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[ALL] San Andrea di Gaeta (IT,)

 
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Jolieen



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MessagePosté le: Sam Mai 18, 2019 8:27 pm    Sujet du message: [ALL] San Andrea di Gaeta (IT,) Répondre en citant

Citation:
----------------------------------------------------------------------Agiografia di sant'Andrea di Gaeta, patrono dei pescatori.





----------Caro lettore,
questa che stai leggendo è una storia che si tramanda da secoli di generazione in generazione, in ogni porto e su ogni nave del Mare Nostrum.
Le vicende che si raccontano e che ho raccolto in queste pagine, riguardano un grande uomo, tal Andrea, che con la sua flotta solcò i mari, sfidò le tempeste e combatté le bestie marine serve della creatura senza nome. Ancora oggi se entri in una taverna di Gaeta vecchia o se passeggi sul molo, ne sentirai riecheggiar le mirabolanti gesta.




----------Ordunque, senza indugiar troppo, che il sol già cala sul mare devi sapere che…



    ----------Andrea Lucio Aulo, nacque a Gaeta nel 241 d.C, da Marco Tiberio Aulo, prefetto e consigliere della provincia, e da Giuliva Ridolfi, nobildonna In Gratebus di Gaeta e baronessa del piccolo feudo di Rialto.
    La condizione economica della famiglia era agiata, pertanto Andrea frequentò le migliori scuole fianco a fianco con i piccoli delle famiglie aristocratiche che una volta diventati grandi, avrebbero tenuto in mano le redini della provincia e del Regno. Per lo studio delle difficili materie come Fondamenti di storia, Funzionamento delle istituzioni, Fondamenti di diritto e Meccanismi erariali in cui Andrea non brillava molto, fu necessario l’ausilio di un mentore: fu ingaggiato un giovane funzionario statale di nome Raniero con il il quale Marco Tiberio aveva collaborato alcune volte. I due divennero ben presto inseparabili.




    ----------Nonostante Raniero facesse di tutto per correggere ed insegnare le materie della via dello stato ad Andrea, questi era sempre più attratto dalle materie marittime. L’Astronomia, l’Ingegneria navale di base e avanzata e le Competenze marittime di base, quelle avanzate e quelle d'esperienza.
    Seguiva corsi extra o bigiava quelle della sua facoltà per placare la sua segreta passione. E segreta rimase per anni, tranne che per Raniero, fino al giorno della sua laurea, quando con gran sorpresa di tutti alla gran festa di laurea egli esibì la laurea in Scienze Marittime!




    ----------Suo padre Marco Tiberio ebbe un malore, lui che pensava a un suo figlio come degno successore nella vita politica e amministrativa della provincia. Non si riprese mai più e qualche settimana dopo, allo scadere del suo mandato, si ritirò per sempre dalla scena pubblica e invecchiò nella sua modesta villa assieme a sua moglie Giuliva. Si disse che il vero motivo del suo ritiro non fosse il figlio Andrea, bensì la consorte, della quale di li a poco, lo scandalo l’avrebbe portata sulla bocca di tutti.
    Marco Tiberio sicuramente non fu un buon marito né un buon padre, troppo preso dal lavoro, ma quando lo capì era troppo tardi. Ogni giorno, affacciandosi dal terrazzo della sua villa ad osservare il mare, pensava ad Andrea e piangeva.




