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[Iudicium] [IT] [50] Scioglimento Laura_pia - Aldebaran_

 
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Ettore_Asburgo_D'Argovia
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Inscrit le: 28 Nov 2018
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MessagePosté le: Dim Sep 28, 2025 6:37 pm    Sujet du message: [Iudicium] [IT] [50] Scioglimento Laura_pia - Aldebaran_ Répondre en citant

Sua Eminenza Ettore Asburgo d'Argovia, il Decano del Tribunale della Rota Romana, entra in aula e si siede al suo posto, dietro una grande cattedra.

Io, Ettore Asburgo d'Argovia, giuro di adempiere correttamente e fedelmente al mio incarico di giudice per questo processo.
_________________
+ Ettore Asburgo D'Argovia
Cardinale-Presbitero di San Barnaba a Ripa
Arcivescovo Metropolitano de L'Aquila
Decano del Tribunale della Rota Romana
Ufficiale dell'Ordine pontificio di Nicola V



Dernière édition par Ettore_Asburgo_D'Argovia le Dim Sep 28, 2025 6:38 pm; édité 1 fois
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Ettore_Asburgo_D'Argovia
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MessagePosté le: Dim Sep 28, 2025 6:38 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Citation:
A Laura_pia
Data d'invio 28 Settembre 1473 - 18h40
Oggetto Citazione a giudizio

Con la presente vi comunico che l'udienza per lo scioglimento del vostro matrimonio è stata aperta in questa sala.

https://rome.lesroyaumes.com/viewtopic.php?p=1054824

Il procedimento inizierà ufficialmente il 29/09 e si svolgerà nell'aula indicata.

Se non avete già accesso all'aula, siete pregati di registrarvi all'ingresso (utilizzando lo stesso nome IG) e di presentarvi in aula. Salvo diverse indicazioni comunicate in precedenza.

Ettore Asburgo d'Argovia
Decano del Tribunale della Rota Romana



Citation:
A Aldebaran_
Data d'invio 28 Settembre 1473 - 18h41
Oggetto Citazione a giudizio

Con la presente vi comunico che l'udienza per lo scioglimento del vostro matrimonio è stata aperta in questa sala.

https://rome.lesroyaumes.com/viewtopic.php?p=1054824

Il procedimento inizierà ufficialmente il 29/09 e si svolgerà nell'aula indicata.

Se non avete già accesso all'aula, siete pregati di registrarvi all'ingresso (utilizzando lo stesso nome IG) e di presentarvi in aula. Salvo diverse indicazioni comunicate in precedenza.

Ettore Asburgo d'Argovia
Decano del Tribunale della Rota Romana

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+ Ettore Asburgo D'Argovia
Cardinale-Presbitero di San Barnaba a Ripa
Arcivescovo Metropolitano de L'Aquila
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Laura_pia



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MessagePosté le: Dim Sep 28, 2025 10:42 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Laura pia Chiamata in aula si presenta e attende l'inizio dell'udienza
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Aldebaran_



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MessagePosté le: Lun Sep 29, 2025 5:58 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Arrivò di corsa e prese posto attendendo l'inizio
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Ettore_Asburgo_D'Argovia
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MessagePosté le: Lun Sep 29, 2025 9:40 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Un cordiale buongiorno a Voi, gentile Signore e gentile Signora. Vi invito ora, con deferenza, a prestare giuramento sul Libro delle Virtù, servendovi della formula che segue, se vi è gradito.

Citation:
Io, [nome gdr e ig], giuro solennemente sul Libro delle Virtù davanti a questo tribunale, davanti al Sacro Dogma della Chiesa Aristotelica e davanti all'Altissimo che veglia su di me e mi giudica, che tutto ciò che dirò è la verità e nient'altro che la verità, senza alcuna menzogna o reticenza, e che non nasconderò nulla a questo tribunale affinché faccia trionfare la Santa Verità. Se infrango questo giuramento, che la mia anima sia eternamente dannata nell'inferno lunare.

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+ Ettore Asburgo D'Argovia
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Aldebaran_



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MessagePosté le: Mar Sep 30, 2025 8:45 am    Sujet du message: Répondre en citant

Io, Aldebaran Avogadro, giuro solennemente sul Libro delle Virtù davanti a questo tribunale, davanti al Sacro Dogma della Chiesa Aristotelica e davanti all'Altissimo che veglia su di me e mi giudica, che tutto ciò che dirò è la verità e nient'altro che la verità, senza alcuna menzogna o reticenza, e che non nasconderò nulla a questo tribunale affinché faccia trionfare la Santa Verità. Se infrango questo giuramento, che la mia anima sia eternamente dannata nell'inferno lunare.

