ex nunc[/i]. En outre, afin qu'il y ait des règles claires et entièrement en conformité avec les dispositions canoniques actuelles, Nous disons, statuons et ordonnons les amendements suivants aux Statuts de la Primatie de Bretagne en dérogation à la procédure ordinaire établie par la loi canonique. Les nouveaux statuts ainsi modifiés seront librement modifiables selon la procédure ordinaire.


[quote]
[list][i]De la Primatie[/i]

[b]Article 9.[/b] Le Primat représente la Primatie de Bretagne et préside l'Assemblée Épiscopale de Bretagne. Il doit garantir le respect des Statuts et des directives établies par l'Assemblée Épiscopale de Bretagne.

[b]Article 10.[/b] Le Primat est élu parmi les membres de droit de l’Assemblée Épiscopale de Bretagne pour un mandat renouvelable de six mois.

[list][b]Article 10.1.[/b] Le Vice-Primat, ou à défaut le Primat sortant, lance un appel à candidature de cinq jours; tout candidat devra fournir un curriculum vitæ complet et un programme via message privé.

[b]Article 10.2.[/b] À la fin des cinq jours d'appel, les candidatures sont présentées à l'Assemblée Épiscopale de Bretagne et sont discutées pour au moins cinq jours.

[b]Article 10.3.[/b] Une fois le débat est terminé, l'élection a lieu selon le scrutin normal.[/list]

[b]Article 11.[/b] Le Primat peut nommer un Vice-Primat pour l'assister dans ses devoirs. Il peut le choisir et révoquer comme bon lui semble.

[b]Article 12.[/b] En cas d’absence, le Primat est suppléé par le vice-primat. Le vice-primat obtient alors tous les pouvoirs dévolus au Primat jusqu’au retour de celui-ci.


[i]De la nomination et de la révocation des évêques bretons[/i]


[b]Article 17.[/b] Le Primat annonce la vacance de la siège (archi)épiscopal de Rennes, ou de celle épiscopal de Nantes, au sein de l'Assemblée Épiscopale de Bretagne, en place d'Aristote et en gargote bretonne, et lance un appel à candidature de sept jours afin de pourvoir à ces charges.

[b]Article 18.[/b] Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, un diplôme de licence ès théologie reconnu par la Préfecture à l'Enseignement Aristotélicien ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l'Assemblée Épiscopale de Bretagne.

[b]Article 19.[/b] Le primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l'élection se déroule dans de bonnes conditions.

[b]Article 20.[/b] Les sièges (archi)épiscopaux deviennent vacants au décès, à la demission ou à la révocation de l'(arch)evêque compétent.


[i]De la nomination et de la révocation des administrateurs diocésains [/i]


[b]Article 23.[/b] L'Assemblée Épiscopale de Bretagne nomme pour une durée de 4 mois les administrateurs diocésains sur proposition de l'(arch)évêque en titre.
L'administrateur diocésain est l'adjoint de l'(Arch)évêque en titre du (Arch)diocèse. A défaut d'(Arch)évêque en vie ou élu c'est le primat qui est responsable de l'administrateur diocésain.

[b]Article 24.[/b] La procédure pour l'élection d'un administrateur diocésain est lancée à la demande de l'(arch)évêque ou de la Primatie afin de pourvoir la gestion In Gratibus d'un (archi)diocèse n'ayant pas d'(arch)êvêque en charge de l'administration In Gratibus.

[b]Article 25.[/b] Le Primat lance un appel à candidature de cinq jours, en précisant si le poste est sede plena ou sede vacante, c'est-à-dire respectivement s'il y a un (arch)evêque Res Parendo ou non.

[b]Article 26.[/b] Les candidats doivent se faire connaître auprès du Primat avec un curriculum vitæ, tout diplôme obtenu, leur statut de pasteur de la foi ainsi qu’une lettre de motivation. Le Primat peut écarter des candidatures farfelues ou inadaptées, mais il doit le signaler à l’Assemblée Épiscopale de Bretagne.

[b]Article 27.[/b] Le Primat collecte les candidatures et lance le vote aussi vite que possible pour que l’élection se déroule dans de bonnes conditions.[/list]
[/quote]




[i]Donné à Rome, sur la tombe vénérée de Saint Titus, le vingt-deuxième jour du mois de mai, le mercredi, de l'an de grâce MCDLXVII, le premier de Notre Pontificat.  [/i]

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[/quote][img]https://i.imgur.com/mNLWtKV.png[/img

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MessagePosté le: Ven Mai 24, 2019 4:17 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:





    Invitation to a public meeting on the Imperial elections



    The Curia of the Holy Roman and Universal Aristotelian Church, before the Almighty and under the gaze of the prophets Aristotle and Christos,

    invites



    the candidates for the throne of the Sacrum Romanorum Imperium Nationis Germanicæ

    the bishops of CESE



    at the meeting in order to get to know better the candidates for the imperial elections and to confront ourselves in the spirit of Aristotelian friendship on questions concerning the faith and salvation of the souls of the Empire's subjects.

    The meeting will be held at the Apostolic Chamber of Saint Arnvald on May 25.

    The announcement and invitation submitted supersedes any other precedent.



    Ad Maiorem Dei Gloriam



    On behalf of the Curia,
    Arduino Della Scala, Cardinal Dean.




    Made in Rome on XXIV day of V month in the Year of Grace MCDLXVII.



Code:
[quote]
[list] [img]http://i.imgur.com/3VysvJd.png[/img]



[size=18] [color=#FFCC00] [b]Invitation to a public meeting on the Imperial elections
[/b] [/color] [/size]


[b]The Curia of the Holy Roman and Universal Aristotelian Church, before the Almighty and under the gaze of the prophets Aristotle and Christos,

[i]invites[/i][/b]


[u]the candidates for the throne of the Sacrum Romanorum Imperium Nationis Germanicæ

the bishops of CESE[/u]


[i]at the meeting in order to get to know better the candidates for the imperial elections and to confront ourselves in the spirit of Aristotelian friendship on questions concerning the faith and salvation of the souls of the Empire's subjects.

The meeting will be held at the [url=http://rome.lesroyaumes.com/viewtopic.php?t=75227&start=0&postdays=0&postorder=asc&highlight=]Apostolic Chamber of Saint Arnvald[/url] on May 25.

The announcement and invitation submitted supersedes any other precedent. [/i]


[i][b]Ad Maiorem Dei Gloriam [/b][/i]



[i]On behalf of the Curia,
Arduino Della Scala, Cardinal Dean.[/i]

[list][img]http://i.imgur.com/BrUbmJI.png[/img][/list]

[i]Made in Rome on XXIV day of V month in the Year of Grace MCDLXVII.[/i][/list]
[/quote]

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