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[IT]San Clemente

 
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Jolieen



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MessagePosté le: Lun Juil 08, 2019 9:45 pm    Sujet du message: [IT]San Clemente Répondre en citant



Citation:



Agiografia di san Clemente


Agiografia di San Clemente, Primo Inquisitore

1. Nascita ed infanzia:

San Clemente nacque in terre francesi, nell’anno 307, da una famiglia molto credente, ma ugualmente senza un soldo. Sin da quando fu in grado di camminare, aiutò il padre nei campi, per tentare di migliorare l’onorario. Spesso, prendendo il cammino per il mercato dove andava a vendere il prodotto del suo lavoro con il padre, vedeva, in dei bei carri, degli uomini ben meno poveri di lui, che gioivano della propria fortuna e non conoscevano pene materiali.

2. Dove Clemente s’interessa alla questione dell’ingiustizia:

Era ancora giovane, ma già s’interrogava sul senso dell’ingiustizia. Suo padre, ben troppo occupato col lavoro dei campi, non aveva il tempo di rispondere alle molteplici domande che invadevano poco a poco lo spirito del giovane. Un giorno, chiese consiglio al parroco della sua parrocchia, ch’era uomo buono e sapiente.

Citation:
- Padre, domandò Clemente… come possiamo combattere l’ingiustizia?
- Ebbene, figlio mio, l’ingiustizia si combatte con la legge temporale. Se un giorno sei testimone di un avvenimento contro la legge, devi andare al posto di polizia più vicino, per avvisare un membro dell’autorità che sia atto a giudicare la cosa.
- Ma Padre, interrogò Clemente, che non era soddisfatto della risposta, che ne è di Dio?
- Dio è onnisciente, avrà visto il tuo atto, e quello di colui che ha sbagliato, così il giorno della sua morte sarà giudicato, e come ha agito male in vita, subirà i tormenti eterni sulla luna.


Clemente tornò ad aiutare il padre, le parole del sacerdote restavano impresse nella sua memoria, e nel corso degli anni, mentre diventava adolescente e poi un giovane, le questioni sulla giustizia continuavano a germogliare nella sua Anima. In varie occasioni tornò in visita al parroco, perché quest’ultimo potesse calmare il suo turbamento. L’uomo di Dio vide in lui un Essere molto cosciente delle nozioni di giustizia e ingiustizia, così gli propose di impegnarsi nella milizia del suo villaggio. Dopo aver chiesto il consenso paterno, Clemente si arruolò.

3. Clemente assiste a un processo iniquo:

Per alcuni anni, Clemente fu molto rigoroso nell’esercizio delle sue funzioni, non riluttante al lavoro, compiva il suo dovere a ogni ora del giorno e della notte. Il suo superiore gerarchico, il Giudice, era anche lui un uomo buono, e al suo fianco Clemente imparò molto sui modi di indagare, di ascoltare i testimoni, e di dare un giudizio il più equo possibile.

Un giorno, un processo contrapponeva una donna anziana e un commerciante. Quest’ultimo chiedeva riparazione, affermando che la donna non aveva pagato il dovuto. Aberrazione, pensò Clemente, poiché la conosceva bene, era un’amica della madre, e non avrebbe mai commesso un simile furto. Tuttavia, in assenza di elementi a sua discolpa, e con l’aiuto di documenti contabili talvolta ambigui, il giudice non ebbe altra scelta che giudicare colpevole la donna anziana. Al termine dell’udienza, Clemente andò a trovare il suo superiore, senza capire.

Citation:
- Ma signor giudice, questa donna è innocente, la conoscete bene quanto me, non sarebbe mai capace di rubare.
- Sì, forse, rispose l’uomo di legge, ma come accertarsene? Hai delle testimonianze, delle prove da portarmi? Puoi affermare che il mercante ha mentito?
- No, rispose Clemente, il cuore pesante per la tristezza.
- Solo l’Onnipotente e Onnisciente, Lui solo conosce tutte le verità, e tutte le menzogne. Io posso credere solo a ciò che sento e vedo.