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Laura_pia



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MessagePosté le: Mar Sep 30, 2025 6:41 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Io,Laura_pia, giuro solennemente sul Libro delle Virtù davanti a questo tribunale, davanti al Sacro Dogma della Chiesa Aristotelica e davanti all'Altissimo che veglia su di me e mi giudica, che tutto ciò che dirò è la verità e nient'altro che la verità, senza alcuna menzogna o reticenza, e che non nasconderò nulla a questo tribunale affinché faccia trionfare la Santa Verità. Se infrango questo giuramento, che la mia anima sia eternamente dannata nell'inferno lunare.
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Ettore_Asburgo_D'Argovia
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MessagePosté le: Mer Oct 01, 2025 9:49 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Molto bene, ora che avete giurato vi chiedo cortesemente di raccontarmi tutta la vostra vita di coppia. Siate precisi, dalla prima volta che vi siete conosciuti ad oggi, evidenziando quali difficoltà si sono manifestate lungo il vostro percorso insieme.
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Laura_pia



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MessagePosté le: Jeu Oct 02, 2025 10:43 pm    Sujet du message: Répondre en citant

Mi accingo a fornire un resoconto fattuale degli eventi che hanno caratterizzato l'inizio e la rapida disintegrazione del mio matrimonio. Questo scritto intende chiarire, con la massima precisione possibile, le circostanze che hanno condotto alla mia attuale e irrevocabile determinazione di richiedere lo scioglimento

L'incontro con il mio consorte, Aldebaran, non fu casuale, bensì il frutto di una concatenazione di conoscenze che, a posteriori, appaiono quasi predestinate. Fu infatti attraverso la sorella di Aldebaran, la cui amicizia mi era debitrice di confidenze reciproche e sincere, che il nome di mio marito cominciò a risuonare nella mia vita. Ella mi descriveva con affetto il fratello, un uomo residente in Germania, la cui solitudine in una regione pittoresca ma scarna di presenze umane, lo aveva spinto ad anelare a una connessione più profonda e a considerarmi quale potenziale interlocutrice. Mosso da questo desiderio, e incoraggiato dalle narrazioni positive che gli venivano riferite, Aldebaran prese l'iniziativa di scrivermi.

Da quel primo scambio epistolare, denso di parole e di speranze, si sviluppò un dialogo costante. Le missive fluttuavano tra noi, tessendo una rete di affetto e curiosità reciproca. La sua determinazione ad approfondire ulteriormente questa nascente conoscenza si manifestò con decisione. Aldebaran decise di intraprendere un viaggio intercontinentale con la meta Pisa, luogo in cui egli intendeva trasferirsi, dando così una concretezza fisica e una continuità spaziale alla nostra corrispondenza.

Sebbene la data esatta del suo arrivo nella mia vita non sia scolpita nella mia memoria con assoluta precisione, essa si colloca approssimativamente negli albori del mese di gennaio. L'intensità del legame che avevamo instaurato, alimentato dalla promessa di un futuro condiviso, ci condusse rapidamente verso l'istituzione del matrimonio. Nel mese di maggio, a coronamento del nostro affiatamento reciproco, ci siamo uniti in matrimonio.

I primi tempi della nostra vita coniugale, sebbene intrisi di un'atmosfera conviviale, celavano già le prime crepe. Le serate trascorrevano spesso in compagnia di alcuni amici fedeli, seduti nelle intime e accoglienti taverne del luogo. Erano momenti di svago e di conversazione, che contribuivano a rinsaldare il tessuto sociale della nostra cerchia. Tuttavia, non dovevo tardare a venire a conoscenza di una dissonanza significativa: una parte delle amicizie più strette di Aldebaran nutriva una forte opposizione al nostro legame, manifestando apertamente il proprio disappunto riguardo al matrimonio con me. Questa circostanza destò in me un'inquietudine latente, alimentando un dubbio persistente: si trattava di un sentimento che avrebbe potuto portare Aldebaran stesso a riflettere, forse a nutrire ripensamenti dopo aver pronunciato il sacro vincolo?

Fu in questo clima di incertezze, celate sotto un velo di apparente serenità, che ci preparammo al nostro viaggio di nozze. La destinazione prescelta fu la Francia, un paese che evocava in me promesse di romanticismo e di avventura. Ricordo distintamente la mia gioia incontenibile, il sentimento di essere al settimo cielo, pronta a seguire mio marito ovunque, persino in un contesto internazionale che, peraltro, si trovava ad affrontarsi con l'imminente, e allora appena entrata in vigore, legge marziale. La mia felicità, tuttavia, non basava la sua esistenza su circostanze esterne, ma sulla pura e semplice presenza e sull'amore (o presunto tale) di Aldebaran al mio fianco.

Il nostro itinerario prevedeva una prima tappa significativa a Genova, ove ci trattenemmo per circa due settimane. In questa splendida città, desiderosa di celebrare la nostra unione con un gesto di generosità e di ospitalità, organizzai una sontuosa festa a palazzo, invitando quanti più amici e conoscenti potessimo radunare. Con mio profondo rammarico, Aldebaran non si presentò a questo evento da me curato con tanta premura. Le sue motivazioni, all'epoca, non furono chiarite a sufficienza, lasciandomi con un senso di lieve delusione e perplessità.

