L'Eglise Aristotelicienne Romaine The Roman and Aristotelic Church

[silvio_1]

Pronto a correre nelle cucine con cestello pieno d 'ovette fresche
Il bussare al portone me ferma-torno sui miei passi e apro portone
Un viso conosciuto e nitrito d 'un cavallo
Metto piede fuori da portone per vedere meglio
MA ma Clavdia?!? Sei proprio tu?
Sorpreso le dò la benvenuta
Fijiola cara come mai quà?Che piacere rivederti
tutto a posto si?
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[dalmore]

Era stato un lungo viaggio e non solo per la distanza fisica che aveva dovuto affrontare, ma soprattutto per quello che il monastero le suscitava, facendo tornare a galla tutti i giovani ricordi legati ai lunghi anni di studio trascorsi tra quelle mura...
"Finamente ..."
Sussurò tra sé e sé, dopo essersi fermata a contemplare l'imponenza di quel edificio, che spiccava maestosamente sul paesaggio circostante.

Arrivata al portone, si prese un momento per recuperare le forze e trovare le parole giuste, quindi bussò.

"Sono Mons. Mariglena Dalmore, Arcivescovo di Valencia. Sono giunta fin qui poiché vorrei esprimere la mia volontà di poter svolgere il mio servizio all'interno dell'ordine..."
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[Fenice]

Madre Fenice era stata avvertita da uno dei novizi e andò personalmente ad accogliere l'ospite che tornava al Monastero dopo parecchio tempo.
Aprì il portone tenendosi al fianco di Padre Silvio e sorridendo salutò con le parole dell'accoglienza domenicana.

Pace e bene, cara sorella, siete la bentornata a San Domenico. Venite, avrete sicuramente bisogno di ristorarvi, di riposare... poi parleremo.
Vi ricordate di Padre Silvio?

E con un gesto indicò il confratello.
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[silvio_1]

Sorrise alla Monsignora
Benvenuta a San Domenico Monsignora
avete fatto buon viaggio?
Le tendo la mano aiutandola a non inciampare nel piccolo gradino
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[Aryale]

L'avevano condotta a San Domenico giorni lunghi di cammino.
I sentieri polverosi e il freddo frizzante di febbraio avevano messo seriamente alla prova la tenacia di madre Arianna nel voler raggiungere la nuova sede del monastero.
Ogni volta che incontrava un ostacolo si ripeteva che quello era il vero cammino che aveva scelto per se stessa quando aveva deciso di diventare una monaca itinerante: il mondo come casa, gli uomini come fratelli, il cielo come coperta...

Non aveva portato denaro con sé perché negli anni aveva imparato a fare sul serio con l'Altissimo e aveva deciso che se era provvidente e benevolo, lei poteva fidarsi.
Aveva dormito a volte all'aperto, a volte in caldi giacigli degni delle più nobili dame, aveva mangiato ciò che qualche fratello benedetto le aveva offerto o ciò che la natura le aveva dato a disposizione. Ed era giunta fino a lì predicando le bellezze del creato e del Creatore ed offrendo ascolto e conforto a chiunque aveva incontrato.

Ma ora era lei ad avere necessità di essere accolta, un'anima che si era persa e ritrovata cento e mille volte ancora.
Una persona non più giovane e tuttavia profondamente inquieta, sicuramente a disagio per quel suo eterno sentirsi in difetto davanti a quel portone così diverso da quello che ricordava eppure così uguale. Ma San Domenico era l'unico posto che poteva curarla, era la sua casa e i monaci erano la sua famiglia.

Si fece forza e bussò.

C'è qualcuno? Sono Madre Arianna Leuviah Casanova...

E intanto si chiedeva se quel nome sarebbe suonato ancora famigliare lì dentro.

[Fenice]

Passare per caso nel corridoio, sentir bussare e sentire quella voce dire quel nome...
Incredula, Madre Fenice aprì il pesante chiavistello, fece ruotare l'anta e rimase in silenzio per un attimo, scrutando la donna che aveva di fronte, cambiata dal tempo eppure familiare come solo una consorella può essere...

Sorella Arianna! Sorella...

Il resto si perse in un abbraccio impetuoso, senza chiedersi se l'altra avrebbe gradito, se magari si sarebbe scostata, o se avrebbe ricambiato.
Era tornata, però... E per che cosa si torna, dopo tanto tempo, se non per essere accolti fraternamente?
Dunque un abbraccio spontaneo e impetuoso, sperando che sarebbe stato ricambiato col cuore.
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[Aryale]

La porta si aprì e dall'altro lato apparve Madre Fenice.
Un lampo di gioia e uno di colpevole imbarazzo.

Madre Arianna non sapeva né cosa dire né cosa fare e allora stette zitta davanti alla donna che la guardava.

E poi arrivò quell'abbraccio in cui lei nemmeno aveva sperato.
Un abbraccio che diceva "sei a casa".

Non riuscì a fare niente, neanche a ricambiarlo.
Solo appoggiò la testa sulla spalla della religiosa e si lasciò accogliere.

Posso entrare?

[Fenice]

Senza parlare, Madre Fenice la prese per mano, come si fa con i bambini, e la guidò verso l'interno del Monastero, verso le cucine, dove Madre Arianna avrebbe potuto mangiare e bere qualcosa prima di un lungo riposo nel luogo protetto.
Le domande sarebbero venute dopo, o forse non sarebbero nemmeno state necessarie.
Camminando, le stringeva la mano e la guidava con gentile fermezza, mano calda che stringeva una mano fredda e smagrita.
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[dalmore]

Sorrise ad entrambi, non avrebbe mai potuto dimenticare la generosità di spirito e la cordialità con cui le avevano insegnato la strada verso l'Altissimo...prima di tutto col loro esempio di vita e poi sui libri.