Clemente meditò a lungo su queste parole.

Citation:
Così, come dice il Libro Santo, ogni uomo è imperfetto, anche quello che dispensa la giustizia lo è. L’uomo imperfetto che ha sbagliato viene giudicato da un altro uomo imperfetto. Così, anche nell’ambito di un processo, non è detto che la giustizia trionfi.


E Clemente fu molto triste pensando a ciò.

In numerose occasioni, tornò ancora in visita dal sacerdote della sua parrocchia. Desiderava sapere perché il castigo di Dio non colpisse sempre gli uomini malvagi sulla Terra, ma soltanto alla loro morte, e il sacerdote non sapeva minimamente cosa rispondere.

4. Come Clemente fece punire dei predoni di chiese:

Un giorno, vennero a cercare Clemente in tutta fretta, poiché una grave disgrazia era avvenuta in chiesa. Una banda di predatori aveva saccheggiato il luogo santo e brutalizzato il parroco, vecchio amico di Clemente. I colpevoli furono messi sotto processo, e in questo luogo, in questo tempo, la degradazione dei luoghi santi e i colpi e le ferite erano punibili con un anno di prigione, e con una pesante ammenda.

Una cosa da nulla, pensò Clemente, non si poteva procedere a un simile oltraggio, e non vedersi infliggere una pena così minima. All’improvviso, Clemente si alzò, prendendo il giudice a testimone che era assurdo che predare una casa e una Chiesa fossero considerati come una stessa colpa. Incollerito, il giudice fece lasciare la sala a Clemente, sospendendolo dalle sue funzioni, e lo licenziò dalla milizia. Ma Clemente non fu addolorato, poiché nel profondo del suo cuore, sapeva di aver ragione, un Santo calore pervase il suo cuore e, nel mezzo della via principale, parlò alla folla.

Citation:
Carissimi fratelli, vedete qui cosa succede… Degli uomini hanno saccheggiato la casa di Dio, brutalizzato il Suo rappresentante, e i colpevoli si vedono infliggere solo una pena minore?
Come potremo tollerare questo? Vergogna a chi ha fatto il male intorno a sé, ma ciò che appartiene al Signore è sacro, e chi deroga alla Legge Divina merita un castigo ben più duro di chi infrange la legge Temporale. Poiché chi commette un crimine su un rappresentante di Dio, commette un crimine contro Dio stesso!!


A queste parole, la folla scatenata investì allora il tibunale, catturò i predoni e li lapidò pubblicamente.

5. Come ricevette la visita dell’arcangelo Michele e che cosa si dissero:

Mentre la folla cantava le Lodi del Signore, Clemente meditava sulla sua azione un po’ in disparte. Indubbiamente aveva infranto la legge temporale sostituendosi al rappresentante legale della giustizia; tuttavia, non ne provava alcun rimorso, anzi, provava soddisfazione, sapendo di aver compiuto la Volontà Divina. Improvvisamente, la luce del sole si fece più intensa, e il suo calore più dolce. Clemente sentì un soffio sulla sua spalla, e quando si girò, vide un angelo scendere dal cielo.

Immediatamente s’inginocchiò, in segno di venerazione, ma la Creatura Celeste posò le mani sulle sue spalle e lo aiutò a rialzarsi.