Proseguimmo quindi il nostro viaggio, imbarcandoci su una nave che ci avrebbe condotti verso Ginevra. Ad accompagnarci, gradita presenza, vi era anche la sorella di Aldebaran, Luthien. Una volta giunti a Ginevra, i nostri percorsi si divisero: Luthien proseguì la sua strada, mentre io e mio marito intraprendemmo la fase conclusiva del nostro viaggio in Francia.

Fu in questo frangente che le prime, oscure ombre cominciarono a oscurare il cielo del nostro rapporto. Durante le giornate che trascorrevamo insieme, Aldebaran si dedicava a svolgere piccoli lavoretti, presumibilmente per sostenere le nostre spese, e alloggiavamo in camere di modesta fattura. Le serate, tuttavia, erano spesso segnate da un gelo inaspettato. Mio marito, una volta tornato dai suoi impegni giornalieri, manifestava un distacco emotivo e fisico che mi feriva profondamente. Mi trattava con una freddezza quasi estranea, come se fossi una sconosciuta. Questa distanza culminò in un fatto di estrema gravità per la mia persona e per l'essenza stessa del matrimonio: per l'intero primo mese del nostro viaggio di nozze, il nostro legame coniugale non fu consumato. L'intimità fisica, pilastro fondamentale dell'unione, era assente, lasciandomi in uno stato di profonda solitudine e amarezza.

La stanchezza emotiva e il senso di alienazione divennero insostenibili. Sentendomi persa e sola in una terra straniera, in circostanze che si discostavano enormemente dalle mie aspettative, presi la decisione di confrontarmi apertamente con Aldebaran. Ne scaturì una discussione accesa, un alterco denso di parole taglienti e frustrazioni accumulate. Nel culmine dell'esasperazione, pronunciai l'intenzione di lasciarlo solo e di partire. Tuttavia, in quel momento di rabbia incontrollata, non ero davvero convinta di poter mettere in atto tale minaccia; furono parole dettate dal bisogno di essere ascoltata, mai da un reale desiderio di abbandonarlo.

Ma la situazione precipitò ulteriormente. Continuammo a litigare, poiché Aldebaran assunse un atteggiamento di inspiegabile allontanamento. Spariva per giorni interi, senza dare notizie, senza farsi trovare. La sua assenza diventava un vuoto assordante. Giunse infine notizia che egli frequentava assiduamente una miniera, un luogo di lavoro duro e isolato. Spinta dal desiderio di una chiarificazione definitiva e dal tormento di questa situazione, decisi di recarmi personalmente presso la miniera. Al mio arrivo, la conversazione raggiunse un punto di non ritorno. Gli comunicai formalmente la mia decisione: volevo il divorzio. La richiesta scatenò un'ulteriore, cocente litigata.

In seguito a questo ennesimo scontro, ricevo una missiva da parte di Aldebaran. Il contenuto del messaggio mi lasciò sconvolta e profondamente ferita: egli comunicava la sua intenzione di lasciarmi sola in Francia, in un contesto già precario e segnato dall'imminente guerra, e di fare ritorno in Italia in compagnia di una persona di nome Blagoe. (Non sono del tutto certa dell'esatta grafia del nome, ma il senso dell'evento è inequivocabile).

Questa persona, Blagoe, si era unita a noi per un tratto del viaggio di ritorno, ma la sera in cui il momento della separazione si fece palese, per ragioni che ancora non mi sono del tutto chiare, mi trovai separata dal nostro gruppo. Aldebaran mi inviò un messaggio piuttosto enigmatico: avrei potuto raggiungerli, oppure proseguire il mio viaggio autonomamente. In un impeto di dignità ferita e perplessa, risposi che sarei tornata da sola. Nonostante ciò, pur sapendo il tragitto che il nostro gruppo avrebbe intrapreso, maturai l'audace, seppur disperata, intenzione di raggiungerli. Sapevo che il mio viaggio procedeva a un'andatura più lenta e isolata, mentre loro viaggiavano in tre. Ritenevo fosse loro dovere, o perlomeno un gesto di cortesia e responsabilità da parte di un marito, quello di venirmi incontro, di raccogliermi lungo la via, data la mia posizione di vulnerabilità. Ma ciò non accadde. Aldebaran non fece ritorno per recuperarmi. Arrivai nella città successiva, quella in cui il loro gruppo doveva transitare il giorno seguente, ma non vi erano più tracce di loro. Erano già ripartiti.

Fu in quel preciso istante, presa dalla solitudine più assoluta e dalla consapevolezza di essere stata deliberatamente abbandonata, che inviai definitivamente il messaggio con la mia richiesta di divorzio. Le mie motivazioni sono limpide e inoppugnabili: un marito non lascia mai la propria consorte sola a vagare, specie durante un viaggio che dovrebbe suggellare la loro unione, men che meno in circostanze di potenziale pericolo come quelle di trovarsi soli in un paese straniero nel pieno di un conflitto.

Spero che questa esposizione chiarisca in modo esaustivo le vicissitudini che hanno segnato la mia esperienza coniugale, fornendo le basi necessarie per comprendere la mia ferma e motivata richiesta di separazione.",
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