L'Eglise Aristotelicienne Romaine The Roman and Aristotelic Church

[Bloodymary]

Sì vostra eccellenza, tempo fa ebbi un figlio da un galantuomo fiorentino che in seguito si sposò. Contro ogni pronostico nonostante un principio giustamente strano, diventai amica della sposa ed essendo lei una donna morigerata credo che la sua testimonianza in mio favore possa far luce sulla questione.

[Svevo]

Udita la risposta chiese:

Quindi, portate un testimone. Corretto?

Si faccia avanti la Dama in questione
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[Bloodymary]

Dovrebbe arrivare a breve, e dovrebbe arrivare anche una delle mie figlie.

[Bellaura]

Entrai con passo calmo, ma un po' incerto, nell'aula di Tribunale e subito vidi mia madre, nonostante fossi ben consapevole di trovarmi lì per lei. Una certa emozione poteva vedersi guardando il mio volto, mentre con un cenno la salutavo in lontanza e facevo altrettanto con una piccola riverenza ai rappresentati ecclasiastici, per poi prendere posto in attesa che fossi chiamata.
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[Mylah_]

Miele entrò nella sala con fare reverenziale e deciso, chinò il capo nel rispetto delle autorità che aveva dinanzi ed attese;
levò il capo solo per accertarsi che la donna con cui aveva condiviso marito e prole fosse lì presente.

[Svevo]

Il Presidente chiese all'imputata

Allora Madame, qual è il nome della vostra testimone?
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[Bloodymary]

Una delle due dame è mia figlia Isabella Laura Corleone d'Altavilla, avuta dal matrimonio con l'ormai defunto Berengario Corleone, l'altra è Miele Letizia Valmarana in de' Medici, la dama di cui vi parlavo poc'anzi.

[Svevo]

Rispose

Dama Miele Letizia Valmarana è pregata di presentarsi alla sbarra
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[Mylah_]

Sentito pronunciare il suo nome si recò dove richiesto in attesa di ulteriori indicazioni.

[Svevo]

Il Presidente chiese al Procuratore

Eminenza Frescobaldi potete interrogare il testimone
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[Stex86]

Dama Miele Letizia Valmarana, vi invito a prestare giuramento, poi vi farò qualche domanda.

[Mylah_]

Schiuse le labbra e pronunciò il giuramento, ricordando i momenti in cui lo pronunciò tempo prima.

Io giuro solennemente dinnanzi a questa corte, ai dogmi della Chiesa Aristotelica e dinnanzi all'Altissimo che mi sorveglia e mi giudica, di dire la verità e soltanto quella, senza falsità alcuna. Qualora, contravvenissi a tale giuramento, che la mia anima possa bruciare nel fuoco eterno dell'Inferno Lunare e io venga processato dinnanzi a questa corte!

[Stex86]

Udita la formula rito del giuramento, visto che il Presidente non dava cenno di voler intervenire, il missus proseguì.

Bene, io penso che innanzitutto serva che voi chiarite a questa corte chi siete, che legame di parentela o meno avete con l'imputata e che poi possiate narrarci cosa è accaduto.
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[Svevo]

Il Presidente ascoltava con interesse
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[Mylah_]

Si rivolse al missus che le aveva concesso la parola ed al presidente della Corte.

Accarezzò con uno sguardo il volto di Mary.

Cercherò di essere il più chiara possibile, per quanto la situazione somigli più ad un fil di lana immerso in un torbido barile di dubbia provenienza e stipato per mesi nel fondo della stiva di una nave.

Non ho alcun legame di sangue con Mary Katherine Elizabeth d'Altavilla.
Di certo abbiamo abitato e frequentato a lungo le medesime città site nelle terre fiorentine.
Di certo sussistono numerose amicizie, interessi ed affetti comuni.

Ebbi per lei sentimenti contrastanti di affetto, diffidenza e, mi duole dirlo... ma il giuramento pronunciato mi richiede sincerità, provai invidia.

Il sentimento di amicizia con lei nacque nel momento in cui insieme alla mia famiglia la riportammo a Firenze dalla Terra di Lavoro. Lunghissimi giorni, cullati e strattonati dalle onde e dal cocente sole, se non erro, primaverile. Lei era l'unica persona non infante presente, oltre alla mia famiglia, quindi venne subito spontaneo intavolare discussioni di un certo livello biondoh.

Giunte nel porto ci separammo e le nostre strade si incrociarono successivamente, quando la vita pubblica mi portò a spendere sempre più tempo con Ludovico de' Medici, il fù Conte di Castiglione. Ludovico durante la gioventù aveva dato un figlio a Mary e fra loro era rimasta un'amicizia sincera, tanto che molti sospettarono ulteriori paternità, ma non è questa la sede di tali illazioni.

Miele sollevò lo sguardo al cielo in cerca del perdono per quanto osato dire e per trovare il coraggio per quanto stava per ammettere.

Molti potranno dire di riconoscerla per la calata nel parlato, segni particolari, cicatrici, fattezze fisiche o azioni affettive.

Io posso dire che riconosco questa donna perché la rammento nei minimi dettagli, non per solo un neo o una cicatrice. So che è lei perché la pedinai per mesi. Da quando iniziai a nutrire un sincero interesse economico per gli averi medicei di Ludovico, poi tramutatosi in comunioni d'intenti ed amicizia aristotelica che il matrimonio ha manifestato nel novembre 1464.

Come vi dissi condividevano un figlio e numerosi pettegolezzi. La gelosia nei confronti del Conte mi portò a volermi sincerare della sua leale fedeltà. Avei potuto fruire dei servigi della servitù delle mie baronie, ma non avrei potuto avere la tranquillità necessaria per accettare un semplice "non è successo nulla, mia signora", d'altronde le persone in questione posseggono un certo intelletto che avrebbe permesso loro di liberarsi di qualsivoglia guardone. Posso dire che l'invidia dell'averlo reso padre mosse i miei pensieri e azioni per molto tempo.

Sulle prime recuperai l'amicizia e frequentai Mary come una comune amica, ma dopo essermi congedata mi apprestavo al camuffo per appostarmi dietro gli usci in cerca del mio promesso, un suo servitore e qualsivoglia indizio.
Questa situazione andò avanti per mesi, anche dopo la nascita del primogenito; ormai ero diventata la sua ombra, potevo riconoscerne la presenza nella calca della Piazza della Signoria il giorno dell'insediamento del nuovo Consiglio.

Presenza che riconosco anche ora, in questa sala, nella persona che dichiara di essere Mary Katherine Elizabeth d'Altavilla.