Citation:
- Alzati, Clemente, poiché in questo giorno, hai dato prova di grande virtù.
- Di una grande virtù? Balbettò il giovane, ma chi siete dunque?
- Sono l’arcangelo Michele, e veglio sulla Giustizia. Il tu atto, Clemente, era segnato da una grande saggezza.
- Non sono andato contro il giudizio stabilito? Non è sbagliare, opporsi a un parere più saggio?
- Quest’uomo che è il giudice può osservare e giudicare solo ciò che è materiale. Ma per giudicare di cosa piace o meno a Dio, non ha alcuna legittimità. Ora tu, in questo giorno, hai saputo fare la differenza fra colpe davanti agli uomini, e i peccati davanti al Creatore. Ormai, sarai incaricato di percorrere le strade, affinché la Legge Divina sia rispettata, e non più solo la legge degli Uomini. Poiché quest’ultima è effimera, e passa come passano le stagioni, ma le parole di Dio sono immutabili, e le offese contro di Lui devono essere punite con molta più severità, poiché tale è la Sua Volontà. Questi magistrati non sanno nulla della Legge Divina e non possono farla conoscere.
- Ma perché dunque il Signore lascia giudicare a degli uomini che non hanno alcuna capacità in merito?
- Perché tale è la sua volontà, ed è Onnipotente, ma i suoi fedeli non saranno abbandonati, poiché tu li proteggerai. Perché Egli ti darà il potere di giudicare in suo nome.
E avrai il potere di giudicare gli uomini, e i giudici, e i Re se sei convinto che abbiano sbagliato, e non abbiano rispettato la Legge Divina.
- Ma una volta ho visto che il Giudice si è sbagliato nel suo giudizio. Dio ha creato l’uomo imperfetto, io che sono uomo come posso giudicare in nome di Dio, io che sono imperfetto e Lui perfetto?
- Tu lo potrai, poiché per aiutarti nel tuo Ministero, Dio ti farà dei doni particolari, avrà cura di parlarti nei tuoi sogni per condurti su una retta via, e attraverso la sua bocca, sarà Lui ad esprimersi, affinché nei tuoi giudizi tu sia sempre perfetto e gli uomini potenti ti contraddiranno e ti invidieranno, e tu dirai loro che sei il Rappresentante di Dio, investito dal Suo Potere, e chi metterà in dubbio le tue funzioni metterà in dubbio la Parola di Dio, e tu lo punirai per questo.
- Ma non ho legittimità, i fedeli non mi crederanno.
- Sì, ti crederanno, poiché il Signore farà entrare in te la conoscenza della Teologia, e tu guadagnerai il loro rispetto poiché dalla tua bocca usciranno parole vere, e crederanno a queste parole.
- Ma come fare questo da solo? Non posso percorrere tutte le strade da solo, e vegliare su tutte le Chiese.
- No, in effetti non puoi, ma per ora tu lo devi fare, perché tale è la Volontà Divina, poi un giorno sul tuo cammino incontrerai i Padri della Chiesa, allora tu parlerai loro, e loro ti ascolteranno, e faranno un gruppo intorno a te, e tu chiamerai questo gruppo l’Inquisizione, e dovrai fare in modo di moltiplicare i numeri degli uomini che si faranno chiamare Inquisitori, e se tu li giudichi degni, allora Dio concederà loro gli stessi tuoi doni, e agli inquisitori dopo di loro, e quelli seguenti, fino al giorno del giudizio.


Poi l’arcangelo Michele riprese la via dei cieli, a ritrovare il Signore, e Clemente prese la sua strada, seguendo gli ordini della Creatura Celeste.

6. Clemente e l’affare di Loudon:

È allora che, percorrendo la Gallia, Clemente fu attirato da delle voci strane che raccontavano che il parroco di Loudun aveva venduto la sua anima alla Creatura Senza Nome e che usava il suo ruolo per stregare le sue fedeli femmine. Giunto nel luogo, e interrogando un tale sui fatti, lo portarono in una sala dell’ospizio dove delle povere donne, assolutamente terrorizzate e dal volto tormentato dal dolore, gemevano e piagnucolavano emettendo dei suoni sinistri e lugubri.

