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[IT]Santa Giovanna d'Arco

 
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Jolieen



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MessagePosté le: Lun Juil 08, 2019 9:43 pm    Sujet du message: [IT]Santa Giovanna d'Arco Répondre en citant

Citation:
Agiografia di Santa Giovanna d'Arco

Capitolo I : L'Infanzia della Santa

Fu nell'anno di grazia 1412, durante un penoso mese di gennaio che nacque Giovanna, in Lorena a Donrémi. Questo piccolo villaggio la cui storia caotica l'aveva fatto passare sotto il controllo di regni diversi, si trovava su entrambe le rive della Mosa, definendo così l'appartenenza a questo o a quell'altro regno. Per la fortuna del regno di Francia, Giovanna d'Arco, figlia di Giacomo d'Arco e di Isabella Romea, era nata sulla riva facente parte del Barrois occidentale; per farla breve, tra i francesi. I suoi bisnonni erano fuggiti davanti all'invasione inglese della Francia e si erano rifugiati nel Sacro Romano Impero, ma la sua famiglia era rimasta sempre legata alle proprie origini francesi.
Giovanna venne dunque al mondo il 5 gennaio e si racconta che al momento della sua nascita, all'interno della strana piccola casa dalla forma incerta, la vile tempesta di neve che allora imperversava sul villaggio si fosse all'improvviso placata e che tutte le pecore avessero cominciato a belare in coro...
Fin dall'infanzia, la ragazzina mostrava una dolcezza e un amore incomparabili sia per le persone come per le bestie. Ella sapeva tranquillizzare le pecore al momento del parto e condurre il gregge ai pascoli con una spigliatezza tutta particolare. Ma Giovanna era sopra ogni cosa molto pia e virtuosa, a tal punto ch'ella passava per vera devota: difatti era ancora vergine nel giorno del suo tredicesimo compleanno mentre le sue coetanee del villaggio erano già tutte sposate o promesse.

Capitolo II : Quando la ragazzina venne guidata dall'Arcangelo Michele dal re Levan II

Fu nel marzo del suo tredicesimo anno di vita che la ragazza udì per la prima volta la voce di Michele, l'Arcangelo della Giustizia, che le ingiunse di liberare il regno di Francia dal giogo inglese. L'apparizione non la sorprese così come nemmeno il suo messaggio, giacché la sua devozione era eguagliata solo dalla sua innocenza. Per 4 anni, meditò su quelle parole e nel 1429, nel mentre che si diffondeva per tutta la Francia la voce che il regno sarebbe stato liberato da una ragazza venuta dalla Lorena, giunse alla corte del re per domandargli udienza.

Il re, Levan II, esitò per tre giorni, poi accettò di vederla. Ma per essere sicuro ch'ella fosse mandata da Dio, la sottopose a una prova. Si travestì e si mescolò in mezzo agli altri cortigiani, domandando a uno di questi di far finta di essere il re. La ragazza non cadde però nel tranello e riconobbe il vero re. Il sovrano si inginocchiò allora davanti alla ragazza, impressionando numerosi cortigiani, e le domandò di perdonarlo.

Levan II a écrit:
"Chi sono io per tendere un tranello a una ragazza innocente che viene ad offrirmi il suo aiuto quando il mio popolo mi grida ch'ella è mandata da Dio?
Sono coperto d'onta."

Al che Giovanna gli rispose:

Giovanna a écrit:
"Mio sire, voi siete stato scelto da Dio per reggere il regno ed io per liberarlo, ma il Senza Nome assume disparate forme e non ve ne posso fare una colpa se prendete questo genere di precauzioni.
Chi sono io per rimproverarvi di proteggere il bene più prezioso del vostro popolo, ossia il re, quindi voi medesimo?"

Levan II e Giovanna s'intrattennero poi lungamente in privato, in seguito lui le affidò un'armata per liberare Orléans, allora sotto assedio, chiedendole di risparmiare il nemico ogni volta ch'ella ne avesse avuto l'opportunità tramite una richiesta di resa, al che Giovanna rispose che quella era la sua intenzione.