Si appoggiò all'avambraccio di padre Silvio e rispose.

"Reverenda Madre, la memoria di questi luoghi e di tutti voi mi accompagna quotidianamente... senza dubbio ho necessità di ristorare le mie membra ma sono altresì pronta a continuare il mio cammino. "
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[heldor]

L'anziano prelato era uscito dal suo ufficio per sgranchirsi le gambe, anche perché il medico gli aveva ordinato di farlo, quindi... Mentre passeggiava, appoggiato al suo bastone, come sempre, sentì delle voci provenire dal portone e curioso come un gatto, sbirciò in quella direzione. Vedendo le due donne parlare con Fenice e Silvio socchiuse gli occhi per cercare di vedere meglio e smise di respirare per un istante per vedere se riusciva a riconoscerne le voci.

E le riconobbe! Un gran sorriso prese posto sul suo volto barbuto e prese a correre (si fa per dire) verso la porta... Era tutto un ondeggiamento, delle vesti monacali e della barba, accompagnato da un ticchettio, del bastone, che a lui sembravano rapidissimi, ma a un osservatore esterno non sarebbero sembrati così lesti!

"Sorella Arianna, bentornata a casa!" disse rivolgendosi ad Aryale, quindi si rivolse a Dalmore "Anche a te nipote mia cara, benvenuta!" il tutto mentre era ansimante per quella che per lui era stata a tutti gli effetti una piccola corsa.
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+S.Ecc.Ill.ma frà Tebaldo Foscari detto Heldor il randello
Cardinale Vescovo Emerito di San Domenico in Burgos
Vice Primate delle Venezie e Stato da Mar
Legato Apostolico per le Venezie e Stato da Mar
Patriarca di Venezia
Arcivescovo Sine Cura di Gorizia
Padre Generale dell'Ordine di San Domenico,
Conte di Sezze
ecc.

[silvio_1]

Stavo aiutando sorella Dalmore quando vido un bastone avanzare
seguito dal suo padrone
Per tutte l 'anguille salamoia!!
Padre Generaleeee!! Non corrreeteee
Toppo tardi l 'emozione de vedere le due consorelle al Monastero
l 'avevano ringiovanito
Padre Heldor siete contento ee! Mo ce vuole 'na bella gallinella
e del buon vino per festeggiare!

[Aryale]

Abbandonata fra le braccia di Madre Fenice, la religiosa non si era accorta del crocchio che si era creato.
Per lei era come se il tempo si fosse fermato in quell'istante.

Solamente sollevando la testa dalla spalla a cui era appoggiata capì che non erano sole e vide una figura venirle incontro.
Cercò quindi di aprire bene gli occhi che per la posizione, o forse per la commozione, le rimandavano una vista ancora sfocata.

Poi un saluto... con quella voce così famigliare: quella del Padre Generale.
Il vecchio monaco le faceva lo stesso effetto di un tempo: soggezione e ammirazione.
Anche lui era parte di tutto quello che negli anni era rimasto immutato, di ciò che la faceva sentire a casa.

Padre! le tremava la voce sono qui.

[heldor]

Giunse finalmente vicino ad Aryale e restò titubante per un istante, quindi, un po' ansimante, allungò una mano per carezzarle il viso: Sorella cara, ben tornata a casa! Noi qui si invecchia, nel mio caso male e nel caso loro - disse indicando Fenice e Silvio - meglio, ma siamo sempre qui. Ti fermerai? La tua cella è sempre pronta ed è stata imbiancata di fresco!

Quindi, sentendo quel che proponeva Silvio rise di gusto e scosse il capo - Padre, sempre a correr dietro alle gallinelle? Se andiamo avanti così non avremo più uova! No, dobbiamo organizzare meglio... Fa ancora freddo, che ne dite di usare un maiale stavolta? Faremo un banchetto per il ritorno di Sorella Aryale, per l'arrivo delle mie nipoti e - lo guardò sottecchi sorridendo - per la Vostra porpora nuova di pacca, eh? -

Nonostante l'aspetto davvero vetusto lo sguardo correva come quello di un fanciullo tra i presenti, attendendo un segno di assenso, anche se sapeva benissimo che non sarebbe stato necessario.
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+S.Ecc.Ill.ma frà Tebaldo Foscari detto Heldor il randello
Cardinale Vescovo Emerito di San Domenico in Burgos
Vice Primate delle Venezie e Stato da Mar
Legato Apostolico per le Venezie e Stato da Mar
Patriarca di Venezia
Arcivescovo Sine Cura di Gorizia
Padre Generale dell'Ordine di San Domenico,
Conte di Sezze
ecc.

[silvio_1]

Tanta gioia porta solo bene nel core e nell 'anima
Padre Generale !
Na pacca sulla fronte
Se fosse un bel cinghialetto allo spiedo da condividere
alla mensa cò tutti i fratelli monaci e le nostre sorelle appena giunte?
E un paro de patate cotte nella cenere?
Me se stà a veniii 'na fameee!

[Clavdia]

Padre Silvio carissimo, si sono proprio io, sto bene.
Ho portato delle marmellate e dei panini...

sorrido mostrando il cesto