- Ma che hanno dunque queste donne?
- Secondo il giudice che le ha interrogate, esse si dichiarano possedute da un Demone che le avrebbe costrette a commettere atti impudichi con il parroco.
Abbiamo trovato nella casa di lui, in occasione di una perquisizione, delle carte dove figurano dei strani segni cabalistici e delle firme che sono quelle della Creatura Senza Nome e dei Demoni che testimoniano il suo commercio con le potenze infernali del mondo lunare per costringere queste donne ad avere dei rapporti sessuali con lui.
- E dov’è il parroco al momento?
- È stato arrestato ed è in prigione dov’è stato messo sotto tortura perché cominciasse a confessare.

Clemente si informò allora del luogo dove trovare il giudice, e ben determinato a far luce su questa storia di cui era vittima un parroco, fece valere presso quest’ultimo le sue qualità di teologo e l’esempio dell’apostolo Nikolos chiedendo che, in queste materie, non si facesse nulla senza riferirne ai cardinali che avrebbero saputo che decisione prendere.
Avendogli il giudice concesso questa grazia, per una proroga di qualche settimana, egli scrisse alla Curia per fare rapporto.
Questa gli affidò, in ritorno, un mandato per condurre l’inchiesta al posto del giudice.
Forte di questa delega, Clemente procedette all’interrogatorio delle donne e del parroco, e poi al loro confronto.

Clemente reclutò un segretario nella persona del monaco Adso, un giovane frate che aveva appena preso i voti, e cominciarono a procedere ai primi interrogatori.
Il parroco, che sembrava sano di corpo e di mente, accusò queste donne di un complotto contro la sua persona a causa della sua castità.
Gli era giunta voce che il suo predecessore, per nulla così puntiglioso nel rispettare i comandamenti di Christos, aveva spesso commercio con loro.
Si poteva quindi comprendere il loro disappunto quando il nuovo parroco chiuse loro la porta in faccia.
Quanto alla tortura, nemmeno quest'ultima era riuscita a fargli confessare ciò ch’era avvenuto.

Da canto loro, le donne interessate svelarono in dettaglio le carezze, i calori, i languori, gli atti impudichi ispirato loro dal Demone inviato da parroco e come, certe notti, il Demone le forzasse ad avere rapporti sessuali con il parroco.
Davanti a delle testimonianze così contradditorie, e non potendo negare le convulsioni e le altre grida e i fenomeni diversi che talvolta agitavano queste sventurate per averle lui stesso constatate, Clemente ordinò che fosse organizzato un confronto fra loro e il parroco.
Ahimè, dal momento in cui queste furono messe in presenza del parroco, si misero a parlare una lingua strana, contorcersi, sbavare, vomitare ed emettere suoni lamentosi di estasi dolorosa, in modo che non fosse possibile concludere nulla.

- Questa storia mi sembra complessa, fratello Clemente.
- Lo è, Adso, lo è! Come sapere chi dice la verità e chi mente, in questa storia? Può darsi che queste donne siano vittime di un Demone; può darsi che siano semplicemente pazze.
Hai la copia degli interrogatori precedenti e del risultato delle perquisizioni sia del parroco sia di queste donne?
- Tenete! Eccole, fratello mio.
- Grazie, Adso; mi aiuterai. Noi ora riprenderemo tutto e rileggeremo tutto con minuzia e attenzione. Forse troveremo una falla da qualche parte o un dettaglio che ci è scappato.

Allora Clemente e Adso lessero e rilessero deposizioni e risultato delle perquisizioni.
- Toh, è curioso, esclamò di colpo il giovane Adso… hanno trovato della datura da una di queste donne.
- Della datura? Ma è…
- … una pianta che provoca pericolose allucinazioni!
- Sarebbe possibile che sia questa la spiegazione, fratello Clemente?
- Lo sapremo velocemente! Che si faccia arrestare e rinchiudere queste donne con divieto di visita e unicamente a pane e acqua come cibo!
Usciranno solo su mio ordine e per una seduta di confronto che avrà luogo in presenza di testimoni e del giudice.