La popolazione accolse la giovine con entusiasmo, vedendo in ella una speranza di giorni migliori, la risposta alle loro preghiere. Fu celebrata una magnifica messa e tutti poterono constatare la sua devozione e la sua purezza.

Capitolo III : Quando Giovanna divenne una pia guerriera

Unitasi ai suoi compagni d'arme, poté ora partire per ricacciare gli inglesi fuori dalla Francia! Ella portava un'armatura scintillante e uno stendardo bianco sul quale figuravano gli emblemi del re Levan II. Giunta ad Orleans, accolta dal tripudio dei cittadini, ridiede coraggio e fede ai soldati. Mentre i suoi capitani volevano partire all'assalto degli assedianti inglesi senza attendere, Giovanna si portò davanti all'armata nemica per parlamentare con il comandante, di nome Corrado XIX, Duca di Sussex. Lei gli promise salva la vita, a lui e ai suoi uomini, se tutti loro avessero abbandonato il regno di Francia senza indugio.

Ma l'uomo guardò la ragazza dall'alto in basso e le rispose in questi termini.


Citation:
Chi sei tu, donnicciola, per osare parlarmi così? Tu che non sei altro che una donna da poco, una plebea, osi rivolgerti a me che sono nobile? Quindi non sai che la sola forza che esiste in questo mondo è quella della violenza? La mia famiglia ha distrutto tutti i suoi nemici, senza alcuna morale, senza alcun scrupolo, abbiamo saccheggiato, rubato, ucciso e così facendo abbiamo ottenuto i nostri titoli nobiliari. E tu che possiedi? Chi sei?
Una pulzella, che faceva la guardiana di pecore, e che ora sta di guardia ad altri ovini, però in armatura. Ritorna alla tua fattoria, donnetta, non sei degna d'interloquire con me.
Tu non sei che una poiana, mentre io sono un pavone."

La ragazza, che guidata dai suoi sentimenti aristotelici aveva voluto dare prova di carità e compassione nei confronti dei nemici del regno di Francia, comprese in quel momento perché Dio l'aveva condotta lì.

Le armate inglesi vivevano nel peccato. I loro capi avevano perduto di vista le virtù aristoteliche, avidi di beni materiali, ignorando i saggi precetti di Aristotele e Christos sull'amicizia aristotelica, considerando le donne come inferiori agli uomini, rubando, saccheggiando, erano divenuto schiavi della bestia senza nome.

Allora, Giovanna si voltò verso la sua armata, prese lo stendardo reale, e si gettò nella battaglia contro gli inglesi.

Terrorizzati dalla foga della giovine, gli inglesi furono disfatti, levarono l'assedio e fuggirono.
Giovanna inseguì l'armata nemica, adempiendo al disegno divino, e man mano che risaliva verso nord, il popolo al suo passaggio scandiva:

Citation:
Santa Menolda! Santa Menolda!


Capitolo IV : La Consacrazione del Re

Anche Troyes, città simbolica per l'umiliante trattato, venne presa. Si giunse infine a Santa Menolda nel luglio del 1429. La guarnigione borgognona abbandonò la piazzaforte e si poté consacrare il Delfino alla presenza di suo padre Levan II. Giovanna era in piedi accanto l'altare come rappresentante del popolo di Francia.
Fu un messaggio potente indirizzato a tutti: il re è forte e il regno di Francia trionferà su qualunque nemico, poiché è sostenuto ed approvato dall'Altissimo!
Con questa consacrazione, re Levan II si riallacciò anche alla tradizione dei primi re franchi con la quale i re facevano consacrare, loro viventi, i propri figli al fine di assicurare la perennità della dinastia e la continuità della monarchia francese. Di fatto il trattato di Troyes perse valore. E la Francia ritrovò i suoi veri capi.