    ----------Lo stesso mare in cui egli annegava il suo dolore, fu il teatro del successo di suo figlio, il quale dopo un breve periodo in cui lavorò su una nave mercantile che commerciava lane e pelli con i regni d’oriente, riuscì ad entrare nella marina militare di Terra di Lavoro.
    Era entrato in marina come sottufficiale e la sala di comando era la sua meritata reggia.
    Le sue mansioni spaziavano dal tracciamento delle rotte al timone all'ispezione quotidiana dello scafo, all'individuazione della posizione marittima attraverso il sestante: tutte abilità che l’eccellente ateneo di Terra di Lavoro insegnava ai suoi fortunati studenti.
    I primi sei mesi di servizio, quelli più duri per chi si approccia a tale carriera, passarono in fretta e al loro termine Andrea avrebbe avuto la prima promozione e tre mesi di licenza a terra. Invece lo stesso giorno in cui la nave attraccò al porto, firmò per far parte dell’equipaggio di una galea mercantile, sempre facente parte della flotta della marina militare, che avrebbe circumnavigato la penisola italica fino a Venezia, dove avrebbe caricato il sale che,attraverso un accordo commerciale, la Serenissima Repubblica di Venezia, si era impegnata a vendere per sostenere lo sviluppo caseario presente a Sessa Aurunca. La partenza era prevista l’indomani.




    ----------Andrea si diresse verso la casa natale ma, temendo la reazione del padre alla scelta di un cosi veloce reimbarco, pensò di scrivergli una lettera.
    Arrivò fino ai cancelli della residenza. Sua madre era su di un balcone ed il suo cuore si riempi di gioia alla vista del giovane figlio, vestito con l’uniforme.
    Giuliva corse giù fino ai cancelli e lo abbracciò forte.
    Andrea fermò ai cancelli, visibilmente commosso, disse che sarebbe ripartito subito e le consegnò la lettera.
    La mamma rispose: “Hai scelto la tua strada, va' e portaci nel cuore, come io e tuo padre ti portiamo nel nostro. Che l’Altissimo ti protegga.”
    Andrea avrebbe rimpianto tutta la vita il non essere entrato a salutare il padre.




    ----------Dormì poco e male quella notte e all'alba era già sulla nave. Nel frattempo erano giunti gli altri membri dell’equipaggio compreso il capitano, un anziano omaccione con i baffoni e la lunga barba bianca. Fece il saluto militare e si mise sull'attenti.
    Il capitano chiese le sue generalità, grado e numero di matricola. Poi partirono.
    Arrivarono a Venezia in relativamente poco tempo e, dopo che furono sbrigate le pratiche necessarie, la nave attraccò. Le operazioni di carico sarebbero durate un paio di giorni ed Andrea ne approfittò per visitare Venezia e conoscere le sue abitanti. Il viaggio di ritorno si rivelò notevolmente più difficile e rese la nave particolarmente pesante ed instabile. Erano ad un quarto del viaggio, quando capitano e vice capitano ebbero un malore dopo cena, probabilmente a causa di alcune ostriche mal digerite. Andrea fu incaricato di assumere il comando. Per alcune ore il mare fu piatto e la navigazione proseguì senza problemi. Poi la situazione precipitò. Il mare si increspò ed enormi onde iniziarono a sollevarsi, mentre i venti spazzavano il ponte. Alcune sartie saltarono sibilando, ma lui tenne la rotta e forte teneva la presa sul timone. Anche se gli strumenti sembravano impazzititi e la sensibilità del timone era limitata si addentrò senza indugi nella forte tempesta. Fu in quel momento che ebbe un visione e ricevette la vocazione. Passata la tempesta condusse la nave in un porto naturale, e si fece la conta dei danni. Molte vele erano strappate, ed alcuni uomini dispersi in mare, ma nonostante tutto poterono ripartire e giungere in Terra di Lavoro con il prezioso carico e con i superstiti. Il suo gesto divenne leggenda, fu decorato al valore ed a quella cerimonia assistette anche suo padre che, finalmente fiero di suo figlio, pianse mentre lo abbracciava forte.




    ----------Andrea lasciò la via marittima e si dedicò successivamente a diffondere la fede aristotelica. Viaggiò molto. Camminava scalzo, sulla sabbia, costeggiando le terre italiche e numerose chiese e cappelle furono costruite lungo il suo cammino, dalle genti che avevano udito da lui le parole dei Profeti. Fu richiamato al Padre molti anni più tardi, quando la sua missione pastorale era compiuta.