Così fu fatto, e il detto giorno, vennero riunite le persone citate e dei testimoni conosciuti in città per la loro moralità.
Si ascoltò prima la testimonianza delle donne, poi quella del parroco, separatamente.
Infine, come nell’ufficio di Clemente, si volle confrontare le due parti.
Ora, con grande stupore di tutti, nessuna convulsione s’impadronì del corpo delle donne; alcune restavano interdette mentre altre, in modo goffo, cercavano, con delle povere imitazioni, di riprodurre le contorsioni che le avevano scosse alcuni giorni prima.

- Cos’è questa strana frode?, tuonò il giudice.
- Niente, Signor giudice, disse Clemente. Solo la prova che queste donne hanno cercato di abusare della creduloneria popolare per affliggere un povero parroco e farlo condannare per eresia e pratiche scandalose.
Tirò allora fuori dalla tasca una pianta:
- Signori, ecco una pianta che si chiama datura. Provoca delle gravi allucinazioni ed è stata ritrovata nel domicilio di una delle donne qui presenti.
Raccontò allora come le avesse fatte mettere agli arresti e avesse ordinato che non ricevessero contatto alcuno perché non si potesse portargliene di nascosto.
Così, senza questa pianta, non avevano potuto riprodurre le convulsioni da cui erano solitamente agitate.
- Di conseguenza, Signor giudice, ordino il loro arresto immediato. Scriverò alla Curia per riferire questa storia e sapere quale decisione la Chiesa prende riguardo a loro perché un parroco è stato vergognosamente sporcato.

La risposta della Curia fu rapida e netta: che fossero trasmesse al braccio secolare e giudicate come demoniache.
Inoltre, Clemente fu invitato a incontrare la Curia.

7. Clemente è ricevuto dal Papa e si vede affidare una missione:

Fu ricevuto solennemente da papa Silvestro I e i suoi cardinali, che lo interrogarono a lungo sulle sue missioni.
All’uscita da quest’udienza, Clemente fu convocato dalla Curia dove il cardinale camerlengo gli consegnò la seguente lettera di Sua Santità:

“Caro Fratello Clemente,
la tua azione per la Verità e la lotta contro le eresie ci ha convinti a fondare una vera e propria istituzione incaricata specialmente di formare gli inquirenti.
Questa istituzione avrà il nome di Inquisizione.
Te ne affidiamo la guida con tua cura di formare i tuoi collaboratori, come hai fatto con il giovane Adso, e di affidare loro le missioni che giudicherai opportuno di dar loro per la sorveglianza della moralità dei fedeli.
Al termine dell’inchiesta, se i tuoi inquisitori hanno prove sufficienti, dovrai agire secondo la tua coscienza e ordinare le azioni più adatte a guarire il male: penitenza, flagellazione, il rinchiudere temporaneo, o rimessa al braccio secolare, seguendo ciò che ti sembrerà giudizioso per salvare l’anima dei poveri peccatori smarriti.
Ché Aristotele e Christos siano con te,
Silvestro, papa”

8. Frasi celebri e reliquie:

Clemente resta dunque conosciuto prima e innanzitutto per aver gettato le basi dell’Inquisizione moderna.

Le sue frasi celebri:
“Buon sangue, ma è ben certo!”
“Ingiustizia chiama ingiustizia; violenza chiama violenza”
“Poiché la legge è arbitraria, coloro che si mettono nell’illegalità sono i coraggiosi denunciatori dell’oppressione”
“Cercare la verità, è bene; scoprirla, è meglio”
“La giustizia: il dono più bello di Dio agli uomini”

Le sue reliquie sono conservate a Loudun dove tornò a vivere alla fine della sua vita e dove morì, caricato di anni, nel 397.



Traduzione di Sciabola, revisione di Hipazia
_________________

Cardinal-Deacon of the British Isles -Bishop In Partibus of Lamia - Prefect to the Villa of St.Loyat - Expert to the pontificial collages of Heraldry - Assessor to the Developing Churches
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