Capitolo V : Il martirio

Forte di tali gesta, Giovanna volle proseguire. Insistette per continuare la lotta, ma dal giorno della consacrazione sempre più capitani e signori la invidiavano e la rallentavano nelle sue iniziative. Decidette a fine agosto d'attaccare Parigi ma nulla era stato approntato. Non per questo ci mise meno impegno, ma purtroppo dovette infine desistere. Compiègne che aveva aperto le sue porte a Giovanna fu assediata dai borgognoni. Portandosi al loro soccorso, Giovanna fu fatta prigioniera non senza aver resistito con coraggio alle lame nemiche. Consegnata agli inglesi, questi ultimi la imprigionarono a Rouen per esser quivi giudicava.
Durante il suo processo, che sarebbe durato tre mesi, fu interrogata molto rudemente, ma tenne duro malgrado l'incarceramento durato mesi all'interno delle prigioni inglesi e le loro condizioni di detenzione estremamente penose. Si dice che, durante il sonno, mormorasse il nome di "Clarice" e che udisse dei belati...
Non riuscendo i suoi giudici a trovare un valido capo d'imputazione, fu infine condannata per eresia e stregoneria, poiché era vestita come un uomo. Per di più, furono messe in questione le voci che ella udiva: secondo loro, infatti, la Creatura Senza Nome parlava tramite di lei. Venne quindi considerata come eretica!
Fu messa al rogo nella piazza del vecchio mercato. E affinché non ne restasse nulla del suo corpo, il cardinale inglese fece bruciare i suoi resti altre due volte... Il boia che appiccò il fuoco svenne e fu portato via dai suoi compagni, egli dichiarò più tardi:


Citation:
"Io ho veduto dalla sua bocca, proprio mentre spirava, volar via una colomba..."

In seguito, un segretario del re d'Inghilterra che assistette alla scena dichiarò ritornando a Londra:

Citation:
"Siamo perduti; abbiamo bruciato una santa!"

Giovanna aveva ridato slancio e ribaltato le sorti del conflitto. Levan II, grazie ai gran capitani ed ad abili negoziati, terminò la liberazione del paese. Per mettere fine all'alleanza anglo-borgognona, fece qualche concessione a Filippo il Buono: qualche città ai confini della Somme, le contee di Mâcon e Auxerre, etc. Il trattato d'Arras confermò la riconciliazione tra armagnacchi e borgognoni nel 1435.

Capitolo VI : La riabilitazione

Molti anni dopo il suo martirio, Giovanna era sempre vista ufficialmente come un'eretica, mentre invece la sua santità era fuori di dubbio agli occhi del popolo.

Un giorno del maggio del 1457, nelle vicinanze di Rouen, il pastore Paolo Oscione partì alla ricerca di una delle sue pecore.
La trovò che era precipitata nella Senna.
Il pastore tentò di salvarla ma per poco non rischiò di annegare.

Mentre recuperava fiato, il cuore straziato nel vedere la sua amata pecorella portata via dalla corrente, vide una ragazza vestita tutta di bianco uscire dall'acqua, ella prese la pecora tra le braccia e la riportò a riva, vicino al suo pastore.

Questi le domandò il suo nome e volle ringraziarla, ma ella rispose solo di chiamarsi Giovanna e si dissolse nell'aria.

Molti pensarono al villaggio che il bravo Paolo, un po' ubriaco, avesse avuto un'allucinazione, ma ciò bastò perché un processo di riabilitazione fosse aperto a Roma.
Numerose testimonianze di miracoli furono raccolte, così come sugli ultimi istanti in carcere della santa e sul suo rogo tramite i testimoni ancora in vita.
Essendo morti i principali responsabili del suo martirio uno dopo l'altro meno di un anno dopo il suo decesso, in circostanze misteriose, costoro non poterono essere ascoltati ma comunque ci furono abbastanza elementi per permettere al tribunale ecclesiastico di procedere.

Fu presto evidente al tribunale ecclesiastico deputato alla revisione del processo che Giovanna aveva compiuto numerosi miracoli per la popolazione e che ella meritava, tanto per la sua vita casta e pia che per le sue gesta, lo status di santa.

Così la memoria di Giovanna fu riabilitata e ora è festeggiata il 29 febbraio.

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Cardinal-Deacon of the British Isles -Bishop In Partibus of Lamia - Prefect to the Villa of St.Loyat - Expert to the pontificial collages of Heraldry - Assessor to the Developing Churches
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