    ----------Era solito raccontare questa parabola:



    Citation:
    "C’era un popolo che era circondato da torrenti e laghi pieni di pesci affamati. Si incontravano regolarmente per discutere della loro chiamata a pescare, dell'abbondanza di pesce e del brivido che si prova quando i pesci abboccano. Erano entusiasti della pesca!"


    ----------Poi proseguiva:

    Citation:
    "Qualcuno suggerì che avevano bisogno di una filosofia della pesca, così si misero ad esaminarla da ogni angolo e con estrema accuratezza: la definirono e ridefinirono in largo e lungo e ne delinearono con chiarezza lo scopo. Svilupparono strategie e tattiche di ogni genere, ma si resero conto che dovevano fare un passo indietro. Si erano avvicinati alla pesca dal punto di vista del pescatore e non da quello dei pesci. Quale visione del mondo hanno i pesci? Come appare il pescatore agli occhi del pesce? Che cosa mangiano i pesci e quando mangiano? Queste sono tutte cose buone a sapersi. Così iniziarono alcuni studi di ricerca e frequentarono conferenze sulla pesca. Alcuni si misero in viaggio verso terre lontane per studiare i diversi tipi di pesce e le loro diverse abitudini. Altri conseguirono la laurea in ittiologia. Ma nessuno di essi era ancora mai andato a pescare.
    Così formarono un comitato per l'invio di pescatori e poiché i potenziali luoghi di pesca erano più numerosi del numero dei pescatori, la commissione dovette determinare le priorità. La lista con i luoghi di pesca prioritari venne esposta sulle bacheche di tutte le sedi della società ma, ancora, non c'era nessuno che andasse a pesca. Allora fu avviata un'indagine per scoprire la causa: la maggior parte non rispose al sondaggio ma tra quelli che lo fecero, si scoprì che alcuni si sentivano chiamati a studiare i pesci, altri a fornire attrezzature per la pesca e molti ad andare in giro per incoraggiare i pescatori. Con tutti quegli incontri, conferenze e seminari semplicemente nessuno aveva il tempo per pescare.
    Poi, poi avvenne qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: il giovane Luca decise di iscriversi alla società. Sembrava molto interessato e la commissione dei soci fondatori accolse la sua richiesta. Dopo una riunione estremamente motivante della Compagnia, senza dir nulla, andò a pescare e, meraviglia delle meraviglie, prese un grosso pesce!
    Alla riunione successiva, egli raccontò la sua esperienza straordinaria e ricevette il premio per la miglior pesca dell’anno (a dire il vero era anche l’unica!). In tale occasione gli fu detto che aveva un particolare "dono per la pesca" e dunque ritennero necessario che facesse un intervento a tutti i capitoli della Compagnia per raccontare come aveva fatto.
    Con tutti gli inviti a parlare e la sua elezione a membro del consiglio di amministrazione della Compagnia del Pescatore, Luca non aveva più il tempo per andare a pescare e ben presto cominciò ad avvertire un senso di inquietudine e di vuoto dentro di sé. Voleva tornare a sentire ancora una volta il fruscio di quando gettava l’amo, così annullò le conferenze previste, si dimise dal consiglio e disse ad un amico: "Andiamo a pescare". E così fecero, solo loro due, e presero molto pesce. I membri della Compagnia del Pescatore erano molti, i pesci erano abbondanti ma i pescatori erano pochi: troppo impegnati a fare qualcosa di diverso da ciò che prevedeva il loro oggetto sociale."


    Scritto da padre Jean Leonard De-la-Roche, detto "Sir.johnny", arcivescovo di Firenze, nell'Anno del Signore 1461.

_________________

Cardinal-Deacon of the British Isles -Bishop In Partibus of Lamia - Prefect to the Villa of St.Loyat - Expert to the pontificial collages of Heraldry - Assessor to the Developing Churches
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